"Il cane e la lepre"

di Esopo

Un cane da caccia che aveva catturato una lepre. Un momento la mordeva e un momento le leccava il muso. "Ehi, tu" disse, sfinita, la lepre, "o la smetti di mordermi, o smetti di baciarmi, affinchè io possa capire se sei un amico o un nemico".


Sulmona, Natale 1992

Tutti i parenti si riuniscono per festeggiare nella casa dei genitori le festività natalizie. Saverio, carabiniere congedato ed affetto da un inizio di demenza senile e la moglie Trieste, casalinga con un puntiglioso e vigoroso carattere. La famiglia è composta da quattro figli costituenti ciascuno un nucleo nella propria abitazione: Lina, la nevrotica bibliotecaia, Milena, la casalinga amante dei quiz televisivi, Alessandro impiegato alle Poste ed infine Alfredo, l'unico single professore di Lettere.Tutto sembra scorrere con serenità tra pranzi, tombolate, processione, Messa di mezzanotte quando nel culmine del pranzo di Natale l'anziana coppia comunica ai quattro figli l'intenzione, causa età avanzata, di non poter continuare a vivere da soli, e rifiutando l'idea di terminare in un ospizio, avrebbe pensato di accasarsi nell'abitazione di uno dei figli lasciando loro la libera scelta, e dando in compenso al figlio ospitante la loro pensione e in eredità la loro casa di proprietà. Anche la nostra dirigenza rossonera è composta da 4 persone come fossero 4 nuclei a sé stanti: Gazidis, Maldini, Boban, Massara. E a chi andrà l'eredità, cioè la storia, il blasone, il palmares del glorioso Milan? Ravvedo in questi 4 dirigenti, metaforicamente parlando, quei 4 figli di Saverio e Trieste personaggi del satirico film girato da Mario Monicelli nel '92, premiato con il David di Donatello, ed interpretato tra i tanti attori del cast da Paolo Panelli, Alessandro Haber, Cinzia Leone; un film che, per chi non l'avesse ancora visto, consiglio di gustare, una pellicola spassosa, divertente e molto realistica, specie in questi giorni pervasi  da un clima di "coprifuoco" e di corsa agli approvvigionamenti alimentari. Ma per chi non l'avesse visto o non ne ricordasse la trama, vado brevemente a narrare il suo epilogo.

Tutti e 4 i figli con i relativi nuclei familiari, intimoriti dall'idea di dover rinunciare ai propri spazi e regimi di vita, iniziano a litigare fra di loro esternando tutte le cattiverie covate nei loro animi, non volendo affrontare il vero problema e cioè quello di prendersi cura dei loro anziani genitori. La storia termina come un vero giallo degno della firma di Alfred Hitchcok, quando tutti e 4 i figli escogitano un piano per sbarazzarsi dei loro "amati" genitori. Il criminale pensiero sarebbe scaturito nel regalare a mamma Trieste e papà Saverio una bella stufa a gas per scaldare le loro gelide notti invernali, ma in realtà sarebbe valso come un semplice cavallo di Troia escogitato per manomettere il funzionamento della stufa, piano che sarebbe scattato nella notte di capodanno camuffato dal fragore dei botti e fuochi d'artificio. Quell'omicidio premeditato si sarebbe dunque scambiato per una tragica fuga di gas, cui sarebbe seguito un divampante incendio che avrebbe soppresso, ardendoli tra le fiamme, i due poveri genitori. Ecco, voglio essere sincero, l'altra sera ho rivisto e seguito con molta attenzione questo bel film che è stato d'ispirazione a questo mio scritto. Datemi pure del nostalgico ma io intravedo in questa pellicola quello che la nostra attuale classe dirigenziale sta facendo al nostro "anziano" Milan: una totale mancanza di attaccamento, di amore, nonostante i nomi dei due grandi giocatori come Maldini e Boban dovrebbero da soli essere una garanzia.

Non è più plausibile leggere di giorno in giorno sui quotidiani sportivi notizie concernenti l'eterno dissidio, come una vera e propria lotta intestina, tra i vari dirigenti perchè ognuno vede con una sua personale prospettiva e forse, badando più al proprio portafoglio, che non alla cura per la squadra vada a cercare il "business" dove risulti, ma solo per Lui, un guadagno ben più cospicuo. Forse sta quì la spiegazione di anni ed anni di solenni bluff  (a Roma si dice "sole") sia sul campo che dietro le scrivanie del quarto piano di Casa Milan. Ma sto facendo, vedo, una critica, e la critica è accettabile solo se propositiva, provo allora a proporre qualcosa. La dirigenza è come una famiglia e Papà Elliott ha 4 figli sistemati dietro 4 scrivanie, i figli "so' piezz 'e core" e non si possono toccare. Bene, la tifoseria pazientemente ne prende atto, però la squadra invecchia (cioè è senza titoli da quasi un decennio) e non vuole finire in serie B (l'ospizio), sarebbe un ritorno amarissimo, ma non vuole nemmeno finire nel triste anonimato di una posizione di metà classifica (equivarrebbe ad una badante in casa), ma vorrebbe semplicemte una gestione più lineare, senza discussioni, con acquisti più avveduti, con una lista della spesa ben formulata, senza acquisti che poi portati a casa risultino fermi o inservibili, perchè magari sono doppioni o peggio talvolta siano persino già scaduti. Non è difficile ottenere tutto questo, altre squadre, molto meno blasonate della nostra ci sono e ci stanno riuscendo con validi risultati sia nel nostro campionato che in campo europeo. Tutto ciò da un lato sia di monito ai nostri dirigenti, dall'altro sia di stimolo a dovere e volere far meglio per il bene del Milan e dei suoi tifosi.  Altrimenti saremmo costretti a vedere nel volto dei nostri dirigenti gli stessi tratti prima sorridenti ma via via sempre più seri fino a divenire marcati, profondi ed in ultimo delittuosi esattamente come nel film "Parenti serpenti".

Il film termina con la lettura di un tema assegnato dal professore a Mauro, figlio di Lina, sul come fossero state vissute le recenti vacanze natalizie ed innocentemente il ragazzo narrava nel finale del suo componimento la "vera" storia della morte dei propri nonni smascherando così, se pur involontariamente, i colpevoli e cioè i genitori e gli zii. Questa l'amara conclusione della satirica pellicola degli anni '90, nello stesso periodo il Milan di Berlusconi dominava in Italia e in Europa, ed ora se il campionato terminasse domani, e non è detto che date le circostanze la cosa non possa avvenire, non avrebbe vinto nulla, magari si scoprirebbe, nascosta in qualche ripostiglio di Casa Milan una stufa, posta lì per scaldare forse di notte, quando l'impianto termico è spento, ma avrà subdolamente subito una manomissione e deflagrerà devastando la sede, tutta la dirigenza e sarà impresa ardua rintracciare il o i mandanti: chi ci vuole così male!? Ex proprietari? Rivali? O parlo solo di semplici suggestioni? La risposta risulta complessa, difficilissima, ed infine non risolverebbe alcun problema. Ma questa... è un'altra storia!

All'inizio di questo scritto ho voluto citare testualmente una fiaba del poeta greco Esopo, il cui significato vuol essere il seguente: "Questa favola è adatta alle persone ambigue".

Apprezzo le ambiguità finchè non ci si tocca. Finchè non si passeggia dentro l'altro. Da quel momento in poi, diventa solo una mostruosità

(Chiara Bottini)


Un abbraccio

Massimo 48