Oh che buon lavoro” pensò tra sé e sé l’artista. “Manca solo una spennellatina di bianco qui e appena un po’ di rosso là. Poi siamo a posto”. Questo è il concetto di revisionare. Quando viene elaborata, un’opera non è definitivamente completa. Serve sempre qualcosa che la migliori e che ne implementi il potenziale o il valore. Gli esempi sono molteplici. Basti osservare lo studente. Prima di presentare un compito o una tesi universitaria li rivaluta. Li corregge. Questo avviene in qualsiasi mestiere che garantisca una simile chance. Ultimamente si ode spesso parlare della “bozza del dpcm”. E’ proprio l’idea che si ha di tale documento. Potrebbe subire piccole sistemazioni non in grado di comprometterlo totalmente, ma di dettagliarlo in alcune sue componenti già praticamente decise. Solo dopo entrerà in vigore. La cura del particolare fa la differenza e penso sia determinante pure per noi blogger. Personalmente sono solito rileggere il pezzo più volte prima di presentarlo. La perfezione non esiste. E’ prerogativa divina lontana da ogni mente umana. Ciò non implica, tuttavia, che non si possa provare a originare migliorie rispetto alla primaria edizione. Solo un mago riuscirebbe a centrare tutto subito. L’ispirazione è assolutamente determinante e ciò che risulta troppo elaborato rischia di divenire tanto pomposo quanto artefatto quindi difficilmente sopportabile, ma non sminuisce l’importanza del ritocco.

CALENDARIO DA RISCRIVERE?
Il calcio è particolare. In ogni settore la prova del campo dimostra il livello necessario di variazione di un’opera, ma il pallone è strutturato in modo davvero organizzato e ripetitivo. Il mercato estivo serve per costruire dalle fondamenta. Lì si effettuano le grandi operazioni, quelle che muovono i top player e i talenti. L’autunno è la tipica fase del rodaggio. Per carità, le gare sono molto importanti. Ma non decisive. Le squadre possono permettersi di perdere qualche punto e provare ancora a sperimentare novità anche al fine di comprendere quali siano i miglioramenti da apportare. Non è un caso, forse, che tale periodo sia solitamente interrotto da 3 pause per le Nazionali. Mensilmente i campionati si bloccano per ben 2 settimane al fine di lasciar spazio agli impegni delle rappresentative con calciatori che volano lungo l’intero globo. Durante l’inverno o la primavera, simili stop non sarebbero contemplabili e, infatti, si riducono a uno solo, tipico del mese di marzo che, da molti club, è sfruttato quasi come un attimo di sosta rigenerante almeno per chi non è convocato o deve affrontare amichevoli. Le vacanze natalizie sono da preludio alla finestra di mercato celebrata a gennaio. Un mese di trattative utili, più che altro, a rivedere le bozze secondo le indicazioni giunte dalla prima fase di stagione. E’ il momento dei ritocchi, delle pennellate d’autore e delle occasioni. E’ chiaro che il covid-19 ha modificato completamente anche questa situazione e ormai tutti i movimenti sottintendono pure un importante vantaggio economico. “E’ finito il grano”. “Non c’è più pila”. Ditela un po’ come volete, ma il concetto è quello. Mancano i soldini. Da febbraio inizia il tour de force decisivo. Da chi lotta per conquistare la Champions, all’Europa League, fino alla volontà di vincere il campionato, di centrare una qualificazione continentale o la salvezza: tutto si decide negli ultimi 120 giorni dell’annata che, tra l’altro, ogni 2 “giri” presenta un’estate infuocata da tornei internazionali. Così sarà pure questa volta. Capite, quindi, quanto sia fondamentale il breve lasso temporale che abbiamo appena trascorso?! Tra la pausa festiva e il mese seguente, il lavoro è soprattutto della dirigenza, dell’allenatore e dello staff che, in attesa di riprendere il cammino europeo, devono mettere benzina nel motore dei giocatori, trovare le adeguate correzioni al gruppo, migliorarne il livello tecnico e fornire nuove soluzioni senza distruggere quanto già amalgamato in precedenza. Not easy, but very important…

