Dove è finito il calcio siciliano? L'ultima presenza in serie A di una squadra sicula risale a tre stagioni fa quando ancora vi giocava il Palermo. Con i rosanero si chiuse il meraviglioso ciclo delle squadre siciliane nella massima serie dopo aver incantato tantissimi tifosi isolani con tante gioie e soddisfazioni. Sono stati veri e propri anni d'oro, tanti i giocatori importanti che sono passati dalla squadre isolane, alcuni di loro sono riusciti, addirittura, nell'impresa di far parte della rosa della nazionale italiana vincitrice dei campionati del mondo del 2006. Luca Toni, Simone Barone, Cristian Zaccardo, Andrea Barzagli e soprattutto l'eroe del rigore decisivo in finale di Coppa del Mondo contro la Francia, Fabio Grosso. Ma allo stesso tempo anche tanti sono stati gli allenatori che si sono succeduti, con il passare degli anni, sulle panchine delle nostre squadre, tra chi già era affermato (Guidolin, Delio Rossi, Serse Cosmi, Gigi Delneri, Giampaolo) e chi invece si è lanciato nel grande calcio (Walter Zenga, Sinisa Mihajlovic, Vincenzo Montella, Diego Pablo Simeone, Rino Gattuso, De Zerbi, Maran). Chi scrive è un nostalgico siciliano che ha vissuto quei bellissimi anni con una grande passione, godendo della bellezza della Serie da tifoso abbonato, per sette anni, in curva sud allo stadio Angelo Massimino di Catania. L'epoca d'oro è ormai finita da tempo e le squadre potenzialmente più importanti sono invischiate nel purgatorio di una Legapro sempre più difficile da affrontare. Tuttavia mi piacerebbe condividere insieme a voi alcune delle mie prime esperienze “da tifoso da stadio” coincise con l’arrivo in serie A delle squadre della mia terra.

LA MIA PRIMA PARTITA DI SERIE A ALLO STADIO: MESSINA- JUVENTUS
Non potrò mai dimenticare la partita Messina - Juventus allo stadio San Filippo
. Ero ancora un ragazzino all'epoca, cresciuto con i poster di Del Piero appesi sulle pareti della mia stanza. Un giorno mio padre mi disse mentre eravamo a tavola: "un mio amico mi ha detto che c'è la possibilità di prendere dei biglietti per vedere Messina Juventus ci vuoi andare?" cavolo nella mia testa al solo pensiero di vedere Del Piero e Ibrahimovic (giovanissimo) dal vivo sono sobbalzato letteralmente dalla sedia e gli ho detto di andare a prenderli di corsa. Onestamente è stata una proposta del tutto inaspettata da parte di mio padre visto la sua profonda fede interista, così va deciso ad acquistare i biglietti compresi di pullman per arrivare allo stadio. Finalmente arrivò il giorno della partita, mi ricordo bene quella giornata ero tutto un fremito ed emozionatissimo, non era la mia prima volta che mi recavo ad uno stadio, avevo già visto qualche partita di B al vecchio Cibali di Catania, però mai avevo assistito ad una partita di serie A e per di più con la Juventus dal vivo. Era un anticipo del sabato pomeriggio alle 18 del 19 Febbraio 2005, gara valida per la sesta giornata di ritorno di campionato. Io e la mia famiglia siamo catanesi ma per ragioni di lavoro abitiamo a Siracusa, una città a circa 90 Km da Catania, da quasi trent'anni. Partimmo da Siracusa con il Pullman esattamente alle ore 15 insieme a tanti altri tifosi juventini (sotto mentite spoglie) per raggiungere lo Stadio San Filippo di Messina, un percorso lungo più di un'ora e mezza. Giornata uggiosa con il rischio pioggia a tenerci compagnia durante tutto il tragitto, tante le risate in quel pullman con persone del tutto sconosciute in trepidazione per vedere i propri beniamini dal vivo a Messina. Arrivammo allo stadio intorno alle 17:00 scortati dalla polizia, quando ci recammo all'ingresso del settore C, nel cuore dei tifosi messinesi (quindi in uno spicchio di curva) al controllo dei biglietti gli steward ci fecero delle raccomandazioni ben precise prima di entrare "fate attenzione a non esultare se dovesse segnare la Juve siete insieme ai tifosi messinesi ricordatevelo". Quindi appena entrati sciarpe al collo del Messina (gentilmente offerte dagli ultras per fare coreografia) e subito in curva. Appena arrivati le squadre si stavano già riscaldando e vedevo benissimo i calciatori, stadio stracolmo, tifosi che venivano dalla Calabria, da Catania, da Palermo, da Siracusa e addirittura da Malta, un'immagine di calcio splendida difficile da dimenticare sia per i messinesi che per i siciliani in generale. Con queste premesse iniziò la partita, un Messina compatto e ben messo in campo dall'allora tecnico Bortolo Mutti artefice delle tre promozioni, consecutive, dalla C alla A. La squadra da del grande filo da torcere ad una Juventus piena zeppa di campioni e con Fabio Capello in panchina a guidare la squadra bianconera. Una partita avara di emozioni, la prima occasione c'è l'ha proprio il Messina che colpisce il palo con Riccardo Zampagna (grande bomber di provincia) accompagnato da un boato di 40000 spettatori e noi juventini "infiltrati" a far finta di essere delusi per non insospettire nessuno. Una Juve fino a quel momento piuttosto spenta, cercò di reagire e lo fece soltanto negli gli ultimi venti minuti di gioco colpendo un palo con Ibrahimovic e con un miracolo di Marco Storari ancora su Ibra. La Juve tentò l'assalto finale ma il Messina con la spinta del suo grande pubblico riuscì a tenere botta e la partita terminò sullo 0 a 0, ottenendo un risultato storico contro la squadra che quell'anno diventerà campione d'Italia a scapito di un grande Milan. Una giornata impossibile da dimenticare nonostante lo zero a zero, fino a quel momento non avevo mai visto nulla del genere in vita mia dal vivo, tutta quella gente sugli spalti, tutti quei colori per la coreografia, il pubblico che spingeva i suoi giocatori in campo e soprattutto una squadra siciliana riuscita nell'impresa di fermare una corazzata come la Juventus. Un ricordo ancora vivo dopo quindici anni con la famosa sciarpa del Messina custodita come una sacra reliquia nella mia stanza.

