Il campionato di calcio italiano sta per volgere al termine, un campionato che ha regalato tante sorprese e che si accinge a concludersi con non pochi colpi di scena.

Post campionato l’attenzione si sposterà inevitabilmente sul calciomercato e sulla Nazionale, quella di Mancini e soprattutto sull’U21 impegnata in un delicatissimo europeo casalingo.

La Nazionale dei piccoletti è chiamata a difendere il primato di vittorie, ben 5, dall’insidia spagnola che nel 2017 perse la finale per 1-0 contro i campioni in carica della Germania. E’ proprio contro la Spagna la prima partita del mondiale degli azzurrini, la prima di un girone di ferro formato dalle insidiosissime Belgio e Polonia. Un girono, che a differenza degli altri due, non è scontato e può decidersi all'ultima giornata.  Il mondiale inizierà il 16 giugno, ma come ci arrivano gli azzurrini? Gli azzurrini provengono da 2 deludenti pareggi nel 2019, contro Croazia (partita dominata per tutto il primo tempo conclusosi con un 2-0 in favore degli azzurri) ed Austria (deludente 0-0), ma soprattutto da quattro partite senza vittoria, con sonore sconfitte contro Germania ed Inghilterra terminate entrambe per 2-1. L’Under 21 è una nazionale che non riesce ad esprimere a pieno il suo potenziale e con evidenti difficoltà nel dominare per intero una partita che in molti etichettano come mancanza della mano dell'allenatore. Di Biagio, fino a questo momento, ha deluso le aspettative di tutti e il suo attuale score parla chiaro: in 10 partite disputate, dal rientro dopo la breve parentesi con la nazionale maggiore, ne ha vinte solo 2 (contro Albania e Tunisia), ne ha pareggiate 3 (unico pareggio di successo quello con la Francia per 1-1) e perse addirittura 5. La sua Italia non ha mai convinto sul piano del gioco e delle prestazioni, ma in questo Europeo non parte sconfitta; la nazionale azzurra si è candidata ad essere una delle protagoniste dell’Europeo forte del fattore casalingo (che all’Olanda portò bene nel 2007) e forte del probabilissimo rientro in rosa dei vari big quali Kean, Donnarumma, Barella e Chiesa. Senza dimenticarsi dei due romanisti Pellegrini e Zaniolo.

Il primo dubbio da sciogliere è sicuramente quello del modulo: Se Di Biagio dovesse avere a disposizione tutti i big, è molto probabile che opti per un versatile 433 (4231 all’occorrenza). Una formazione che vede tra i pali il portierone milanista Donnarumma, forse il meno probabile degli uomini di Mancini, ma pur sempre autore di prestazioni più convincenti di quelle di Meret ed Audero; e la coppia di difensori centrali formata da Bastoni ed il promettente Mancini, con Romagna e Luperto prime alternative. Per il ruolo di terzino sinistro non esiste una gerarchia; se da una parte pare ci sia un ballottaggio tra Di Marco e Pellegrini autori entrambi di un ottimo campionato, la scelta potrebbe sorprendentemente cadere su Raoul Petretta del Basilea che vanta ottime prestazioni anche in Europa League o Pezzella del Genoa. Per il ruolo di terzino destro le alternative sono decisamente inferiori, il titolare inamovibile Calabria si è fatto male e il suo posto potrebbe passare all’adattato Di Marco, che pare convincere più di De Paoli, o a Calabresi del Bologna, vero e proprio jolly della difesa capace di ricoprire tutti i ruoli. Molto meno probabile vedere Adjapong in quel ruolo nonostante sia la sua posizione naturale. La qualità della rosa, che vede portieri di assoluto livello, si alza maggiormente con il reparto dei centrocampisti e degli attaccanti. Il trio dei centrocampisti dovrebbe essere composto da Barella nel ruolo di regista adattato e dalle due stelline romaniste Zaniolo e Pellegrini capaci di giocare come mezz’ali e trequartisti, permettendo alla squadra di cambiare modulo nel corso della partita.
Nel caso in cui dovessero mancare i tre titolarissimi, Di Biagio ripiegherebbe sull’affidabile trio composto da Mandragora, Locatelli e Murgia con caratteristiche meno offensive ma con maggiori doti nel palleggio e con in panchina Cassata e i millennials Tonali e Caviglia. In Attacco le alternative non mancano, sicuri titolari sono lo juventino Kean e il filgio d'arte Chiesa, mentre il terzo posto potrebbe spettare a Cutrone (nel caso in cui Kean venisse impiegato nel ruolo di esterno come nella nazionale maggiore) o ad un Orsolini che sta trascinando il Bologna verso la salvezza. Faranno parte della spedizione anche Pinamonti e Parigini. In caso di assenza di Kean e Chiesa l’Italia perderebbe molto dal punto di vista dell’offensività, con un trio meno dinamico formato da Orsolini, Cutrone e Parigini con Edera, Vido e Pinamonti pronti a subentrare.

La formazione ideale è dunque la seguente: Meret -De Paoli - Bastoni (piede sinistro) - Mancini (piede destro) - Di Marco -Zaniolo – Barella – Pellegrini - Orsolini – Kean - Chiesa.

Con la panchina formata da: Audero, Scuffet, Pellegrini, Romagna (piede destro), Luperto (piede sinistro), Calabresi (jolly), Petretta, Locatelli, Mandragora, Murgia, Tonali, Pinamonti, Parigini, Cutrone (più decisivo quanto subentra).

Dove può arrivare questa rosa?

Sulla carta la formazione italiana, con tutti i big schierati, ha tutte le carte per arrivare fino in fondo come accadde nel 2013 quando persero la finale con la Spagna. Ci sono altre nazionali pronte e forse più attrezzate della nostra, ma il fattore casa e la voglia di mettersi in mostra di alcuni giocatori come Chiesa, Orsolini, Di Marco e Barella (che sognano l’upgrade in una squadra più blasonata) potrebbero incidere positivamente sul morale e sulle prestazioni delle squadra. Tolto l’allenatore, che potrebbe sorprendere tutti e replicare la prestazione di Mangia (allenatore dell’Under 21 che arrivò in finale nel 2013), la vera incognita è rappresentata dall’intero reparto difensivo formato da quasi tutti elementi senza esperienza europea; la difesa che nel mondiale under 20 fu il punto debole della squadra trascinata da Orsolini e Panico fino alle semifinali. Il centrocampo, anche senza i big, è il punto di riferimento della squadra con Mandragora capitano e uomo squadra chiamato a replicare le ottime prestazioni intraviste durante l’esperienza con l’under 20 di Evani. Mancini dovrebbe permettere a Di Biagio di portare con sé tutti i titolari per incrementare le possibilità di vincere il titolo che manca dal 2004 e lasciarli esplodere definitivamente come accadde per Alcantara ed Isco nel 2013.

Nulla è certo ma di sicuro è l’Europeo under 21 più difficile degli ultimi anni e sembra volersi candidate come il più spettacolare ed imprevedibile; il tasso tecnico di molte nazionali è altissimo e ci sono almeno 6 favorite al titolo, nessuna sembra prevalere sulle altre.
Riuscirà l’Italia a spuntarla?