Mi piace la musica. La sento e la vivo come la compagna inseparabile della mia giornata e, dilatando i tempi, mi accorgo che in definitiva è stata, lo è tuttora e  sarà in futuro la colonna sonora della mia vita. E che lo ammettiate o no anche per voi è così, è vero? Adesso se fate un minuscolo sforzo e vi concentrate giusto un po’ vi rendete conto da soli che a volte “sentiamo la musica” addirittura senza bisogno di avere la radio o qualsiasi altro diffusore sonoro accesi.
Rifletteteci…è sempre presente, ed a pensarci, è una grande, seppur discreta, inseparabile compagna: quando si rende conto di essere invadente “si fa abbassare” senza protestare ed all’opposto, se siamo euforici “ci gasa” ancor di più.
Ci coinvolge talmente che ci capita pure spesso di canticchiare mentalmente senza accorgercene (alzi la mano chi non l’ha fatto) perché magari dove siamo in quel momento sarebbe sconveniente intonare a squarciagola “Nessun dorma”“Zitti e buoni”; ne sarebbe squassato il carapace di “persona serissima” che abbiamo costruito con grande pazienza in “n” anni di vita irreprensibile (e non sta bene, NON SI FA!!!).
In ogni caso dunque (ormai vi ho convinto, lo so) “le canzonette” ci accompagnano giorno dopo giorno, scandiscono la nostra vita, i suoi periodi e le sue fasi, allegre o tristi, diventando il nostro jingle quotidiano, coniugando il loro “musica e parole” col nostro stato d’animo. Poi ci sono quelle strofe indimenticabili (per noi) quelle che ti sono “entrate in testa” e non ne usciranno più perché sono il tuo personalissimo loop! Magari possono pure arrivare ultime a San Remo, per noi non ha importanza, ma danno la svolta ad un’epoca.

Donne, du-du-du, in cerca di guai, donne a un telefono che non suona mai! Ma come fai a dimenticarla…forse sarà a causa della “Zucchero-dipendenza” ma la canticchi da sempre, stonando e magari pure storpiando le parole, da quando ti alzi a quando vai a letto. Non è che ti perseguita ma ti accorgi che è lì, sempre con te. E ti domandi… Sì, ma perché? E poi magari con lo stesso mood, in un momento di pausa, arriva pure una “Anna dai capelli rossi”, che all’anagrafe è stata registrata, chissà perché, come Mannoia Fiorella, che viene a trapanarti il cervello dicendoti che è… ”Dolcemente complicata, sempre più emozionata, delicata…”…ed anche quelle parole (di Enrico Ruggeri) ti restano dentro. Anche quelle? Vabbè, sarà il motivetto… Sì, ma perché? E alla fine, perfetta quadratura del cerchio, ti lasci travolgere da un’affascinante Stramb(elli)a bionda che ti sussurra che “la cambia lei la vita che, che ti ha deluso più di me…” (e siccome è gentile e ti vede giù di corda ti chiede pure se, per caso, “vuoi far l’amore con me?”). Che sciocchezze…e poi di colpo ti rendi conto che ti ha travolto un tornado. Si, mi dirai, ma non me ne sono accorto! Adesso mi diventi ipocrita? Perché hai voglia a negarlo ma te ne sei accorto benissimo.
E non solo. Ti sei accorto pure, da un pezzo, che il fil-rouge che legava tutte quelle canzoni, arie liriche, musica classica…e via canticchiando, ti faceva ciao con la manina già da un pezzo  e che tu, metà incompiuta dell’universo, dalla “Creazione” ai giorni nostri, ti ostinavi  “assolutamente a non vedere”. Distrattone (a comando) guarda che il legame è lì, visibilissimo in ogni momento della vita. E’ “quella cosa” di cui proprio da sempre non puoi proprio fare a meno. E’ la donna! Perché, lo scoprite solo ora? Ma dai, ma su… però andiamo con ordine, partiamo da qualche anno fa.

