Una volta valevano oro. Gli attaccanti che "la buttavano dentro", intendo. Egoisti, poco collaborativi, a volte lenti, macchinosi e presuntuosi. Ma la buttavano dentro. E le squadre ci investivano. Erano disposte a litigare con il mondo per averne uno in squadra. E, quando ce li avevano finalmente, li coccolavano a rischio di far innervosire allenatori e compagni di squadra.

Poi, qualcosa è cambiato. Il pressing, il contro pressing, la squadra corta, la squadra stretta, il tiki-taka. Insomma, si preferiscono centravanti di manovra, anche a costo di non fargli fare proprio il centravanti (il falso nueve). Per le squadre più forti è diventato un lusso. La collocazione di questi pezzi pesanti del calcio è drenata nelle squadre di seconda fascia o in quelle che lottano per non retrocedere. In queste squadre, servono ancora come oro, coprono magagne tecniche, salvano allenatori ed esaltano le tifoserie.

Proprio questo è stato il ruolo di Mauro Icardi nell'Inter post triplete, degradata da ammiraglia a vascello. E lo ha fatto bene, a volte diciamolo benissimo. Quando l'Inter ha deciso di fare il salto in avanti per provare a tornare in alto è passato da oro a piombo e, quindi, sacrificabile. Già Spalletti aveva mostrato in tempi non sospetti un certo fastidio per questa boa inamovibile e ha provato a farlo correre di più. In certe partite Icardi ha provato ad invertirsi con gli esterni (Perisic da un lato e Candreva/Politano dall'altro), quasi sempre con l'atteggiamento di chi fa una gita fuori porta. Poi, altre questioni lo hanno affossato completamente, almeno in nerazzurro. Icardi farebbe la fortuna del 90% delle squadre, ma a lui non interessano. Comprensibilmente direi. Dopo aver assaporato e toccato i quartieri alti, quando immaginava il salto definitivo nell'olimpo calcistico (con o senza Inter) non se la sente di essere considerato di "seconda fascia". Eppure, nella Roma o nell'Atalanta, farebbe sfracelli. Lui vuole la grande opportunità che però le grandi squadre europee non sono disposte a concedergli, forse anche a causa di una manager ingombrante. Restano la Juve ed il Napoli, come uniche eccezioni. La prima ha Sarri che stravede per lui e che era disposto anni fa a far girare una intera squadra (il Napoli di ieri) intorno al rosarino.

Ma oggi, sarebbe possibile? La Juve ha una rosa molto importante e una stella gigante cui gravitano tutti intorno: Ronaldo. Icardi risulterebbe ingombrante e perfino superfluo. Tatticamente, per la Juve, Icardi significa andare a coprire molte zolle che Ronaldo vuole vedere libere o al limite con un pivot per il triangolo. Insomma, per l’Inter cedere Icardi alla Juve potrebbe significare liberarsi di un (grande) problema e crearne uno (più piccolo) alla Juve. Sarebbe il delitto perfetto, ma credo che la Juve non abbia mai avuto serie intenzioni in proposito, al di là dei titoloni sui giornali e, l'affaire Lukaku, sta lì a dimostrarlo.

Resta il Napoli. Tatticamente sarebbe il pezzo mancante di un bel puzzle e Ancelotti che non è un estremista tattico (non più almeno), sicuramente gli troverebbe i giusti spazi per farlo esprimere al massimo. Di più. Icardi potrebbe mettere il Napoli quasi al livello della Juve e sicuramente molto avanti all'Inter stessa! Per i nerazzurri autolesionismo allo stato puro. E quindi? Inter o Napoli? Non lo so, ma in ogni caso i nerazzurri ci perdono.