Una volta, quando il campionato era chiuso, ogni tifoso andava a vedere le magie di Messi, di Ronaldo o di Neymar e sognava l'arrivo di un grande centravanti, da 20-30 goal a stagione. Era comprensibile: l'attaccante regala più spettacolo, ha un ruolo più visibile nell'economia di una squadra, è un gagliardetto da esibire per il marketing.
Da un paio di anni a questa parte, invece, gli attaccanti debbono condividere un po' della loro luce, del proprio bagliore, con i giocatori che sono dietro di loro: mediani e centrali di difesa, in particolare.

Liverpool retrò - Solo un anno fa era stato polverizzato il record del trasferimento più caro di un difensore, con il passaggio di Virgil Van Dijk dal Southampton al Liverpool. Un giocatore di livello per una squadra come quella di Klopp che, normalmente, è associata a un gioco offensivo e pieno di estro, che aumenta la quotazione dei calciatori in avanti. E, escluso Hummels e forse Ginter (Subotic, per la carriera che ha fatto dopo, è escluso da questa lista) nessuno si ricorda di grandi difensori allenati dal vincitore dell'ultima Champions League. Che invece, a nostro parere, ha trovato in Van Dijk e Alisson, più che in Salah, Firmino e Manè gli uomini della svolta della sua squadra. Van Dijk è meno appariscente nel gioco e meno iconico di Salah, per esempio. Però il suo contributo è stato fondamentale sin dal primo momento, prova ne sono le due finali di Champions League e l'andamento fantastico in PL, malgrado il titolo sfumato nelle ultime partite 

Non escludo il ritorno - Un altro difensore che ha fatto molto rumore, questa volta con voci di trasferimento, è Thiago Silva. Il giocatore probabilmente non è più il migliore al mondo nel proprio ruolo da qualche anno. Malgrado questo, la notizia di un possibile ritorno a Milanello ha emozionato i tifosi rossoneri. Va detto che il verdeoro se n'era andato in ottimi rapporti con la curva ed era il simbolo dell'ultimo Milan vincente. Il diretto interessato, impegnato in Copa America, non conferma e non smentisce "Sono molto legato al Milan, ma non penso che ci siano possibilità di tornare. Comunque, fino alla fine del torneo sono concentrato sul Brasile, ci sarà tempo per riflettere sul mio futuro in seguito". L'unica cosa che può turbare i tifosi milanisti è l'esperienza da "museo delle cere' del Milan tardo berlusconiano, che ha visto tanti flop. Malgrado ciò, con un mercato in entrata delle punte abbastanza bloccato (ci si concentra piuttosto sui centrocampisti), il possibile ritorno del vecchio capitano sarebbe un sogno per i tifosi. 

Colpo di Manolas - Sperando che abbiate già dimenticato questo orrendo gioco di parole, spostiamoci a Napoli. Dove al centro del mercato ci sono due difensori: da una parte un Koulibaly sempre più esasperato per l'accoglienza ricevuta in alcuni stadi italiani, dall'altra Kostas Manolas. Il romanista, vista la clausola relativamente bassa (36 milioni iniziano ad essere spiccetti nel calcio mercato moderno), si ritrova ad essere il protagonista del calciomercato di due squadre: i giallorossi, vista una situazione finanziaria per nulla florida, devono vendere; ma sono pochi i giocatori con un mercato importante. Il Napoli invece ha bisogno di rimpiazzare Raul Albiol, pronto a ritornare in Spagna dopo diversi anni di onorato servizio. Per i tifosi, il sogno sarebbe di avere entrambi, per formare una cerniera che in Italia non avrebbe nulla da invidiare alla Juve pigliatutto. Il termine ultimo per coprire i debiti della Roma è il 1 luglio 2019 e, malgrado questo riempia di malinconia i tifosi giallorossi, probabilmente il greco se ne andrà. De Laurentiis gioca su questo, al fine d'ottenere uno sconto sulla clausola. Anche per questo, il mercato della Roma (molto meno idealista) si concentra sulla ricerca dell'affare giusto per la difesa: si seguono Verissimo e Vavro, non proprio i sogni dei tifosi. Per quanto riguarda il Napoli, chiusa la questione centrale, c'è un James Rodriguez scontento da prendere. Questo è un ritorno alla tradizione.

