In questi giorni i principali network televisivi scendono a patti per dividersi i diritti televisivi della serie A. Tanti soldi in ballo e Sky vede sgretolare il suo monopolio nella Lega.

Però, facciamo prima un passo indietro. Almeno fino al 1980 in Italia non si parlava di diritti televisivi, le società calcistiche ricavavano i propri guadagni in grande maggioranza dai biglietti. Cosa impensabile ora. Qualsiasi Televisione privata, volendo riprendere una partita qualunque in territorio italiano, era libera di farlo, e non poteva essere impedito l'accesso agli stadi da parte dei cameramen. Le prime emittenti private locali nate nel corso degli anni settanta non approfittarono della possibilità di trasmettere liberamente eventi calcistici.
Nel 1980, copiando dal modello angloamericano, ci fu il primo contratto tra la RAI e la Lega calcio. Alla base del contratto la Lega Calcio, in cambio della somma di 3 miliardi di lire, attribuiva alla RAI l'ammissibilità delle telecamere per le riprese delle partite. L’azienda voleva trasmettere il calcio gratuitamente in tutta Italia.
La prima rivoluzione che superò il concetto del calcio visibile gratuitamente a tutti si ebbe nel 1993, con gli accordi tra Lega Calcio e Telepiù. Sarebbe andata in onda una gara del massimo campionato, generalmente posticipata alle 20.30 della domenica, per ciascuna delle prime 28 giornata. Le gare erano visibili attraverso un decoder ai sottoscrittori dell'abbonamento. Con questo contratto la pay TV poteva scegliere, all'inizio della stagione, quale gara trasmettere in ciascuna delle prime 28 giornate.
Dal 1996 al 1999 Telepiù ha il controllo assoluto. La nuova piattaforma offrì tutte le partite di Serie A (e non più solo i posticipi). I telespettatori tifosi potevano abbonarsi a tutto il campionato oppure alle partite di una singola squadra o anche, con il sistema pay per view, acquistare singole partite.
Dal 1999 al 2003 Telepiù affronta la sua prima rivale, Stream. Nelle prime due stagioni TELE+ conservò un lieve vantaggio: 11 squadre contro le 7 di Stream. Nella stagione 2001-2002 il vantaggio si assottigliò: 10 squadre per TELE+ ed 8 per Stream. Nella stagione successiva si registrò un pareggio (9 squadre per ciascuna piattaforma). La novità fu che vennero introdotti i diritti soggettivi: non era più dunque la Lega Calcio a trattare con le televisioni ma il singolo club, che poteva gestire in autonomia i diritti televisivi delle gare casalinghe.
Nel 2004 fino al 2018, i diritti satellitari controllati da sky e i diritti terrestri a Mediaset premium. DAZN si infiltra nel 2018 e fino al 2021 avrà tre 3 partite a giornata di cui quella del Sabato sera.

Adesso iniziano i problemi di sky, con i nuovi accordi DAZN avrà la totalità delle partite di serie A compresi tutti i big match del campionato in diretta esclusiva. Ma tutto non è così scontato perché Amazon, Mediaset e Discovery guizzano fuori dall’acqua e hanno intenzione di non essere solo spettatori.
Nei prossimi giorni capiremo la suddivisione dei match, tutto deve essere ancora deciso.