C’era una volta… Io c’ero. Si nel ’68 io c’ero già. E me lo ricordo pure bene perché nello stesso periodo io, la donna, la scoprivo (in senso “puro” e anche un po’ meno). O meglio… iniziavo a scoprire quell’universo così stimolante di cui nessuno mi aveva parlato tranne gli amici di scuola (il pudore, che cosa obsoleta); solo che quell’Universo Yin (mettiamo la maiuscola, è meglio), proprio come in Cina, aveva deciso che era arrivato il momento di cambiare radicalmente il proprio modo di Esserlo (Donna, e sempre con la maiuscola) e qualche “certezza maschile”, da lì in poi, ha cominciato a vacillare. Non che il femminismo sia nato in quel periodo, no di certo ma, in quel periodo, ha logicamente trovato linfa nuova. Ma che fai, adesso non è che ti metti a contestare basilari conquiste ottenute dalle donne con sacrifici immensi e sicuramente a prezzo altissimo? Non sono impazzito né mi sono rimbambito negli ultimi dieci minuti per cui state sereni conosco un po’ la storia e mi guardo bene dal farlo. Ma torniamo a noi ed a quell’epoca…

I ragazzi, i figli dei boomer (in effetti, in Italia il ’68 arrivò con qualche anno di ritardo), contestavano e mettevano in discussione tutto, ma proprio tutto, ad iniziare dal rapporto genitori-figli, alla nuova filosofia cinese dell’”arricchimento glorioso” di Deng Xiaoping, per proseguire, meglio, raggiungere la summa, in quello maschio-femmina.
Ve lo devo ricordare? La **** è mia e la gestisco io! Ma dietro quelle parole, forti e rivoluzionarie e talvolta anche sgradevoli, cosa c’era? Cosa volevano dire? Le donne cosa volevano farci entrare in testa a noi poveri maschietti? Forse avremmo preferito non sentirla ma la comunicazione che giungeva da quel lato era semplice: la donna di cui vagamente ci avevano parlato non esisteva più e ne era nata un’altra, completamente (?) differente, che non era più disposta ad essere la ruota di scorta del nostro carro personale ma, invece, una con cui avremmo dovuto prendere l’abitudine di “confrontarci sempre e comunque”!
Achille non aveva più Briseide, che se la dimenticasse. E non è per caso fortuito che Valeria Solarino, di lì ad un po’, in una rappresentazione plastica d’inversione dei ruoli, vesta i panni di Palamede! Ma allora al suo posto adesso chi c’è, hanno iniziato a domandarsi “sgomenti” i maschietti? Ed anche qui risposta più che scontata: c’è la “nuova donna” che reclama a gran voce e con altrettanta semplice forza, pari dignità nei confronti dell’uomo! Persino Rita Pavone mandava inequivocabili segnali: Perché, solo tu, la domenica vai a vedere “la partita di pallone” e noi, povere criste, in casa a guardare il pupo? Perché mai, maschio e figo, a te è concessa la “scappatella” (l’uomo è cacciatore) e se lo facciamo noi siamo delle put****? Siamo uguali, e vogliamo esserlo in tutto e per tutto!

A questo punto so già cosa pensate. Le vostre considerazioni mi arrivano direttamente e pure forti e chiare: eccolo qua, Frankie62 il paraculo! Lo stavamo proprio aspettando quello che si mette a fare un pezzo sulla “Donna”, che…”Donna è meglio!”, che… vogliamo la “donna for president”…che… ”il mondo rosa è di un  livello superiore”, tirando fuori il…peggio dell’ipocrisia maschile.
Eh no. Vi sbagliate, e pure di grosso. Perché al sottoscritto “questo Femminismo” proprio non va giù! Niente da fare, non ci riesco a digerirlo e non certamente perché questa rivoluzione potrebbe mettere in discussione una per me inconcepibile ed inesistente superiorità di genere. Ma quando mai mi ha sfiorato l’idea? Chiariamo: per il sottoscritto esistono uomini e donne intelligenti e sensibili e, all’opposto, donne e uomini beceri e stupidi come capre.