Il muro olandese - L'anno scorso era stato segnato dalla trattativa Ronaldo, IL top player, che avrebbe tenuto vivo l'entusiasmo dei tifosi. Questo doveva essere l'anno di un gradito ritorno. Fino a qualche settimana fa, un solo nome correva sulla bocca dei tifosi juventini: Paul Pogba. Dopo due anni di pochi alti e tantissimi bassi con il Manchester United, un mondiale vinto con la Francia l'anno scorso e la triste annata con Solskjaer, sembrava il momento del ritorno del Polpo a Torino sembrava sempre più vicino. Però, negli ultimi giorni, gli occhi del DS Paratici si sono spostati su un altro uomo, quel Mathias De Ligt muro dell'Ajax (saccheggiato senza pietà quest'estate) alla semifinale di Champions, prendendosi lo scalpo del Real e degli stessi bianconeri. Il resto lo leggiamo sulle ultime ore: il blitz da Raiola e l'investimento pesante per una difesa che non era stata toccata da troppo tempo. L'olandese, considerato l'unico giovane che possa fare fare il salto di qualità in quella zona, diventerà il giocatore più pagato della squadra dopo Ronaldo, un'eresia per tanti. Probabilmente significa anche tanti saluti al Polpo, che ora dovrebbe andare al Real. Perché i tifosi le scelte le fanno col cuore, ma la dirugenza juventina deve farle col cervello (e con il portafoglio, non tocca mai scordarlo)

Dove si va? - Cosa dovremmo leggere in questo nuovo interesse dei top club per i difensori in questo inizio d'estate? In primo luogo che il "guardiolismo", almeno quello classico del primo Barcellona, se non è morto è in via d'estinzione. Il Barça di Guardiola, come la Juve quest'anno, era arrivato ad un livello di perfezione che lo portava a fare degli all-in: un solo grande nome ogni estate, che però potesse cambiare la squadra in maniera radicale. Però, se ci facciamo caso, era sempre un attaccante quello che arrivava, o al massimo un centrocampista. Oggi il Barcellona, privato di Guardiola, diversifica gli investimenti ed ha capito che c'è bisogno (in Europa, nella Liga la cosa è secondaria) di mettere delle fiches sul reparto arretrato. Lo stesso Pep al City spende tantissimi milioni su difensori centrali, nel tentativo di dare alla sua squadra una sicurezza dietro che possa permettergli di giocare senza preoccupazioni davanti. Di Van Dijk e della sua importanza abbiamo già detto. Che il futuro sia alla fine il ritorno al passato, in cui "i campionati si vincono in difesa", concezione a cui gli Hombres verticales ci avevano abituato a guardare con snobismo?

Un'altra cosa, legata più al prezzo che all'attenzione mediatica per i difensori, è legata ad un calo di vocazione di cui avevamo già parlato in un articolo precedente: in Italia, ma più in generale in Europa, è sempre più difficile trovare centrali di livello. Al contrario, di ali, trequartisti e seconde punte di fantasie ce n'è a bizzeffe. Per questo, sono più i gli stopper che i centravanti quelli che cambiano il volto di una squadra. Essendo merce più rara, sono più contesi dalle grandi società, che prima si sarebbero date battaglia solo per i migliori al mondo nel loro ruolo. Questo calo di vocazione non è un caso, è probabilmente una conseguenza dell'impatto rivoluzionario della strategia di Guardiola sulle strategie di formazione e sul gioco dei grandi club. Questo vuol dire che sarà anche un fenomeno invertibile: un passaggio ad una cultura difensivista porterà le accademie a ricominciare a formare giocatori meravigliosi per i pacchetti arretrati.

Perché in fondo il calcio è pur sempre un mercato, e anche piuttosto capitalista: non sono i singoli giocatori o gli allenatori in sé a determinare le sue strategie su vasta scala, quanto piuttosto la legge della domanda e dell'offerta. Sarà divertente vedere dove essa ci porterà nei prossimi 10 anni.