Analizzare il calcio di oggi è qualcosa di molto semplice, non esiste più lo sport per cui abbiamo pianto, gioito e goduto, il tutto si è ridotto ai capricci dei superuomini, super ricchi che, per puro piacere personale, rilevano società, le imbottiscono di campioni, per poi se tutto va bene, vincere una coppetta qua e la per poi fallire miseramente con bilanci in rosso.
E noi tifosi? Beh, noi tifosi resistiamo, dietro a ciò che crediamo ancora sia una fede, una sorta di devozione che ci porta a credere che la vecchia e amata sfera di cuoio, rotoli sul terreno di gioco come un tempo. Ma non è così. Le cenerentole del calcio sono sparite, o quasi. La favola Leicester, la mitica Grecia del 2004, beh sono sempre più mosche bianche. Il divario tra grandi e piccole, in barba al FairPlay finanziario, si fa sempre più ampio, e le piccole realtà sono destinate a fallire, a combattere contro un sistema marcio che mai permetterà loro, di competere e combattere come un tempo. Esempio lampante, i diritti TV. In Italia si segue una sorta di strana scala, che punta a sostenere i bilanci delle grandi ex "sorelle", con a capo le due milanesi e la vecchia signora torinese. E la piccola Salernitana? Il Crotone dell'anno scorso? Chi le tutela? Ebbene sì, nessuno. In premier la suddivisione dei compensi TV, invece, è nettamente diversa con suddivisione budget in base al bacino di utenti (tifosi) al merito sportivo e, sopratutto, l'ultima di Premier guadagna più dei campioni d'Italia.

Siamo noi a pagare il fallimento Cristiano Ronaldo, siamo noi a pagare i mille abbonamenti TV per poter guardare ciò che amiamo, siamo noi che siamo già rassegnati ad una champions/Europa League da comparsa. Il calcio del popolo è scomparso e a breve il ruolo del calcio nella gerarchia degli sport mondiali cambierà. Spese insostenibili, guadagni miseri. Proprio come il pianeta terra, se la UEFA e la FIFA permetteranno ancora ciò, il calcio sarà destinato a sparire per sempre. E noi tifosi, malati di calcio, ci accontenteremo dei ricordi in bianco e nero, sbiaditi, ma pieni di colori nei nostri cuori, quando quella sfera di cuoio era ciò per cui lottare, ciò per cui sognare.
Addio caro e vecchio calcio.