La Juventus annuncia Paul Pogba e Angel Di Maria. L'Inter annuncia il ritorno di Lukaku. La Roma ha preso Nemanja Matic.
Sono calciatori di indiscutibile valore tecnico e di carisma e la mia intenzione non è quella di criticarli, anzi. La riflessione verte sulla scelta di alcuni dei più importanti club italiani di puntare su giocatori già ampiamente affermati, "rigettati" dalla Premier League che tornano in Serie A (Matic escluso).

Nel calcio di oggi si usano sempre di più termini legati al mondo della finanza e dell'azienda, come business plan/visione di medio-lungo periodo/asset societari/ecctera, ma poi non si trovano riscontri pratici.
La Juventus decide di ingaggiare Vlahovic a gennaio per garantirsi la partecipazione alla Champions facendo un investimento che supera i 100 milioni di euro, per un giocatore di 22 anni con ampi margini di crescita. Sembra che si stia pianificando la Juve dei prossimi 3-6 anni. Poi a giugno punta su Di Maria (dopo uno stucchevole tira e molla) 34enne, che vuole mantenersi in forma per i Mondiali di novembre prima di chiudere la carriera in Argentina. Non contenti ingaggiano a parametro 0 (commissioni escluse) Paul Pogba, ceduto per 105 milioni al Man Utd e autore di diverse stagioni con più ombre che luci.
L'Inter cede Lukaku per 115 milioni di euro ad agosto 2021 e lo riprende in prestito oneroso a giugno 2022 (totale costo annuale circa 18/20 mln); dopo mesi di flirt con Dybala, l'argentino viene messo da parte per permettere il ritorno del figliol prodigo Romelu ("scappato" da Milano, secondo la curva nord).
Queste operazioni arrivano dopo gli scellerati ingaggi di Ramsey/Rabiot/Arthur per la Juve e Vecino/Vidal/Sanchez per l'Inter, che hanno avuto come unico effetto quello di appesantire il monte ingaggi con più di 10/12 milioni di euro lordi a giocatore. 

Io sono tifoso del Milan e ammetto che i primi mercati di Maldini (e Boban) non mi avevano particolarmente scaldato, però poi ho dovuto ricredermi! Theo Hernandez, Tomori, Kalulu, Kjaer, Giroud, Brahim, Messias, Saelemekers, Florenzi, sono tutti giocatori scelti perché visti come una soluzione per le carenze della squadra (tecniche o carismatiche).
Adesso il Milan è (colpevolmente) partito tardi, ma ha le idee chiare: giocatori giovani ed esperti assieme, non si fanno spese folli e, soprattutto, i nomi da acquistare sono già decisi da tempo. Sul taccuino di Maldini/Massara/Moncada ci sono più nomi in grado di rinforzare la squadra e sono tutti giocatori funzionali al progetto e, da non dimenticare, che hanno voglia di venire al Milan e fame di vittorie.

La domanda che mi faccio (e vi faccio, se vi va di commentare) è: ha senso fare un mercato così? Ha ancora senso correre dietro al 'nome' (Di Maria suona meglio di Saelemekers) invece che cercare di soddisfare una necessità tecnica?
L'impressione che viene data all'esterno è quella di una schizofrenia di fondo, tutti alla ricerca del colpo a sorpresa, del nome di grido, senza poi considerare che ci sono giocatori con grandissimi margini di crescita che non vengono presi in considerazione per una miopia progettuale.
Chiudo dicendo che la mia riflessione non deve essere letta come un "ah che bravi siamo noi del Milan, mica come gli altri", ma vorrei cercare di capire se anche voi la pensate come e, se così non fosse, cercare di capire il perchè, magari mi sto sbagliando io...