L’utilizzo dell’idioma inglese non è casuale. Quello descritto è ciò che si potrebbe definire “Piano A”. Ora, però, vorrei riproporre un quesito che ho già formulato in un pezzo precedente. Perché in Italia non si accenna ai noti divieti di viaggio che stanno vincolando il mondo? E’ inutile negare che il problema esista. Basti osservare i media d’oltremanica e si potrà meglio comprendere. Già durante lo scorso mese di dicembre, quando emerse la variante britannica del SarsCov2, iniziai a pormi il dilemma perché si comprese subito che la situazione legata agli spostamenti verso quei luoghi sarebbe stata altamente compromessa e così è. Tutti i “travel ban” però avevano una durata che rasserenava in vista delle competizioni europee. Adesso, invece, la situazione è completamente diversa. Attualmente il dilemma pare riguardare quasi esclusivamente il territorio di Sua Maestà o il Portogallo, ma il virus è imprevedibile come le scelte dei Governi. Perché gli altri sport non sembrano preoccupati? Intanto, non è così… Il Sei Nazioni di rugby, per esempio, ha dovuto attendere alcuni benestare delle Autorità Francesi tesi a concedere ai loro giocatori di recarsi sull’Isola per le sfide con Inghilterra, Irlanda, Galles e Scozia. E le ulteriori discipline? Beh… il fatto è che gli impedimenti riguardano soprattutto le citate destinazioni sicché molte di loro non contemplano compagini di quelle latitudini. Penso all’Eurolega di basket, per esempio, e noto che non vi sono enormi dilemmi. Lo stesso vale per la pallavolo. Diversi sistemi, poi, hanno la possibilità di svolgere quarantene che sono impensabili per un calendario come quello calcistico, cestistico o del volley. La mente corre al tennis e all’Open di Australia.

Il pallone è diverso. Come fare? Sino a oggi, le gare in bilico sarebbero tre. Una è la sfida di Europa League tra Benfica e Arsenal con relativo ritorno. Il 18 febbraio prossimo, infatti, a Lisbona si dovrebbe disputare l’andata dei sedicesimi di finale. Per parteciparvi, però, i Gunners, una volta tornati in patria, sarebbero chiamati all’isolamento. Una settimana dopo, invece, i portoghesi saranno impegnati in UK. Anche questo è impossibile senza 10 giorni trascorsi in un’apposita struttura. E’ semplice comprendere che il problema è insormontabile se non spostando la sfida in campo neutro. La maggior parte dei tabloid pare dirigersi verso questa situazione. E’ praticamente impossibile che vi siano esenzioni dalle norme relative allo sport d’élite caratterizzanti, invece, l’autunno. L’ultimo match momentaneamente in difficoltà è quello tra Lipsia e Liverpool. Perché? Un’imposizione del Governo Merkel stabilisce che non si possa giungere dal Regno Unito se non per motivi da cui i professionisti sono esclusi. Questa norma durerà sino al 17 febbraio cioè il giorno successivo la disputa dell’incontro. Che sfortuna!!! In ogni caso, il problema pare sormontabile. Basterebbe dirottare le ostilità fuori dalla Germania. Si pensa, per esempio, all’Austria. La Red Bull è vicina del club teutonico, ma anche al Salisburgo. Questa città potrebbe ospitare la sfida? E’ un’ipotesi. Un’altra chance sarebbe rappresentata dall’inversione degli incontri di andata e ritorno. Le disposizioni della Cancelliera, infatti, concedono ai residenti in territorio tedesco di far rientro pure da UK.

