Un uomo. Un calciatore brasiliano di ruolo ala destra con una doppia identità e una diversa qualità tecnica. Il primo calciatore è Eriberto da Conceicao Silva nato il 21 gennaio del 1979 a Rio de Janeiro. Il secondo è Luciano Siqueira de Oliveira nato il 3 dicembre 1975 a Rio de Janeiro. Due calciatori, due identità, una persona. Eriberto e Luciano sono la stessa persona. No, non è un caso di reincarnazione, ma un caso di football age, ovvero dichiarare una età minore per poter iniziare una carriera da calciatore.
La football age è un qualcosa che accade spesso in Africa, in questo caso la vicenda riguarda un calciatore brasiliano, ovvero Luciano Siqueira de Oliveira, fino al 2002 con l'identità falsa di Eriberto da Conceicao Silva.
Il tutto ha inizio in Brasile. Luciano ha il sogno di diventare un calciatore sin da bambino. Putroppo la sua situazione non è delle migliori. Rimane presto orfano sia di suo padre che di sua madre e inoltre ha anche problemi economici. Luciano viene dalla povertà. A 19 anni è senza lavoro e dipende economicamente dalla sorella e dal cognato, che si prendono cura di lui nel massimo delle loro possibilità. Tuttavia ha un dono, sa giocare a pallone. Con la palla tra i piedi non è niente male.
Un giorno un faccendiere senza scrupoli notando la bravura di Luciano nel giocare a calcio, gli propose di fare dei provini per delle prestigiose squadre brasiliane. Il giocatore ha talento, viene notato per questo ma aveva già una età che non gli permetteva di entrare nelle giovanili di qualche club brasiliano. Fu così che questo faccenderie gli propone dei documenti falsi che gli permetteranno di essere più giovane di quattro anni con la promessa di farlo entrare nel mondo del calcio e farlo diventare un calciatore professionista. Cambia anche nome e da Luciano Siqueira de Oliveira diventa Eriberto da Conceicao Silva. Accade nell'aprile del 1996. L'dentità era quella di un contadino brasiliano. La sua nuova data di nascita è il 21 gennaio del 1979. Poco dopo il Palmeiras di Rio de Janeiro decide di tesserare questo "diciannovenne" brasiliano. Nel 1997 esordisce in prima squadra nei professionisti con il Palmeiras con il quale colleziona 6 presenze e 0 reti. L'anno dopo, nel 1998, sempre con il Palmeiras gioca 19 volte mettendo a segno 5 reti nel massimo campionato brasiliano con il quale vincerà una coppa del Brasile. Viene anche convocato nell'Under 21 brasiliana, non sapendo che lui Under 21 non è.
Nell'estate del 1998 arriva a giocare in Italia, nel Bologna, notato dall'allora direttore sportivo bolognese Oreste Cinquini. Viene pagato 5 mld di lire. A Bologna mostra una grande tecnica, ma è troppo lezioso, eccede nei dribbling e inoltre fuori dal campo ha comportamenti non idonei. Viene fermato dalla polizia diverse volte ubriaco in macchina, anche guidando contromano sui viali della circonvallazione. Tra Serie A, coppa italia, intertoto e coppa uefa in due anni colleziona con la maglia del Bologna 55 presenze e due gol. Con i felsinei vince la coppa intertoto. Nel Bologna non lascia il segno. Viene così ceduto nel 2000 al Chievo Verona per 2 mld di lire in comproprietà. Chievo che poi comprerà l'intero cartellino per altri 2.5 mld di lire.
Nel Chievo arriva la svolta della sua carriera. Con il Chievo in Serie B conquista subito la promozione in Serie A giocando 35 volte nella serie cadetta e andando a segno 4 volte. L'anno dopo in Serie A, entra nella storia del Chievo Verona. Nel 2001/2002 fa parte del "Chievo dei miracoli" con il quale sorprende la Serie A conquistando un quinto posto. E' il Chievo di Gigi Del Neri e del suo inconfondibile 4/4/2 che quando attacca diventa un 4/2/4 con Eriberto e Christian Manfredini sulle fasce autentiche rivelazioni del campionato.
