D'oro: tre punti preziosi come il metallo nobile per eccellenza, splendente ed inattaccabile dagli agenti chimici, usato nella monetazione ed in oreficeria.
Di piombo: tre punti gravosi come il metallo simbolo della pesantezza, utilizzato per la fabbricazione di tubi da condutture, di rivestimenti, di placche e di recipienti schermanti.
In questi due elementi c'è il senso profondo della vittoria ottenuta dai ragazzi terribili di mister Pioli sul campo della Sampdoria, nonostante una formazione ampiamente rimaneggiata, nonostante l'assenza della "spina dorsale" della squadra (Kjaer- Bennacer- Ibrahimovic), nonostante le fatiche di coppa di appena settantadue ore prima. E nonostante l'avversario di stasera, a dispetto della classifica e del momento di forma, sia un osso davvero duro, con buonissimi giocatori in campo (si pensi agli ex-nazionali Quagliarella, Gabbiadini e Candreva, su tutti) ed un grande allenatore (sir Claudio Ranieri) in panchina: vedremo quante big usciranno dal Marassi blucerchiato col bottino pieno. Il Milan la spunta grazie ad una tenacia, una fiducia nei propri mezzi, una continuità di prestazioni ed un'abnegazione che trova pochi pari nel nostro campionato: in questo momento, nessuno gioca al calcio con lo spirito del Milan. Con o senza il totem Zlatan, che nella neve di Milanello sta forzando i tempi di recupero per poter rientrare già alla prossima (in casa col Parma).

Il Milan s'impone per 2-1 al termine di un match dai due volti, vissuto al cardiopalma fino all'ultimo pallone che al 95' il sampdoriano Ekdal spedisce di testa sul fondo: sarebbe stata una beffa, ma beffa non è stata.
La formazione rossonera, priva dei tre elementi fondamentali sopra citati e di Leao, gioca un primo tempo di buona fattura, su ritmi discreti, sebbene la prima palla gol sia per i padroni di casa: solo un miracolo (l'ennesimo) di Donnarumma impedisce al colpo di testa di Tonelli di gonfiare la rete da pochi passi. Poi sale in cattedra Rebic, ancora a secco di gol ma sempre utile alla manovra ed al gioco milanista: prima si fa respingere una conclusione a botta sicura dal difensore avversario Ferrari, poi costringe Tonelli al salvataggio miracoloso sulla linea di porta. Sembrava gol, ma non lo è: la tecnolgia conferma. La svolta del match arriva proprio sui titoli di coda della prima frazione: Jankto tocca col braccio un pallone innocuo, Calvarese fischia l'ottavo rigore stagionale per il Milan (il braccio è altissimo, per quanto i blucerchiati protestino molto). Kessie va sul dischetto ed insacca centrale: i fantasmi degli ultimi errori sono cancellati ed i rossoneri vanno negli spogliatoi in vantaggio. Il Milan non domina, ma tutto sommato merita.

La ripresa palesa immediatamente ritmi minori ed i rossoneri soffrono per alcuni tratti la Sampdoria, ma come nel primo tempo, l'occasione da gol giunge alla squadra che sembra in difficoltà: un delicato colpo da biliardo di Tonali si spegne sul palo. Peccato, sarebbe stato il giusto premio per la bella prestazione del centrocampista bresciano, finalmente al centro del progetto rossonero. Senza strafare, concentrando gli sforzi fisici e mentali sopratutto sulla fase difensiva, al 77' il Milan raddoppia grazie al neontrato Castillejo: lo spagnole è abile, al primo pallone toccato, a concludere in gol una bella combinazione sulla corsia sinistra tra Hauge e Rebic. 
Sembra finita, come candidamente ammetterà Pioli a fine partita, ma Ekdal la riapre cinque minuti dopo: Donnarumma concederebbe pure un miracolo-bis, ma il pallone varca interamente la linea di porta. La tecnologia, anche stavolta, conferma la decisione di Calvarese: 1-2. La Sampdoria ci crede e spinge con tanta foga e poche idee, il Milan si barrica e contiene senza troppi patemi d'animo per quasi quindici minuti: il colpo di testa di Ekdal, sulla sirena, sancisce l'ennesima vittoria rossonera ed il ventiquattresimo risultato utile consecutivo in Serie A. Vittoria, alla fine, meritata: due gol, un palo, un salvataggio sulla linea ed almeno altre 4/5 palle gol. 

Il Milan resta primo con cinque lunghezze di vantaggio sui cugini nerazzurri e, sopratutto, allunga a sette punti il vantaggio sulla quinta posizione, oggi occupata dal Sassuolo. Dopo 10 partite, aver accumulato un margine così importante sulle dirette concorrenti per un posto in Champions League, è il fattore che deve far sorridere i tifosi rossoneri: oltre al già citato +7, da sottolineare anche il +6 sul Napoli, +8 sulla Roma, +9 sulla Lazio e +12 sull'Atalanta (che ha una partita in meno). Juventus e Inter, per motivi di rosa, di fatturato e di monte ingaggi, non si considerano protagoniste di questa corsa, avendo l'obbligo di oggettivo di occupare le prime due posizioni a fine campionato.
Senza proclami, senza voli pindarici, il Milan continua a volare in classifica, ad inanellare vittorie e mettere tanto buon fieno in cascina.
Con buona pace del presidente del Presidente Ferrero: un gol l'hai fatto, due no.