LA PROMOZIONE IN A DEL CATANIA E IL DERBY DELLA DISCORDIA CON IL PALERMO
Dopo la splendida esperienza di Messina, l'anno successivo salì in serie A la squadra della mia città natale ovvero il Calcio Catania
. Una squadra che mancava dalla massima serie da ben 23 anni, un'emozione indescrivibile la promozione dalla serie B, indimenticabile la partita contro l'Albinoleffe all'ultima giornata di campionato, solo una vittoria avrebbe garantito la serie A al Catania. Era il 28 Maggio del 2006, io ero allo stadio, un caldo infernale accompagnava la splendida cornice di pubblico dell'Angelo Massimino. Uno stadio pienissimo e già pronto a festeggiare, non c'erano nemmeno posti a sedere tanto è vero che io e mio padre assistemmo in piedi alla partita senza nemmeno sentire la fatica. Il match ebbe inizio con toni festanti e fu Gionatha Spinesi con un abile colpo di testa a portare il Catania in vantaggio, lo stadio divenne una vera e propria bolgia poiché 25000 spettatori sentivano l’avvicinarsi del sogno chiamato serie A. Ma l'Albinoleffe del maestro Mondonico non mollava e riuscì a trovare il pari con Nello Russo, nonostante gli attimi di panico il pubblico continuò ad incitare la squadra con cori e applausi a scena aperta ad ogni pallone toccato. Fu all'inizio del secondo tempo che Umberto Del Core su un assist di Fabio Caserta trovò il gol del 2 a 1. L'esultanza fu così imponente tanto da essere quasi scaraventati dalla curva e ci misi un bel po’ di tempo prima di ritrovare mio padre in mezzo a quella folla festante. La partita terminò, lo stadio esplose di gioia e tutti partecipammo alla classica invasione di campo per festeggiare insieme ai nostri "eroi", è stata una delle emozioni più belle che abbia mai provato in vita mia, non lo dimenticherò mai. Fu così che il Catania iniziò la sua prima stagione in serie A confermando, per gran parte, i protagonisti della storica promozione tra cui spiccavano Gionata Spinesi, Fabio Caserta, Armando Pantanelli, Davide Baiocco e soprattutto il fantasista Pippo Mascara. Il Catania partí benissimo con una vittoria in trasferta contro il Cagliari alla prima giornata di campionato e riuscì a chiudere il girone d'andata addirittura nella parte alta della classifica grazie alle vittorie casalinghe dove la squadra rossoazzurra era riuscita a costruirsi un vero e proprio fortino tra le mura amiche. Ma la stagione del Catania cambiò letteralmente, come tutta la serie A, dopo il derby giocato in casa contro il Palermo il 2 Febbraio 2007. Una delle pagine più buie della storia del calcio, quella sera a causa degli scontri tra i tifosi e la polizia perse la vita l'ispettore di polizia Filippo Raciti. Una partita sul campo bellissima che il Palermo stava vincendo neanche troppo meritatamente per via dei gol di Caracciolo e Di Michele entrambi irregolari. Quella sera mi trovavo allo stadio e se devo essere sincero durante la partita non c'eravamo accorti di nulla di tutto ciò che stava accadendo fuori. Cominciammo a capire qualcosa di quei fatti terribili, quando l'arbitro Farina sospese la partita "per aria irrespirabile" e per i troppi fumogeni gettati nel settore dei tifosi palermitani entrati ad inizio secondo tempo. Ma il panico iniziò a diffondersi tra la gente sugli spalti quando gli occhi di tutti noi cominciarono a lacrimare, bruciare e a malapena aprirsi per via dei lacrimogeni lanciati dai poliziotti fuori dallo stadio nel tentativo di sedare gli scontri tra gli ultrà e la polizia. La partita riprese, dopo circa quaranta minuti, il Palermo vinse per 2-1 ma fuori dallo stadio le scene erano quelle di una guerriglia urbana, fortuna volle che mi trovavo ad assistere alla partita in Curva Sud e quando uscimmo dallo stadio il peggio era già passato dalle nostri parti ma continuava in altre zone dello stadio. Dopo quel match il campionato venne sospeso a data da destinarsi e al Catania fu inflitta una pena severissima, il Massimino fu squalificato fino alla fine del campionato con il resto delle partite casalinghe da disputare a campo neutro e a porte chiuse. Una stagione fin li fantastica distrutta da una delle pagine più buie della nostra serie A, le immagini fecero il giro del Mondo e soltanto quando tornai a casa quella sera mi resi conto insieme a mio padre del grave pericolo dal quale eravamo scampati.