Si era realizzato. Aveva denaro e notorietà. Ma non la sua vera identità. Decide così di vuotare il sacco e togliersi questo peso dalla coscienza. La Lazio stava per comprare lui dopo aver preso il suo compagno di sgroppate sulla fascia Manfredini. Confessa tutto. Alcune fonti asseriscono che Eriberto potrebbe essere proprio il faccendiere che gli ha procurato i documenti falsi e non un contadino brasiliano, e che gli ha continuato a chiedere soldi in cambio del silenzio sulla vicenda. Insieme alla compagna di vita Raquel prende questa decisione con la ferma volontà di regolarizzare la sua posizione. Non vuole che i suoi figli portino un cognome che non è del padre.
Così confessa tutto dichiarando: «Non mi chiamo Eriberto ma Luciano, non ho 23 anni ma 27, non posso più fingere e voglio che mio figlio, almeno lui, si chiami col suo vero nome». Siamo nel 2002. Il caso sciocca il calcio italiano e diventa un caso da prima pagina. Gianluca Pagliuca, suo compagno al Bologna, dichiarò che erano soliti prenderlo in giro proprio perchè dimostrava più anni della sua età. Dopo qualche anno si è scoperto l'arcano. Chi scrive ricorda che da piccolo, come la maggior parte degli appassionati di calcio, facevo la collezione delle figurine dei calciatori, sia figurine Panini che figurine Merlin, e ricordo che anche io asserivo, scambiando i doppioni con altri collezionisti di figurine, che a me questo Eriberto mi sembrava che avesse più anni.
Viene condannato solo dalla giustizia sportiva e viene squalificato per 6 mesi dalla commissione disciplinare della F.I.G.C. “per avere volontariamente tenuto una condotta non conforme ai principi della lealtà, della probità e della rettitudine, nonché della correttezza morale e materiale”. Torna a giocare nel Chievo dopo la squalifica e in serie A colleziona 16 presenze e 1 gol con il suo vero nome, Luciano. Cambia il nome e cambiano le prestazioni tecniche. Non sembra lontanamente il calciatore ammirato con il nome di Eriberto. L'anno dopo passa all'Inter in prestito, ma delude e colleziona solo 5 presenze senza reti in serie A e due presenze in coppa italia, così nel gennaio 2004 dopo soli 6 mesi viene rimandato indietro il Chievo che comunque lo riaccoglie volentieri. Con il Chievo resta fino a 37 anni, e fino al 2012/2013, sempre in Serie A tranne nel 2007/2008, dove giocherà con i clivensi in Serie B ottenendo l'immediata promozione in Serie A vincendo il campionato di Serie B.
Dopo il Chievo va a giocare a Mantova in C2 ma vi resta solo da agosto a ottobre 2013. Le sue prestazioni non convincono e colleziona 6 presenze e 0 reti in C2 e 2 presenze e 1 gol nella coppa italia della Lega pro. Decide così di ritirarsi dopo questa breve parentesi nel Mantova. Il calciatore che incantava con il Chievo con le sue sgroppate sulle fasce è sparito nel preciso momento in cui ha iniziato a giocare con il suo vero nome.
Chievo è rimasta nel suo cuore e nel 2018 ha iniziato come vice allenatore della formazione primavera dei clivensi la carriera da coach. In Brasile gestisce un suo residence a Florianopolis, a dimostrazione che il suo passato di povertà è ormai un lontano ricordo.
Nonostante siano la stessa persona, Eriberto e Luciano sembravano due calciatori diversi, con Eriberto decisamente di un livello superiore rispetto a Luciano.
Doppia identità: questa è la storia di Luciano che fu Eriberto e che ritornò Luciano ma che è sempre stato Luciano, anche quando era Eriberto.
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