Correva l’anno 1996, giorno 19 di Marzo, una data qualunque sul calendario, nessuno sbarcò sulla luna o intraprese viaggi nello spazio ma una stella fece il percorso inverso ed atterrò su un campo di calcio in quel di Bordeaux, indossò la maglia numero 7 dei transalpini e la sua luce invase il tappeto verde.
Era il ritorno di una partita di Coppa Uefa, all’andata a Milano il Milan vinse 2-0, al ritorno ci fu una clamorosa rimonta del Bordeaux con un perentorio 3-0. Questa stella non apparve nel tabellino marcatori ma abbagliò i miei occhi ed arrivò al mio cuore che in quel momento prese la forma di un pallone.
Il suo nome era già di per sé poetico, sembrava uscito da una filastrocca e la sua caratteristica chierica iniziava a farsi strada su quella testa un po’ squadrata. In campo le sue sembianze erano però quelle di un cigno, un’eleganza mai vista prima, non sarà stato il miglior giocatore di calcio in assoluto ma in quanto a classe credo non abbia eguali.

Zinedine Zidane non aveva ancora compiuto 24 anni ed il suo talento fino ad allora era rimasto intrappolato nella periferia del calcio ma, da li a poco, la Juventus decise di affondare il colpo e portarlo in quel di Torino per deliziare i propri tifosi, far innamorare i bambini che tiravano i loro primi calci al pallone per non parlare dei loro nonni che, rimasti orfani tanti anni prima di Platini, potevano finalmente far ribattere i loro cuori davanti alle giocate poetiche del francese con la maglia bianconera numero 21.
In quella Juve non vinse tanto, due campionati, la Supercoppa italiana, un’Intercontinentale, una supercoppa Uefa oltre al suo personale pallone d' oro ma se si ponesse la domanda a qualsiasi tifoso bianconero chiedendo chi ti fa innamorare della Juventus, Mandzukic che ha vinto quattro campionati italiani o Zidane che ne ha vinti solo due credo che la risposta sarebbe scontata, non sono il numero di vittorie che ti fanno amare il gioco del calcio ma cosa trasmetti correndo dietro al pallone.

In quegli anni passarono dalla Juve tra gli altri Ravanelli, acquistato dalla Reggiana in serie B e sempre dalla Reggiana arrivò Padovano un paio di anni dopo, Di Livio, prelevato sempre nella serie cadetta dalla compagine patavina, Paulo Sousa, acquistato in gran segreto in una giornata di Aprile per non dire di Antonio Conte, bandiera prima amata e poi odiata arrivato dal Lecce e non per ultimo lui, la Juventus fatta a uomo, Alessandro Del Piero, acquistato dal Padova ancora 18enne che scrisse infinite pagine di amore bianconero.àTralascio l’operazione scambio Salas per Cristiano Ronaldo diciasettenne che non andò in porto solo per il rifiuto del Cileno a trasferirsi, avremmo ammirato in squadra un altro talento indescrivibile che negli anni a seguire sarebbe diventato uno dei migliori giocatori di sempre.
Permettetemi di aprire una parentesi sul Michele Padovano uomo, negli ultimi anni ho letto e sentito notizie di cronaca che non lo descrivono per come ho potuto appurare, anche se per poco, in prima persona.
Circa 4 anni fa sono stato tamponato in auto dal buon Michele, ho ancora negli occhi e gliel’ho ricordato, il secondo goal che fece al Real Madrid in quella semifinale di Champions League che ci vide vittoriosi per 2-0 e ci decretò pochi giorni dopo campioni d’ Europa - caso vuole fosse il 20 Marzo 1996, il giorno seguente l’ apparizione della stella Zidane - che dire, per quanto visto posso solo definirlo un vero Signore, si è comportato come un uomo gentile ed educato, razza ormai in estinzione su questo pianeta.
È subito sceso dell’auto preoccupandosi che non avessi riportato traumi fisici, non si è presentato come l’ex giocatore della Juventus ma come un semplice uomo, l’ho riconosciuto dopo aver visionato i documenti, si è assunto le responsabilità del sinistro compilando il Cid, ci siamo scambiati i numeri di telefono per eventuali inconvenienti con le assicurazioni e per ultimo foto ricordo, ovviamente con la sua auto incidentata come sfondo...

Tornando ai giocatori passati in quel periodo di fine anni ’90 quanti di noi si sono fidanzati con il calcio ammirandone le gesta?
Erano sicuramente altri tempi, il calcio era amore, passione, desiderio di scoprire talenti e vederli diventare campioni con la maglia bianconera.
Come tutti i tifosi juventini ho sofferto, calcisticamente parlando, l’anno in serie B ma ogni anno che passava era sempre più grande il desiderio di tornare ad essere Juventus, a far vedere al mondo che eravamo tornati lo squadrone di un tempo...

