E' una delle "grane" involontariamente determinatesi quando a gennaio 2018 il Milan decise di mettere sotto contratto il portiere Reina, destinato a sostituire Donnarumma, all'epoca separato in casa e in astio con i tifosi.

Purtroppo per Mirabelli (che adottò questa strategia sia per cautelarsi, ma soprattutto per avere il coltello dalla parte del manico nei confronti dell'agente di Donnarumma, Raiola, e non sottostare quindi al ricatto "parto non parto") le cose sono andate diversamente perchè sono stati commessi gravi errori di valutazione: economica, tecnica e psicologica.

Intanto è stato assurdo dimenticare che il calciatore era un classe 99, ossia un ragazzo che come tale non poteva aver già maturato la necessaria esperienza, che come tale non poteva aver eliminato molti deficit tecnici, che come tale non aveva la giusta personalità per sopportare la contemporanea pressione di Agenti, Dirigenti, Famiglia e Tifosi.

Scegliere un contratto capestro non è stato un buon affare per nessuno: non per il Milan costretto a pagare un  15 milioni lordi all'anno, non per il calciatore enrato in rotta di collisione con tutto l'entourage, non per l'agente che sostanzialmente lo ha imbalsamato, impedendogli di fatto ogni sbocco fuori dal Milan.

La stagione di Donnarumma, caratterizzata da molti bassi e pochi apprzzamenti ha allontanato ogni estimatore tecnico, già molto dubbioso del costo del cartellino e dell'ingaggio; avesse ceduto lo scorso anno il calciatore al PSG per 50 milioni, oggi si parlerebbe di una magistrale operazione di mercato.

Che il ragazzo non sia tecnicamente completo è chiaro ed evidente; due gravissimi difetti sono lampanti: la insicurezza nel gestire il pallone con i piedi e la indecisione nelle uscite nell'area di porta; Donnarumma è invece un fenomeno tra i pali per le innate doti acrobatiche e la prontezza nei riflessi; credo che se gli misurassero i tempi di reazione, scoprirebbero una qualità stupefacente.

Anche nello spogliatoio il ragazzo non spicca per personalità, non impone leadership e tutto sommato avergli messo a fianco un tutor come il fratello Antonio ha finito con prolungare il processo di maturazione caratteriale, come è normale che avvenga per un figlio sottoposto all'eccessiva presenza della famiglia. Ricordiamoci che siamo all'interno di un Gruppo c che quindi questa situazione lo espone a pesanti (per lui) commenti.

In contraltare abbiamo un Pepe Reina che è un mostro di personalità in campo e fuori, leader nato e condottiero capace di esporsi in prima persona in ogni situazione, come recentemente dimostrato dalla sua capacità di uscire  più che bene, da situazioni incresciose come quelle che hanno dato luogo a un indagine etico-sportiva poi archiviata dal Giudice sportivo.

Già dopo due giorni di Milan, va in campo neutralizza 4 rigori, uno lo segna e fa parate da tarantolato; gioca divinamente con i piedi e non ha paura di nulla, nè tra i pali nè in uscita. Parla da assluto padrone della situazione "voglio giocare qui 150 partite...." e il suo giovane rivale appare proprio come un topolino indifeso che incontra il Gatto!

Donnarumma è destinato a finire male, al primo errore che costerà punti al Milan; poichè non si può tornare indietro e dovendo comunque scegliere la soluzione tecnicamente migliore per il club, suggerirei la necesssità di darlo in prestito almeno un paio di stagioni, con ingaggio quasi del tutto a carico Milan. In una squadra medio-piccola sarà maggiormente visibile e comunque Reina non sarà.....eterno.

Certo sono 30 milioni di ingaggio senza corrispettivo, ma sono certo che si rivelerebbero non un costo ma un investimento.....