Riza Durmisi nacque a Copenaghen nel 1994, di origini macedoni, ma di etnia albanese, cresce in una famiglia dove si arrivava a stento a fine mese, viveva con i otto parenti in un bilocale e suo padre era l'unico a lavorare. La sua più grande passione era il calcio, ciò che lo rendeva libero dai problemi; dopo un provino venne ingaggiato dal Brondby e diede inizio alla sua carriera.
Dal 2012 venne inserito in prima squadra e nella stagione 2012-2013 colleziona 4 presenze in campionato, la grande corsa e le grandi doti tecniche gli varranno il posto fisso tra i titolari; nell'annata successiva vanta 32 presenze condite da 3 goal. Durante la stagione 2014-2015 venne notato da molte squadre di grande livello, ma la società fece muro in tutti i  modi e riuscì a trattenrlo per un altro anno. Il

Real Betis nel 2016 si assicurò le prestazioni del danese per circa 2 milioni di euro, finì la prima stagione senza particolari assoli ma mise in risalto le sue grandi doti e riuscì a scendere in campo per ben 27 volte. Nella stagione successiva ritorna il giocatore che aveva convinto la dirigenza del Betis a puntare su di lui, il "maestro" Quique Setien lo utlizzò come terzino sinistro nella difesa a 4 e soprattutto nel girone d'andata giocò molto bene, terzino instancabile, poco fisico ma con corsa e tecnica da vendere, poi nel girone di ritorno spesso Setien nel centrocampo a 5 preferì Firpo, per la sua maggiore affidabilità in difesa.
Finì la stagione con 24 presenze e 2 goal e fu uno dei fautori della storica qualificazione in Europa League del Real Betis. Durmisi inoltre giocò tutte le partite di qualificazione ai mondiali con la Danimarca, salvo poi non essere convocato dal ct Hareide e preferirgli Stryger Larsen per la maggiore tenuta difensiva.

Riza Durmisi certamente non è un nome roboante, ma fare colpi sopra i 5 milioni raramente li sbaglia. Infatti 7 milioni per gli standard della società non sono pochi, il calciatore ha grande determinazione e vorrebbe diventare uno dei terzini più forti al mondo; solo il tempo ci potrà dire se Tare ci ha visto lungo ma le premesse per fare bene ci sono tutte.