Signori, si direbbe che a tutto c’è una soluzione. Non ne sono così convinto perché, senza esenzioni per il pallone né previste né ipotizzabili in futuro, l’Uefa si sta lentamente trovando in uno scomodo tetris di location da gestire. Pongo un esempio: se i germanici dovessero decidere di prolungare il citato divieto attualmente in vigore, il dilemma vissuto dai Reds e dal Lipsia sarebbe anche di Borussia Monchengladbach e Manchester City. Non sono, poi, così certo che ulteriori normative pongano altre gare a rischio… Una via percorribile potrebbe essere quella di rimodellare completamente e stravolgere i calendari come accaduto un anno fa, ma senza incidere sull’estate. Ipotesi? Si potrebbe pensare di completare i tornei interni che, facendo i debiti scongiuri, paiono piuttosto tranquilli per poi concedersi un mese di tempo decidendo una sede per le Finals. Perché no? Beh… prima di tutto è un discorso di tempistiche. Si può immaginare un simile sconquasso in 2 settimane? Tutte le competizioni nazionali sarebbero condotte a termine in 2 mesi e mezzo o al massimo 3? Occorre ricordare che, tra giugno e luglio, sono in programma gli Europei. Non esistono chance di nuovo rinvio se non, forse, di qualche giorno. In caso non si disputassero in quel periodo, temo dovrebbero essere cancellati. Nel 2022, infatti, sono in programma i Mondiali in Qatar. E’ vero che saranno invernali, ma diventa difficile ipotizzare di giocare 2 manifestazioni simili nel giro di 6 mesi. Anche se strapagati, i calciatori sono esseri umani. Non robot. Non penso nemmeno che si possa rinunciare a certi contratti così semplicemente. Per il medesimo motivo, non è credibile la totale eliminazione delle due competizioni internazionali per club. E’ un bel casino! Non a caso, l’organizzazione guidata da Ceferin si tutela con un regolamento continentale che prevede l’utilizzo del campo neutro. Questo dovrà essere proposto dalla compagine con il problema. Avevo compreso che tale postilla fosse valida solo per le precedenti fasi dei tornei ma, analizzando i media inglesi, capisco che sarà in vigore anche nei prossimi turni. L’idea sembra quella di dirigersi, quindi, verso una foresta di intricate situazioni di cui si ragionerà caso per caso trovando sempre una via d’uscita. D’altronde si dice che vi è una soluzione a tutto tranne alla morte… Non amo navigare a vista, ma mi rendo conto che non vi sono molte alternative e sono certo che vi sarà pure un “Piano B”. La speranza è che il dilemma sia esclusivamente relativo ai prossimi mesi e pare credibile sia così. I vaccini potrebbero davvero consentirci di uscire presto dal tunnel.

COSA DICE IL CALCIOMERCATO?
Il Milan
I nostri media, quindi, stanno facendo i conti senza l’oste? Oppure è esclusivamente il sottoscritto che si pone domande eccessivamente allarmistiche? Ascoltando le interviste dei giocatori, dirigenti e allenatori di club italici, propenderei per la seconda ipotesi. Ne sarei molto contento e sono convinto che, se la stragrande maggioranza dei mezzi di comunicazione non accenna ancora al dilemma, sarà assolutamente nel vero. Ci si concentra, quindi, sul calciomercato invernale come se la questione non esistesse. Si nota che il Milan merita un voto molto alto. Tomori, Meité, Mandzukic… Un innesto per ogni ruolo. Il difensore proveniente dal Chelsea sarà da valutare nel campionato italiano mentre il centrocampista dovrà comprendere cosa significhi vedersela con il salto da una squadra che lotta per la salvezza, a una in gara per lo Scudo. Non nutro enormi dubbi sulla tenuta atletica di Mario. Se altri giocatori venissero da un periodo così prolungato di assenza da tornei di elevato livello, avrei qualche remora. Sul croato, no. Mi è bastato notare il rendimento di Ibra per capire che certi campioni sono super affidabili. Le partenze di Duarte e Musacchio non inficiano troppo sul settore centrale della retroguardia che, oltre al nuovo arrivato, vanta Kjaer, Romagnoli, Kalulu e Gabbia. Lo stesso discorso è applicabile a Conti, sbarcato a Parma. Calabria e Dalot rappresentano valide alternative. Si potrebbe intravedere un esubero di attaccanti: Ibra, Mandzukic, Saelemekers, Calhanoglu, Rebic, Hauge, Leao, Diaz, Castillejo, Maldini. Per fortuna che Colombo è stato spedito a Cremona con l’obiettivo di crescere altrimenti avrebbe rischiato di cadere nel dimenticatoio e la dea bendata vuole che vi siano 2 competizioni da giocare. Contrariamente alcuni uomini rischierebbero di non avere praticamente chance di minutaggio. Una situazione simile non è mai semplice all’interno di uno spogliatoio. I rossoneri hanno arricchito il loro potenziale senza spendere troppo, ma credo ancora che alcune rivali possano chiudere il campionato davanti a loro. Manca qualcosa. Certo è che l’enorme gap è stato brillantemente cucito in un minuscolo spazio temporale e questo mercato lo ha confermato. L’entrata in Champions non è più un semplice obiettivo, ma un dovere. Non raggiungerla sarebbe un fallimento non ipotizzabile. Ora sarà da valutare il discorso legato al rinnovo di Donnarumma rimandato a causa del mercato. E’ un fattore determinante perché garantirsi le prestazioni di uno dei migliori portieri al mondo non è certo un dettaglio.

