Nella sessione di calciomercato che stiamo vivendo, far uscire i giocatori in uscita allo scoperto per essere ceduti sembra essere un atteggiamento estremamente di moda: Marotta ha più volte dichiarato che chi vuole andarsene deve comunicarlo alla società, a Firenze ogni cessione è accompagnata da comunicati al vetriolo dell'ufficio stampa, la Lazio porta all'esasperazione i suoi calciatori in uscita e anche l'anno scorso De Laurentiis caricò la folla contro Higuain...ma la cessione di un calciatore è spesso un grande affare per la società che vende, e allora perchè nascondersi dietro all'ipocrisia e a finti romanticismi desueti, le società parlino chiaro: si cedono i giocatori per fare cassa. Punto.

L'anno scorso De Laurentiis caricò di significati etici e sentimentali l'addio al Napoli di Higuain, acquistato grazie alla plusvalenza della cessione di Cavani e che a sua volta ha fruttato alla società partenopea un incasso di oltre 90 milioni, permettendo di costruire una rosa numericamente e qualitativamente superiore rispetto al passato, come dimostrato il fatto che quest'anno il Napoli ritiene la sua squadra, praticamente invariata, competitiva per vincere il titolo. De Laurentiis ammetta che Higuain non è stato un traditore per Napoli, ma un affare d'oro e lo ringrazi per le prestazioni e per aver portato una plusvalenza record alla società. 

Allo stesso modo Marotta ed Agnelli abbiano il coraggio di dire che Bonucci è stato una colonna della Juve, che la sua interpretazione del ruolo di regista difensivo ha fatto la differenza in questi anni, ma la società e giocatore hanno avuto degli attriti e che per questo motivo la soluzione migliore per entrambi è stata la cessione, avvenuta con un prezzo inferiore rispetto a quanto ci si potesse aspettare perchè era necessario fare in fretta, ma anche in questo caso la società ha realizzato una plusvalenza importante.

I Della Valle e Corvino ammettano che la diaspora dei loro calciatori verso altre "Terre Promesse" niente ha ache vedere con eventtuali tradimenti della causa viola, ma sono una diretta conseguenza di una totale assenza di una causa da seguire visto che loro stessi hanno messo in vendita la società. In questo contesto è logico che giocatori in età avanzata vadano a cercarsi un'ultima occasione per togliersi delle soddisfazioni, sportive o economiche che siano, e che i giovani ambiziosi si spostino verso opportunità professionali più allettanti. Kalinic è stato portato a chiedere la cessione, così come Borja Valero, la cui partenza libera la Fiorentina da un ingaggio pesante. Vecino è un'operazione a saldo decisamente positivo e per quanto riguarda Bernardeschi, essendo un prodotto del vivaio, la sua cessione sarà economicamente estremamente vantaggiosa per il club.

Capitolo Lazio: non c'è satata la capacità/possibilità di rinnovare il contratto di Biglia e Keita che per motivi diversi hanno molto mercato. Lotito è stato più pacato che in altre occasioni, ma ha lasciato che l'ambiente si schierasse contro i due calciatori isolandoli, dimenticandosi di ricordare che il primo è arrivato per una cifra molto bassa, già ammortizzata, la sua cessione ha fruttato quasi 20 milioni ed è stato sostituito da un parametro zero, mentre Keita fu pagato solo 300 mila euro e la sua cessione porterà quindi un'altra plusvalenza importante.

Ultima storia: oggi Cairo avrà un incontro con Belotti: la mia sensazione, ascoltando la recente intervista del patron granata, è che la sua intenzione (o necessità) sia di vendere il Gallo, ma per poter accettare un'offerta inferiore ai 100 milioni della clausola rescissoria senza fare brutte figure, probabilmente intende dichiarare la volontà del giocatore di andare al Milan come scusa per lo "sconto" (il valore pagato sarà in goni caso superiore al valore effettivo del giocatore). Anche in questo caso quindi siamo di fronte alla possibilità che una società di calcio faccia cassa senza metterci la faccia, sfruttando le motivazioni del propri calciatori.

Insomma, in questa finestra di mercato alcune società stanno giustificando le cessioni dei propri calciatori tacciandoli di ingratitudine, o facendo leva sulle loro aspettative personali perchè queste vengano identificate come la causa della cessione, nascondendo così i veri motivi che risiedono in esigenze di bilancio e debolezze societarie di diverso genere. Forse sarebbe invece il caso di essere più sinceri con i tifosi e non fomentare le folle contro i giocatori.