Donne e calcio. Queste due parole, fino a 30 anni fa, rappresentavano un ossimoro per il mondo del pallone. Ma più passano gli anni, più nell'aria si avverte una sensazione che qualcosa sta cambiando. Sembra quasi che un'onda invisibile stia alterando il nostro modo di pensare e di vedere il calcio, portandoci a sostenere una rivoluzione che è ancora in atto. Infatti il calcio sta assistendo all'entrata in scena delle donne, entità quasi sconosciute in questo panorama nella prima metà del XX secolo, che invece ora si stanno ritagliando, a poco a poco, il loro spazio. 

Il calcio femminile nacque tra il 1915 e il 1916 in Inghilterra, quando alcune impiegate di una fabbrica di munizioni crearono una squadra, la Kerr's Ladies Football Club
, a causa dell'assenza degli uomini impegnati ai fronti. L'entusiasmo di una rivoluzione annunciata portò alla nascita di tante squadre femminili. Queste squadre però non giocavano in tornei particolari, ma organizzavano semplici tour a mo' di dimostrazione. Poi, il Consiglio del calcio inglese bandì il calcio femminile vietando qualsiasi match. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il calcio femminile rinacque e diventò famoso anche nei paesi scandinavi e in Italia. Dagli anni Sessanta, nacquero le prime Leghe nazionali in molte nazioni europee tra cui l'Italia, in cui fu istituita anche la FICF (Federazione Italiana Calcio Femminile), sciolta dopo appena due anni. Nel 1986, il calcio femminile si affermò al punto tale da aggregarsi alla FIGC. Dagli anni Novanta, il calcio femminile crebbe notevolmente a livello europeo tant'è che in Italia, nel 1997, nacquero Serie A e Serie B; in Francia, il campionato diventò molto più competitivo: prima di allora, il Lione vinceva ogni anno il titolo, ma nel corso degli anni si aggiunsero alla corsa scudetto anche Tolosa e Juvisy; in Germania, il 7 settembre 1990, nacque la Frauen-Bundesliga, massima serie tedesca femminile.

Le donne, con tanto sacrificio e lotta contro Stati troppo all'antica per vederle rincorrere un pallone, sono riuscite a raggiungere i propri scopi. Molte volte, il calcio femminile è stato anche più seguito di quello maschile e il clamoroso esempio è arrivato nell'estate del 2019. La Nazionale italiana di calcio femminile fu seguitissima in quei mesi: l'Italia intera tifava per le azzurre che riuscirono a superare sia la fase a gironi che gli ottavi di finale. Arrivate ai quarti, però, le italiane furono eliminate ai quarti dai Paesi Bassi. Nonostante l'insuccesso, gli stadi erano pieni di italiani, uomini e donne, bambini e anziani, dietro la TV c'erano milioni di persone a seguire la Nazionale italiana di calcio femminile e le giocatrici furono acclamate così tanto da diventare idoli per gli italiani. 

Oggi giorno, vedere una donna inseriti nel panorama calcistico non è più un'utopia e non solo nel calcio femminile. Ci sono donne che sono riuscite ad entrare nel mondo del calcio maschile. Basti pensare alle procuratrici di alcuni calciatori molto famosi come ad esempio Wanda Nara, moglie ed agente di Mauro Icardi o come Veronique Rabiot, madre e agente di Adrien Rabiot.

E per finire, l'ultimo caso di una donna entrata nel mondo del calcio maschile: Anita Angiolini è diventata presidente pro tempore della Pro Vercelli, squadra maschile che milita in Serie C. In attesa di sapere chi si approprierà del club piemontese in vista della prossima stagione, la moglie del direttore sportivo Casella è la nuova presidente della Pro Vercelli.

Ormai non si può più associare il calcio al solo sesso maschile, anche se per alcuni è difficile ammetterlo. Il calcio femminile è in crescita, una crescita lenta ma persistente che è destinata a continuare per rendere il calcio un po' più rosa