L’Inter
Seguendo un rigoroso ordine di classifica, si trova l’Inter che praticamente non si è mossa. Naingollan si è trasferito al Cagliari ma, per il resto, è il nulla più totale. Può starci. I nerazzurri hanno soltanto gli impegni legati al campionato e alla Coppa Italia. La rosa è abbastanza ampia. Resta il nodo del vice Lukaku. Sanchez e Lautaro sono una coppia forte, ma il gioco di Conte necessita di un ariete e la gara di ieri contro la Juve lo ha nuovamente rimarcato. Pinamonti è una carta a disposizione del salentino, ma praticamente inutilizzata. Forse si sarebbe potuto pensare a un’alternativa. Dzeko? No. Il nome è troppo importante. Lo scambio tra il cileno e il bosniaco, di cui si è parlato alcuni giorni fa, non avrebbe recato vantaggio né alla Roma, né alla società di Suning. Infatti, non è andato a buon fine. Il salentino e il turnover non sono troppo amici soprattutto in alcuni punti fermi. Il centravanti è tra questi. Considerata la grande assenza di appuntamenti della Beneamata, Edin avrebbe rischiato di non rientrare nelle rotazioni del leccese. Chissà che il suo arrivo all’ombra del Duomo sia soltanto rimandato… Il mercato è impronosticabile. Sui lombardi, poi, si abbatte la questione societaria con i proprietari cinesi che stanno valutando il da farsi. Per ora, però, la squadra non pare risentirne. Bene così. Credo che tutto sommato, il gennaio nerazzurro non abbia modificato nulla rispetto alle aspettative che si nutrono su questa compagine. Lotterà per il titolo, ma un eventuale secondo posto non sarebbe una tragedia.

La Roma
Si giunge quindi alla Roma. Pure i giallorossi paiono aver adottato la scelta corretta nel non lasciarsi convincere dalla tentazione dello scambio tra Dzeko e Sanchez. Il numero 9 tornerà sicuramente utile a Fonseca che ha come unica alternativa Borja Majoral. Lo spagnolo è un ottimo profilo ma, con un’Europa League da disputarsi, servono due grandi centravanti. El Sharaawi completa invece la lunga batteria di mezze punte a disposizione del portoghese. In effetti Zaniolo sarà assente ancora a lungo e Pedro è alle prese con acciacchi continui. Mkhitaryan, Pastore, Perez e all’occorrenza Lorenzo Pellegrini definiscono il reparto. Il 4-2-3-1 del lusitano aveva necessità di un uomo in più sulla trequarti. Per la difesa giunge Reynolds. Born in the USA cantava Springsteen. L’America alla conquista della serie A. Dopo Mckennie, che sta rubando il cuore degli juventini, ecco un altro giovane statunitense. Potrebbe alternarsi con Karsdorp. A dire il vero, quello sembrava essere proprio un punto debole per la compagine capitolina e se il rookie convincerà, sarà certamente un ottimo colpo per l’intero sistema. La Roma è pronta a investire quasi 7 milioni su di lui. Mica male. Friedkin ha certamente migliorato la sua rosa. Credo che si giocherà un posto in Champions con Lazio e Atalanta pronte a dare grande battaglia. Vedo i bergamaschi ancora leggermente avvantaggiati.

La Juve
Se non per giovani da non destinarsi alla prima squadra, la Juve è stata immobile come una sfinge. Nessuna entrata. Sarebbe servito un centravanti che si alternasse con Morata? A mio parere, sì. Chiesa e Kulusevski possono fare da spalla a Ronaldo, ma in certe gare credo che non si riesca a fare a meno della forza fisica dell’ispanico. Non si può sempre pensare di vivere nella metà campo avversaria come accaduto nelle ultime uscite con Napoli, Bologna, Spal, Sampdoria e, a lunghi tratti, persino Inter. Per evidenti differenze tecniche o per possibilità di affrontare l’avversario con maggior coraggio, soprattutto in Europa, si rischia di avere necessità di far respirare la fase difensiva con lanci lunghi. Chi terrà su la squadra? Scamacca era un’ipotesi. Era appunto… Nulla da fare neanche per Milik, sbarcato a Marsiglia. Penso sia stato un errore. Il rischio c’è, ma Pirlo sta trovando la quadra e la creatura è sempre più plasmata. Credo, tutto sommato, che i bianconeri restino i favoriti per il titolo. Vedremo in Champions… Capitolo uscite. Khedira? Mckennie, Bentancur e Arthur rappresentano un’ottima mediana. Rabiot e Ramsey sono le alternative con il gallese che vive più in infermeria rispetto alla Continassa. Il giovane svedese può rappresentare la sesta ipotesi, ma un’opzione in più non avrebbe fatto male. Si è risparmiato sull’ingaggio… Rugani vola in prestito al Cagliari. E’ necessario, però, trovare presto una soluzione definitiva. La difesa bianconera, ormai, non lo contempla più. Lo stesso vale per l’attacco e il suo rapporto con Costa.

