In questo momento i volubili umori degli dei olimpici sono favorevoli a Donnarumma e Gattuso, meritevolmente peraltro, visti i fatti. Ma durerà? E, in caso di risposta affermativa, quanto?

Donnarumma viene da una serie di grandi prestazioni e in diverse partite, come l'ultima a Roma, è stato il migliore in campo. Questo rendimento altissimo è dovuto a vari fattori:

1) Gigio ha superato lo stato di confusione mentale che lo aveva reso un oggetto misterioso dal campionato europeo under 21 del 2017 fino alle prime partite di questo campionato, derby ottobrino compreso;

2) Bahayoko e Kessie costituiscono un muro di marcantoni che chiude ogni feritoia, mentre lo stesso Bakayoko e Paquetà congelano la palla evitando i ribaltoni, cose che limitano le conclusioni da fuori area su cui Donnarumma è spesso andato in tilt (vedi Arsenal - Milan del campionato scorso, per esempio, o Milan - Fiorentina di questa stagione);

3) sui cross dalla fascia Donnarumma non tenta l'uscita di classe, ma il vecchio sano umile e proletario rinvio di pugno che si è visto fino agli anni '70 e che, per molto tempo, è stato il punto di forza degli estremi difensori.

In questa maniera Donnarumma ha mascherato i propri difetti, mostrando in pieno il suo punto di forza, cioè  la parata su tiro ravvicinato, nella quale è un autentico e inarrivabile fenomeno.

Ora, è bene chiarire che, attribuire difetti a Donnarumma non vuol dire sminuirlo, ma inquadrarlo tecnicamente. Per esempio, il grande sciatore slalomista Ingemar Stenmark aveva molti problemi nella discesa libera, mentre altri ci si adattavano. Però Stenmark è stato uno dei grandi nel suo sport. Possiamo quindi dire che, al momento, Donnarumma è, tecnicamente, più l'erede di Bordon e Castellini che di Buffon. E ciò fa sì che, prima o poi, come è accaduto ancora a dicembre in Milan - Fiorentina, potrebbe cadere in qualche svarione sui tiri da lontano o qualche uscita a vuoto sui cross. E ciò, tuttavia, non gli impedirà di essere ricordato per le sue imprese da portiere, come i 3 che ho citato.

Del resto, io stesso sono un estimatore di Chala, ma da sempre dico che non ha cambio di passo e progressione negli spazi, cosa che lo mette in difficoltà sull'estrema sinistra, dove occorre bersi il difensore per non essere murati.

Passando a Gattuso, al momento sembra avere il gradimento della società e, per quel che può contare, ha il mio (non sembra, ma "ha"). Non ha, tuttavia, quello dei tifosi che lo accusano di essere un noioso difensivista. Ma gli allenatori devono fare risultati e... bon, passare 2 turni di coppa Italia contro Sampdoria e Napoli, facendo risultato in campionato contro lo stesso Napoli e a Roma, sono "risultati". Del resto, siamo proprio sicuri che, provando a dettare legge all'Olimpico, i rossoneri avrebbero vinto? E se avessero soltanto regalato spazi ai giallorossi, facendoci infilare come polli?

Il problema è che il gradimento della società è un po' come la proverbiale gratitudine del padrone che, come recita un detto popolare, dura quanto un fiasco di vino. Decisamente poco. E bisogna vedere cosa succederà se, arrivati a fine marzo, la forma della squadra inizierà a scadere, come accadde lo scorso anno. Non è detto che accada, visto che il Milan non disputerà sedicesimi e ottavi di finale in Europa League, come fece l'anno scorso fino all'eliminazione contro l'Arsenal. E' bene, comunque che Rino stia attento e calibri a dovere allenamenti e impiego di giocatori.

Gattuso ha toccato il fondo al Pireo, dove non ha né attaccato né difeso e dove ha tenuto in campo fino all'ultimo il dannoso Higuain, ma ha raggiunto il top in Coppa Italia contro il Napoli. Se l'alternativa a Gattuso deve essere un mestierante della panchina, mi tengo Rino.