Doveva essere la partita Scudetto, quella che rimetteva tutte le cose a posto, quella che avrebbe riportato la testa della classifica in casa nerazzurra. Invece la trasferta di Bologna si è trasformata in un vero e proprio incubo, visto che con la clamorosa sconfitta ottenuta al Dall’Ara non solo l’Inter ha fallito il sorpasso sui cugini rossoneri, ma anche la possibilità di diventare padrone del proprio destino. Cosa questa che ora passa in mano agli uomini di Pioli, ai quali basteranno dieci punti sui dodici a disposizione per laurearsi campioni d’Italia.

Per avere la meglio sul Bologna, continuare l’ottimo momento di forma (nato dopo la vittoria sofferta nel Derby d’Italia) e soprattutto tornare in vetta alla classifica, Inzaghi si è affidato al suo undici ideale anche se in parte rivisitato per le assenze: tra i pali esordio stagionale in campionato (aveva giocato in Coppa Italia) di Radu con Handanovic bloccato nella rifinitura per problemi fisici.
In difesa con i titolarissimi Skriniar e De Vrij spazio ancora a Dimarco chiamato non solo a sostituire l’indisponibile Bastoni ma anche a ripetere l’ottima prova fornita sabato contro la Roma.
Centrocampo senza novità, per fortuna, con Barella, Brozovic, Calhanoglu in mezzo e la coppia Dumfries-Perisic ad agire sugli esterni.
In avanti turno di riposo per Dzeko con la coppia tutta argentina Lautaro-Correa in campo dal primo minuto.
Contro i nerazzurri un Bologna capace di trasformare sul campo la voglia di combattere per il proprio mister e che nelle ultime partite ha ripreso a macinare risultati e gioco dopo una grossa parte di girone di ritorno di estrema difficoltà. Modulo quasi a specchio per i felsinei (3-4-1-2 o 3-4-2-1 a seconda dei movimenti) con Skorupski tra i pali,Soumaoro,Medel (graziato dal doppio turno di squalifica),Theate in difesa, la coppia Schouten-Svanberg (apprezzata da tanti club di serie A per la prossima stagione) in mezzo al campo con De Silvestri e Hickey sugli esterni. In avanti torna Arnautovic al centro dell’attacco con Soriano e Barrow alle sue spalle.

Avvio arrembante per i nerazzurri che già al terzo minuto passano in vantaggio: rimessa laterale sulla destra, palla a Perisic che taglia il campo e che scambia palla con Barella. La palla torna al croato che prima salta Barrow con un tunnel, poi scarica una botta dal limite sotto la traversa. Tiro imparabile e nerazzurri in vantaggio alla prima occasione. Il gol sembra mettere in discesa la partita ed i nerazzurri ne approfittano per gestire al meglio le energie: i ragazzi di Inzaghi, infatti, iniziano ad alternare un possesso palla calmo e tranquillo (utile per recuperare energie e per evitare di dare spazio agli avversari) ad azioni veloci ed improvvise nate per sorprendere la difesa avversaria. Azioni che possono addirittura contare sui braccetti difensivi con Dimarco e Skriniar che questa volta non si limitano ad accompagnare l’azione ma anche a concluderla come dimostrano le loro soluzioni dalla distanza che però non creano grossi pericoli.
Partita, quindi, nettamente in controllo, almeno fino al minuto 28’, quando il Bologna alla prima occasione utile pareggia i conti: palla a Barrow che dalla trequarti mette in mezzo un cross preciso per la testa di Arnautovic che sovrasta Dimarco e segna così il gol dell’uno a uno. La rete subita colpisce soprattutto la testa dei nerazzurri che dal gol alla conclusione della prima frazione reagiscono più di nervi che di testa dando vita a manovre poco chiare e soprattutto figlie della fretta.

Le cose non sembrano cambiare nella ripresa con la manovra nerazzurra sempre poco lucida ed affidata soprattutto in fase di conclusione a tiri dalla distanza, come dimostrano le ben quattro conclusioni nel giro di pochi minuti di Dimarco dal limite dell’area. Alle occasioni dell’ex esterno del Verona vanno aggiunte quella capitata a Dumfries (bravo Theate a chiudere in calcio d’angolo) e quella più pericolosa di Correa che di testa su azione d’angolo sfiora il 2-1 (bravo Skorupski a respingere la conclusione).
Per vincere Inzaghi le prova tutte, anche il cambio di modulo grazie agli ingressi di Dzeko e Sanchez al posto di un’evanescente Correa e Barella. Nemmeno l’aumento di giocatori offensivi porta però migliorie alla manovra con i nerazzurri che faticano maledettamente ad aprirsi un varco nella difesa avversaria e che danno vita ad una quantità incredibile di cross sempre respinti dalla difesa avversaria.
Da parte del Bologna, invece, i pericoli sono zero con due soli presupposti offensivi morti però sul nascere (conclusione alle stelle di Barrow dopo un ottimo scambio con Arnautovic ed una chiusura provvidenziale di Skriniar su quest’ultimo).
Poi arriva il minuto 81’ e l’imprevedibile diventa protagonista: rimessa laterale difensiva per l’Inter, Perisic ha fretta di rimettere in gioco e non trovando compagni liberi serve Radu, il portiere manca il pallone sul quale si avventa Sansone: 2-1 e Inter annichilita dal gol subito ed incapace di reagire.

Termina così la partita della discordia (fu annullata causa Covid) con il Bologna capace di portare a casa cinque punti in tre partite contro Juve, Milan ed Inter e i nerazzurri che sì riscrivono la corsa Scudetto ma non nel verso giusto.
Una sconfitta figlia della fretta e della poca pazienza dove spiccano gli errori difensivi (se nel secondo è Radu il responsabile nel primo Barrow guadagna troppa libertà e Arnautovic non può essere marcato da Dimarco) e la reazione confusionaria ai gol subiti.

Ora la palla passa nelle mani del Milan che avrà la grande occasione di chiudere in testa il campionato se non commetterà passi falsi. Per l’Inter oltre a dover vincere le restanti quattro partite non resterà che sperare in almeno un passo falso degli avversari. Cosa questa difficile, ma non impossibile (Fiorentina e Atalanta possibili alleati per l’Inter).