Il Napoli
Pure il Napoli si è concentrato completamente sullo sfoltimento della rosa. Un ritaglio di qua e uno di là, pareva di essere dal barbiere. In effetti, Malcuit e Ounas non sembravano tanto utili alla causa. Lo saranno certamente di più per Fiorentina e Crotone. Lo stesso discorso vale per Llorente e Milik. Petagna e Osimhen sono le punte fisiche a disposizione di Gattuso. Beata abbondanza direbbero dalle parti di Torino sponda bianconera. Il calabrese non deve preoccuparsi troppo perché ci si augura che il nigeriano sia presto a sua disposizione e in ottime condizioni altrimenti l’addio dello spagnolo sarebbe un autentico harakiri. Mi auguro che la dirigenza azzurra abbia valutato adeguatamente la situazione prima di dare il benestare alla partenza per Udine del Navarro. Sarà di certo così. Impossibile, invece, trattenere il polacco ormai completamente fuori dal progetto. Se il reparto avanzato è potenzialmente formidabile, il resto non convince. Servirebbero innesti di qualità soprattutto nella mediana, ma la sessione invernale non è il momento più azzeccato per certe operazioni difficili proprio da contemplare. E’, poi, una questione di sistema. I partenopei non riescono a trovare una quadra tecnica. Faticano a creare gioco. Ma questo non si compra nel calciomercato e non penso sia esclusivamente colpa dell’attuale mister. Noto ancora un legame con il sarrismo che non si è mai sciolto. Finché non comprenderanno che quel periodo è chiuso, è difficile pensare che i campani possano centrare il salto di qualità. Temo che, come nella passata stagione, sarà complesso vederli tra le prime quattro.

La Lazio
La Lazio ha appena sorpassato l’Atalanta posizionandosi così al sesto posto in campionato con un ruolino di marcia impeccabile. Tam, tam, tam… Sembra di sentire un martello. I biancocelesti battono colpi come se non ci fosse un domani e sono pronti a rientrare con prepotenza nell’élite del pallone italico. Non avranno più il “peso” della Coppa Italia che, per l’Aquila, ha sempre rappresentato una piccola Champions. I capitolini hanno costantemente onorato quel torneo che ha donato loro enormi soddisfazioni. Quest’anno sono dignitosamente stati estromessi proprio dalla Dea durante i quarti di finale. Ci sta. Diventa molto complicato pensare che riusciranno a centrare la qualificazione nella massima competizione per club con il Bayern Monaco. E’ però prevedibile che quell’impegno terrà occupata la loro mente in maniera piuttosto importante per alcune settimane. Le sfide di andata e ritorno, infatti, si disputeranno a distanza di circa 25 giorni. Nel mezzo, la serie A si snoderà con parecchie partite. Visto anche quanto accaduto nel girone di andata rispetto al doppio impegno, penso che il tecnico emiliano le abbia cerchiate in rosso. Ma stavo dimenticando il mercato… Beh è arrivato Musacchio che potrebbe essere chiamato a fronteggiare l’assenza di Luiz Felipe. Il brasiliano, alle prese con un grave infortunio alla caviglia, è difficilmente sostituibile, ma il piacentino è un mago nello sfruttare le carte a sua disposizione. Non saranno di certo i movimenti di questa sessione a cambiare volto alla sua Lazio.

L’Atalanta
Si chiude con l’Atalanta che ha perso Gomez, ma è sembrata non accorgersene. Questa è la magia che aleggia intorno al gruppo bergamasco. Tutti sono importanti, ma nessuno è insostituibile. Alla Fiera dell’Est cantava Branduardi e sembra che Percassi abbia intrapreso proprio quel viaggio. Ilicic, Malinovskyi, Miranchuk, la componente orientale dei nerazzurri era già piuttosto importante. Ora giunge anche Kovalenko e credo possa rappresentare un gran colpo. Il ragazzo è un regista-mezz’ala, dotato di discreta visione del gioco, ma soprattutto ha ottime capacità d’inserimento. Lo dimostrano le reti segnate con la maglia dello Shakthar Donetsk. Continuo a pensare che per amalgama, sintonia, comunione d’intenti e approccio, la squadra di Gasp sia la favorita per centrare il quarto posto.