Ancora una vittoria per l’Inter di Inzaghi che nell’ultima partita dell’anno vince per uno a zero sul Torino e chiude così il girone d’andata con ben 46 punti, cinque in più rispetto alla passata annata dove la squadra di Conte chiuse al secondo posto al giro di boa.

Per continuare la striscia di vittorie e battere il Torino (squadra sempre insidiosa), Inzaghi si è affidato all’undici tipo con i rientri di Skriniar e Lautaro (al posto di D’Ambrosio e Sanchez) e con la sola novità di Vidal, scelto per sostituire lo squalificato Barella in mezzo al campo.
Primo tempo con il solito carattere per i nerazzurri che fanno girare bene la palla e che creano occasioni da gol nonostante una difesa attenta e ben messa come quella granata. La squadra di Juric, infatti, chiude ogni spazio e con la mossa di Pobega a uomo su Brozovic riesce a rallentare le idee del centrocampo nerazzurro.
Nonostante le mosse del Toro, però, l’Inter riesce comunque ad essere pericolosa sfruttando l’abilità dei giocatori nel muoversi sul campo anche andando oltre i propri ruoli: Bastoni, ad esempio, si trova più volte nel ruolo di attaccante mentre Dzeko abbassa la sua posizione fino a quasi giocare da play in mezzo al campo. Proprio la caparbietà dell’attaccante bosniaco porta al vantaggio dei nerazzurri alla mezz’ora di gioco quando un suo pallone messo al limite dell’area trova libero Dumfries (smarcato anche da un prezioso velo di Brozovic) che di prima intenzione insacca il gol del vantaggio.
In pieno controllo del match, l’Inter arriva all’intervallo in vantaggio di un gol e con la netta sensazione di poter arrotondare il risultato nella ripresa.
Il secondo tempo, però, mostra un'Inter più stanca (si fa sentire il peso delle tante partite giocate fin qui) che sceglie di gestire il risultato anziché implementarlo. Il Torino, così, inizia a prendere campo anche se fatica a creare occasioni nitide anche grazie ad una difesa avversaria praticamente ermetica ed aiutata anche dai cambi con Vecino, D’Ambrosio e Sensi che rinforzano il centrocampo e danno una mano in più in fase di possesso. La partita termina così per uno a zero con i nerazzurri sempre più primi ed il Torino che chiude il girone d’andata a 25 punti migliorando comunque il bottino della passata stagione.

Vittoria importante, dunque, quella ottenuta dai nerazzurri che non solo chiudono bene l’anno dello Scudetto, ma riescono anche ad allungare sul Napoli, battuto clamorosamente in casa dallo Spezia. Vittoria, ancora una volta, segnata dal gioco e dalle idee di Inzaghi bravo questa volta anche nel gestire il risultato visto il forte calo della ripresa e il rischio di ripetere le vecchie prestazioni di inizio stagione quando arrivati intorno all’ora di gioco gli uomini di Inzaghi finivano per sciogliersi e lasciare nettamente il gioco nelle mani degli avversari (prendendo fin troppi gol nei finali). Contro il Torino, invece, nonostante la stanchezza i nerazzurri sono riusciti a gestire le forze (come detto anche grazie ai cambi) e a portare a casa i tre punti.

Tra i singoli è ancora una volta da lodare la prestazione di Dumfries, che dopo un momento di adattamento segnato dalle difficoltà (con il picco nel finale di Inter-Juventus) sta pian piano prendendo fiducia e coraggio. Fattori questi che saranno sicuramente in aumento anche grazie al gol vittoria da lui segnato e che dimostra la bravura di Inzaghi nel far crescere i giocatori, dei compagni che hanno sempre dimostrato di credere nell’esterno ex Psv e, soprattutto, dei dirigenti che avevano visto fin dall’inizio nell’olandese le giuste caratteristiche per prendere il posto di Hakimi. Come detto poi meritano grande risalto le prestazioni di Dzeko e Bastoni con il primo sempre più regista offensivo (e bravo nel gestire la palla soprattutto nel finale) ed il secondo ormai sempre più capace di giocare nella zona sinistra del campo senza però essere ancorato in una zolla specifica ma sfruttando tutto il campo a sua disposizione.

Con il termine del girone d’andata si può ormai dire che la scelta di Inzaghi è stata quella giusta con il tecnico piacentino bravo a proseguire il percorso iniziato da Conte un po' come fece il primo Allegri alla Juventus. A differenza del passato, però, la squadra sembra più libera di testa e questa libertà la si vede anche nel gioco più propositivo e bello esteticamente rispetto a quello ordinato e speculativo varato nel biennio Conte.
Il primo posto in classifica (più quattro sul Milan primo inseguitore) e il passaggio agli ottavi di Champions (dove l’Inter troverà il Liverpool) sono i giusti premi per una squadra che finalmente è tornata ai livelli che le competono dopo anni di difficoltà.