Al tempo quindi. Sto affermando che mai gradirei una donna sottomessa o che viva di luce riflessa (dal proprio compagno). Immaginate che tragedia: come può farti crescere un Lui/Lei supinamente consenziente? Ma che ti sei fatto lo stuoino multirisposta? Non andrebbe bene per “Lei” e sicuramente nemmeno per me (generico maschile). Il massimo raggiungibile sarebbe quello che, molto probabilmente, la donna è già: forte o debole, paziente o decisa, tenera o d’acciaio… quando lo ritiene giusto ed appropriato ed a seconda dei momenti.
E già che ci siamo mi farebbe piacere pure che qualcuno mi spiegasse perché dovrei essere felice di osservare qualcuno che mi accusa di comportarmi da “stronzo” e poi fa di tutto per prendere il mio posto per fare uguale o addirittura  peggio di me. Chiaro?
E adesso cercate voi di non essere ipocriti perché sapete benissimo che talvolta è così che va.
Fatemi capire: il capo che si comporta come il peggior tiranno va dato in pasto ai sanculotti per la (giusta) ghigliottina mentre se il capo è una donna la santifichiamo solo “perché è donna” e magari perché veste Prada? E se si vola “di fiore in fiore” (capito mi hai) dobbiamo usare due pesi e due misure a seconda del sesso? E se lo fa una donna dovremmo guardare il tutto da una prospettiva di benevolenza perché… poverina ha tanto sofferto in passato per le cornificazioni ricevute ed adesso è giusto che si rifaccia e pure con gli interessi!
Ma a che scherzo stiamo scherzando? Buttiamo via il bimbo con l’acqua sporca? Ma perché, in buona sostanza, dovrei essere d’accordo nel veder prendere dalle donne “il peggio degli uomini” ed essere strafelice nel vedere gli stessi “femminilizzarsi” (sempre al peggio) contestualmente? Basta, per l’amor del cielo, basta non vi reggo più.
Ma allora che accidenti vuoi? Mi chiederete spazientiti. Ok, sicuro di non ricevere consensi, proviamo a rispondere.

In effetti non mi sembra difficile capire il mio pensiero.
Siamo differenti? Sì, fatevene una ragione, e direi che si vede ad occhio; ma io, queste diversità sottili e profonde, le apprezzo, le amo e le amerò sempre; ed allora, oggi dopo anni di lotte e di conquiste, perché dovremmo vergognarci delle nostre diversità?
Reintroduciamo all’unanimità la favola di Esopo del cavallo e dell’asino! Se io sono più razionale e tu più sottile nel ragionamento perché non valorizzare questa differenza, piuttosto che metterla stupidamente in competizione come stiamo facendo? Perché non unirla, equilibrarla e farla uscire ingigantita invece che dividerla? Ed adoperando lo stesso filo conduttore perché non mettere insieme la mia forza “esplosiva” con la tua forza “resistente”? Cosa c’impedisce di fondere le nostre muscolature?
E i nostri cervelli? E ancora... le nostre diverse sensibilità? Forse, ritengo, solo per uno strano ed inconcepibile (per me), senso di rivalsa e di malinteso celodurismo (sia maschile che femminile)? Donna, odierò sempre una tua orrenda eventuale mascolinità. Adoro invece, per non so quale legge, la tua connaturata, incomparabile femminilità, e la voglio difendere! Io voglio semplicemente, e di nuovo, ritornare ad essere me stesso, senza paura e senza difese, mentre ti faccio una carezza o anche mentre ti ascolto cantare. Perché dovrei temerlo? E voglio (!!!) che tu faccia altrettanto nei miei confronti; e che “tu” mi completi e che contemporaneamente io completi te, perché “io e te” siamo “diversi ma complementari” e non abbiamo, da che mondo è mondo, le stesse peculiarità e dobbiamo fare di tutto perché non si perdano, ovvio amore mio, rispettandoci sempre. Pari tra pari!

Ma questo, direte voi sogghignando, è il mondo dei sogni.
Ma quando mai? Ma dove sta scritto che siamo e resteremo indissolubilmente legati alla stessa donna o allo stesso uomo per la vita, sempre e comunque, privi di errori, orrori, e qualsivoglia peccato da quello originale in poi. Ed è vero, possiamo sbagliare nel riconoscerci e nel prenderci, nello sceglierci e nello stare insieme anche per dieci minuti, se siamo incompatibili.
Però non abbattetevi, esistono anche le affinità elettive e contro quelle è impossibile andare. Senza paura. C’è qualcosa di meglio che condividere una birretta (o fate voi) con la vostra parte mancante (la metà, con qualche etto in meno) quando la avrete esattamente e finalmente individuata?
Vedrete, avrà più gusto per entrambi. Senz’altro.