Si tornava a fare operazioni di mercato da Juventus, intelligenti e dettate dal campo, un Pirlo a parametro 0, un Barzagli preso per due pacchetti di patatine tedesche dal Wofsburg ed eccoli li, i talenti calcistici ancora inespressi, Arturo Vidal dal Bayer Leverkusen ed il diciannovenne Paul Pogba costato meno di una Coca Cola, per poi trovare un Tevez a buon mercato ed un giovane Morata in rampa di lancio e Paolino Dybala,  talento cristallino dai muscoli fragili...
La società era unita, ben viva era la voglia di creare una squadra sempre più forte affidandosi alle conoscenze calcistiche, la mente era focalizzata al campo con un occhio al bilancio, poi però... da un giorno all’ altro…. Bummm!!!
Una botta in testa, un virus mentale, chissà cosa è successo?!?
La prima follia investire tutto il ricavato dalla cessione di Pogba su Higuain, un attaccante 29enne, scarto del Real Madrid che il meglio, era prevedibile, l’avesse già dato... Bernardeschi, un giocatore solo discreto e discontinuo, strapagato agli storici rivali fiorentini la bellezze di 40 milioni..
Un trentenne Matuidi, fabbro del centrocampo scartato dal PSG pagato 30 milioni, il doppio di quanto sborsato per formare uno dei centrocampi più forti mai visti in maglia bianconera (Pirlo, Pogba, Marchisio, Vidal costati soli 12 milioni).
Ma il virus mentale doveva ancora battere il colpo più forte, acquistare per 115 milioni Cristiano Ronaldo dandogli uno stipendio da nababbi…
Chi è furbo, il Real Madrid che lo acquistò a 94 milioni nel 2009, si è goduto i suoi anni migliori e ci ha pure guadagnato milioni dalla cessione o la Juventus, che ha investito un capitale su una stella a fine carriera pensando potesse risolvere chissà cosa e ritrovarsi ora un ex campione fermo in campo, ma molto presente in quanto a costi societari?
Quel che è stata la sua carriera non è paragonabile al Cristiano Ronaldo di 36 anni, assettato di record personali
che in campo è cosi palese non sia utile alla squadra, la sua immagine attuale per me equivale a quella del ragazzino all’oratorio che aspettava la palla sempre davanti alla porta per fare goal e non si muoveva mai, certo, tanti goals da fermo ma il calcio è pur sempre un gioco di squadra...
La verità è che in società qualcuno si è sentito grande, non si sono più cercati giocatori funzionali, giovani campioni da fare crescere e si è puntato sul nome famoso a fine carriera per fare business, su parametri 0 già conosciuti per la loro fama di essere sempre presenti nella squadra “infermieri” accreditandogli ogni mese stipendi da top player, su calciatori che sono stati in passato ma non nel presente, si è puntato soprattutto sui procuratori e non sui giocatori.
Il risultato è una rosa scadente, un monte ingaggi mostruoso ed un rosso in bilancio.
Mia madre diceva sempre che dagli errori si impara, mi dispiace smentirla ma già il ritorno di mister Allegri fa pensare che non si sta rimediando agli errori ma anzi, si stiano ripetendo!
Se il Livornese era il mister su cui puntare con decisione, l’anno di Sarri è stato pagato milioni per accomodarsi sul divano, mandato via Sarri si poteva benissimo richiamare essendo libero invece no... In una settimana si è passati dalla presentazione di Pirlo mister dell’ Under 23 a Pirlo mister squadra principale, scelte prese senza una programmazione, da come ci si sveglia la mattina...

Ora si torna all’acciughina salata con il suo calcio soporifero, lo definisco un ottimo oratore che  - purtroppo non ci sarà mai la controprova - se avesse allenato la squadra di quest’anno non avrebbe ottenuto risultati migliori di quelli ottenuti da Pirlo, vittima sacrificale su cui si è deciso di ribaltare le responsabilità degli insuccessi nascondendo i veri motivi di questo declino degli ultimi anni.
Leggo tanti nomi che potrebbero arrivare per riportarci ai fasti passati, un ritorno di Pjanic trentunenne bollito già da qualche anno che di certo non potrà con la bacchetta magica trasformarsi in fenomeno, solo il suo stipendio è della categoria, un rinnovo contrattuale del trentasettenne Chiellini, schiavo del suo polpaccio e per non farsi mancare l’ennesimo svuotamento di cassa dare 40 milioni al Sassuolo per un discreto giocatore Locatelli, sicuramente non idoneo ad essere titolare in un top team Europeo e che fra tre anni prenderebbe il posto di Bernardeschi nei nostri cattivi pensieri.
Dov’è finita la Juventus che acquistava il giovane Del Piero, il talentuoso Zidane, i gregari Di Livio, Deschamps, Ravanelli a buon prezzo che non erano campioni ma lo sono diventati in maglia bianconera?
Sembrava risorta con l’acquisto di Pirlo, Vidal e Pogba ma era solo un’ illusione…
Ridateci la nostra Juventus e la sua programmazione, ridateci l’amore per il talento, per il calcio!!