Al termine di Sampdoria-Milan, Leonardo ha accusato l'arbitro Orsato di aver negato 2 rigori ai rossoneri. E lo capisco, perché da esperto dirigente qual'è, la sua prima preoccupazione è stata di coprire i veri responsabili di uno scempio che ha fatto impallidire, andando indietro nel tempo, quello recente nel derby e l'eliminazione in Europa League contro il modesto Olympiakos del Pireo.

Chiariamo subito che Orsato, anche se non è stato il migliore in campo, come dice Padovan, non ha la minima colpa della sconfitta del Milan. I veri colpevoli sono altri, i quali avrebbero evidentemente un gran futuro da fantini, qualora decidessero di darsi all'ippica.

Con ogni evidenza, Gigio Donnarumma non era contento di aver iniziato il Derby della Madonnina come se potesse sonnecchiare tranquillo e asciutto, perché il pannolone assorbiva tutto. Ieri, infatti, si è schierato tra i pali come il personaggio di un vecchio Carosello televisivo, un cartone che cantava un blues: "Sono stanco e ho tanto bisogno di riposar, sono stanco...". Dopo pochi secondi, infatti, ha pensato bene di velocizzare l'azione passando la palla al più vicino giocatore smarcato. Peccato, tuttavia, che non abbia considerato che si trattava un attaccante blucerchiato,  forse in quanto sfuggiva alla sua dignità di portiere della nazionale dei prossimi 20 anni (speriamo di no per il calcio italiano...), Da questa sconcezza e dalla papera nel derby possiamo e dobbiamo trarre una prima lezione di vita ovvero che, quando gonfi un pupo, andando oltre il suo effettivo valore, il pupo inevitabilmente scoppia. Donnarumma è un fenomeno sui tiri ravvicinati, ma per il resto ha una lista di punti deboli lunga quanto un rotolo di quella carta igienica famosa per i suoi 10 piani di morbidezza. Del resto, quando tempo fa gli assegnai un 7,5 in una partita in cui non aveva salvato nulla, per il motivo che Gigio era stato perfetto nella normalità, fui ripreso da qualcuno in un commento. Ieri e nel derby è stato chiaro a tutti quanto sia importante per un estremo difensore essere grande nella normalità, mentre Gigio è stato piccolo piccolo piccolo.

Ma arriviamo a Gennaro Gattuso, per amici e tifosi Rino, il quale nei giorni scorsi aveva fatto ammenda per il derby, dichiarando di non averci capito nulla e aver sbagliato tutto. Parole che gli avrebbero fatto onore se a esse fossero seguiti i fatti, invece ieri mattina, come avrebbe scritto Alessandro Manzoni, Don Rodrigo si è svegliato Don Rodrigo. Sì Gennaro Gattuso si è svegliato... Gennaro Gattuso, per disgrazia mia e della tifoseria rossonere.

La scelta di Gattuso di schierare il solito modulo con due esterni e Piatek unica punta, aveva di per se una sua logica, in quanto si giocava a Marassi contro un ottimo avversario, situazione tipo per valorizzare il canovaccio preferito dall'allenatore. Il fatto, tuttavia, che mancasse Paquetà, anche se di certo gli faceva male il dito mignolo e non era consigliabile rischiarlo, mi ha fatto venire un brutto sospetto. Il brasiliano era apparso, infatti, in grande spolvero con la maglia della sua nazionale e si erano moltiplicate le voci a favore di un suo impiego in posizione avanzata o, quantomeno, svincolata da impegni di copertura. Considerando, quindi, anche le assenze di Cutrone e Kessie (il primo ormai escluso cronico), sembrava davvero che l'allenatore del Milan volesse dimostrare che il Milan era in grado di vincere anche senza di questi 3 giocatori. Si sa che contano solo il gruppo, il collettivo, il gioco e compagnia cantante.

Preso il gol, il Milan ha avuto una prima reazione di nervi, un po' scomposta, ma di una certa efficacia. Poi, superata la metà del primo tempo, i rossoneri sono scomparsi in un grigiore da cui non potevano uscire, visto che Suso non aveva brillantezza, a causa della pubalgia, e Castillejo è un portatore di palla, categoria di giocatore che, nei frangenti di ieri come del derby, si è rivelata assolutamente inutile. Ogni volta che Suso lanciava, c'era il solo Piatek, affogato fra i difensori, e al massimo Castillejo, arrivato di gran carriera a farsi trovare regolarmente nel punto sbagliato.

Al rientro in campo, qualsiasi allenatore di medie capacità, raziocinio e buon senso, avrebbe tirato via Castillejo e Suso per far posto a Cutrone e Paquetà. Gattuso, invece, ha tolto Rodriguez e schierato Conti, consumando uno dei 3 desideri del genio della lampada. Di certo avrà avuto un'esigenza imprescindibile, ma in quel momento non ho potuto fare a meno di pensare a un allenatore che non rinunciava all'idea di dimostrare che si potesse vincere senza Paquetà, Cutrone e Kessie.

A mezz'ora scarsa dalla fine, quando il cambio Rodriguez-Conti si stava rivelando fallimentare, Gattuso ha schierato Patrick Cutrone. Sarebbe stato un punto di riferimento in più per i lanci di Suso, ma Gattuso lo ha inserito al posto dello stesso Suso. La logica non dovrebbe essere un optional, ma per qualcuno forse lo è. Con questo assetto sono stati persi altri 10 minuti buoni, finché l'allenatore ha deciso di togliere Castillejo (bravo, ma inutile in situazioni come quella di ieri) per fare entrare Paquetà, dando finalmente inizio alla partita.

Il brasiliano ha giocato senza compiti di copertura e ci ha regalato uno spezzone di partita da grande playmaker, sfuggendo quasi sempre alla gabbia ossessiva creatagli intorno da Giampaolo. Il Milan ha rischiato di prendere il secondo gol in contropiede, ma ha creato occasioni grazie ai lanci filtranti di Paquetà e alla presenza di due punti di riferimento in attacco. Non ha pareggiato, ma si è messo in condizione di farlo, cosa che per gran parte del match non era stato in geado di fare.

Gattuso non è affatto un idiota e ha capito benissimo da tempo che il Milan non può più prescindere da Paquetà e Cutrone, perché lo schema delle prime settimane del 2019 può andare bene finché non si è costretti a recuperare, ma quando si deve segnarea a tutti costi, è come una pozza di sabbie mobili. Eppure Gattuso è entrato in quella fase narcisistica in cui un tecnico confonde la convinzione delle proprie idee con il prendere la rincorsa e dare testate a una parete di granito. E' la fase in cui, in sostanza, il tecnico fa della squadra un suo giocattolo personale.

Ora, la società ha cercato di coprire le magagne prendendosela con Orsato, perché è troppo tardi per sostituire l'allenatore e non si può bruciare il portiere della nazionale dei prossimi 20 anni. Ma se ci sono due potenziali grandi fantini nel Milan, Gattuso e Donnarumma, che si diano all'ippica una volta per tutte! Si diano una regolata o si diano davvero all'ippica, per il bene del Milan e anche loro.