CHE FINE HA FATTO IL CALCIO SICILIANO?
Sostenute da sempre dal grande calore delle rispettive tifoserie, il Palermo, il Messina e il Catania per tanti anni hanno avuto il merito di militare in serie A, conquistando record e vittorie che ancora oggi sono nel cuore di tutti gli appassionati. Ma di quei giorni di gloria non ne è rimasto quasi più nulla, infatti è già da qualche anno che i colori rosanero e rossazzurri hanno lasciato la massima serie, mentre per i “peloritani” è datata addirittura tredici anni fa l’ultima apparizione in A. E fu proprio nel campionato 2006/2007 che il calcio isolano raggiunse i massimi livelli a livello nazionale, grazie alla contemporanea presenza delle tre siciliane nella massimae serie. Oggi lo scenario è totalmente diverso e difficile da ripetere nell’immediato. Il Messina fu la prima società a sprofondare finendo nei dilettanti, campionato nel quale milita tutt’ora. Dopo quasi un decennio è arrivato il turno del Catania in B (nel 2015), fu addirittura retrocessa in serie C d’ufficio per le “presunte combine” nelle note vicende “dei treni del gol”, infine venne il turno del Palermo, due anni dopo, rispetto alla squadra rossoazzurra, oggi lotta per risalire nella massima serie dalla Legapro. Un lento e doloroso declino derivato da illeciti, gestioni inefficaci e cambi di proprietà che hanno portato il calcio siciliano nel lastrico. Ma la gente non ha perso comunque la passione, il tifo rimane sempre caldo nei confronti della propria squadra del cuore non a caso il Catania, negli ultimi anni, ha fatto registrare il più alto numero di presenze di tifosi allo stadio, prima del covid, in Legapro. La speranza e che prima o poi queste importanti piazze possano ritornare nel grande calcio in tempi brevi attraverso una programmazione seria per poterci far rivivere quel sogno chiamato serie A dal quale ci siamo dovuti risvegliare.

Dedico questo articolo ad una persona speciale che proprio nel giorno di capodanno è venuta a mancare, una grande donna, colonna portante di un’intera famiglia. Riposa in pace Pina!!

Un caro saluto a tutti
Ciccio