Sarebbe certamente stato contento il presentatore della nota trasmissione televisiva e radiofonica, di fine anni ottanta, la Corrida, il bravissimo e simpatico Corrado che proponeva al pubblico le esibizioni di intrattenimento di protagonisti alle prime armi.

Da personaggi dello spessore di Florentino Perez, presidente del Real Madrid e Andrea Agnelli, "pargolo" di una delle famiglie più importanti d'Italia, oltre che leader della squadra più vincente e seguita del nostro "stivale", la Juventus, lo spettacolo proposto aveva più le sembianze di un impacciato tentativo, piuttosto che quello che avrebbero voluto e dovuto, esporre. Che l'operazione avviata alla mezzanotte di domenica 18 aprile fosse una "Mission impossible" con troppe lacune e destinata, nella migliore delle aspettative, a cercare soluzioni diplomatiche, era fin troppo evidente. Era sufficiente leggere il comunicato del Milan per capirlo. Ero stato il primo a battezzarlo come un "Super Bluff", seguito a ruota da commentatori, più bravi e noti, ma mai avrei potuto immaginare che a sole 48 ore di distanza, ci potesse essere una retromarcia ed una resa così evidente da prendere la forma di una "goffa ritirata", come se questa rivoluzione non fosse proposta da dodici Club calcistici, fra i più conosciuti e vincenti al mondo, pronti a fronteggiare ogni logica e preventivata difficoltà, ma da un'armata "brancaleone", totalmente impreparata e subito alla sbando, frettolosa di consegnarsi alla resa, senza minacciare resistenza, prima ancora di vedere la reale forza dell'avversario, schierata in campo. 

Se Florentino Perez, miliardario spagnolo, non fosse l'autorevole presidente di questa iniziativa, tutto farebbe pensare al peggiore dei "tradimenti", per rovinare, non solo sportivamente, l'immagine di Andrea Agnelli, passato in pochissimo tempo da Presidente dell'ECA, in rappresentanza di tutti i club, a ribelle sconfitto che si nega al telefono, quasi gli volesse far pagare, a distanza di anni, lo sgarbo di aver tesserato Cristiano Ronaldo, portandolo a Torino. Una mia analisi sicuramente fantasiosa, perchè nel mondo degli affari e, aggiungerei della politica, santi e diavoli, banchettano nello stesso tavolo, cambiando fin troppo spesso posto e ruoli.

Comunque la si voglia guardare o analizzare, sono molte le circostanze che rendono poco chiaro i motivi di molta improvvisazione e di una resa fin troppo rapida. Le principali?             
1- Tempi e modi di presentazione.
2- Struttura e accesso
3- Confronto e coinvolgimento con gli organi competenti
4- Rappresentanza per nazioni. Non serve essere dei "geni" per capire che se si ha realmente l'intenzione di dare vita ad una "Super Lega" si organizza una conferenza stampa adeguata alla risonanza dell'evento. Si invitano personaggi di livello, logicamente favorevoli, tecnici e arbitri, si portano le Champions vinte, i  dodici capitani o i giocatori più rappresentativi e si espone il progretto, "confezionandolo" nel modo migliore. Forti di milioni di tifosi, di un'immagine mondiale indiscussa e cercando di affascinare anche gli scettici, puntando subito, a smorzare ogni tensione, evitando di scontentare squadre o tifoseria che è già risaputo che non vinceranno mai quel trofeo, ma a cui sarebbe stato sufficiente lasciare il sogno, che come tale, non è reale. L'impatto con il grande pubblico sarebbe stato ben più grande e molto meno osteggiato. 
Perché non è stato fatto? Perché tutto è stato relegato ad un freddo comunicato stampa rilasciato a tarda notte della giornata precedente ad annunci UEFA importantissimi, come quelli attesi? Eppure, nonostante le defezioni di formazioni francesi e tedesche, fondamentali per allargare la rappresentanza Europea, ma specialmente, senza fare tanti giri di parole, per confezionare un prodotto attrattivo per televisioni e sponsor, che poi è il motivo di questa rivolta, si è voluto ugualmente "sferrare l'attacco", consapevoli di affrontare una sconfitta quasi certa?
Ma veramente possiamo credere che Club con giri d'affari miliardari si affidino semplicemente ad una stretta di mano, senza sottoscrivere accordi vincolanti e possano salire o scendere da un'operazione di tale portata e impatto, come fosse un "carretto trainato da buoi"?
Siamo seri, non c'erano i tempi per poter dare inizio, fin da agosto 2021, a questo loro progetto. La pandemia, le battaglie legali e tutta la parte organizzativa non potevano essere affrontate in pochi mesi. Ma c'era l'esigenza di mettere uno sbarramento, sia all'UEFA, ma molto probabilmente ancora di più, al suo Presidente Alekander Ceferin, che sarà in carica fino al 2023 e sta organizzando la Nuova Champions League che avrà inizio nella stagione 2024, con quale presidente evidentemente è ancora da decidere. Serviva un bluff, ma specialmente chi potesse sopportarne l'esito fallimentare, altrimenti non si sarebbe neppure potuto provare. Chi meglio di Florentino Perez, presidente del Real Madrid, la squadra più vincente e conosciuta al mondo e Andrea Agnelli, quale Presidente, dimissionario dell'organizzazione di tutti i club europei, avrebbero potuto salire sul "patibolo", senza conoscere l'esito finale? 

Solo guardando in quest'ottica un'azione, che nasce e muore a cavallo dell'incontro UEFA di lunedì 19 Aprile, si può capire il perché di così tanta improvvisazione. Eppure è bastato sventolare una bozza di accordo, su un foglio bianco, magari senza firme, per non rischiare alcuna sanzione, per mettere tutti in agitazione. Sono bastate poche ore per ingrossare le fila degli scontenti, con capi di Governo pronti perfino a dimenticare le emergenze del Covid e che gli stadi sono chiusi anche per poche migliaia di persone, mentre i supermercati sono locali chiusi e affollati, per affermare il loro No.
Dispiace vedere che anche Draghi si sia prestato a questo "teatrino". Un muro alto e spesso, peccato che sia in difesa del nulla, perchè il calcio che vorrebbero i "duri e puri", è sparito da almeno trenta anni. Perchè guardando uno qualsiasi dei campionati di calcio, delle nazioni Europea più importanti, sarà facile constatare che  sono almeno vent'anni che vincono sempre le stesse squadre. Perchè non si attuano regole nell'interesse del sistema, ma c'è un "sistema" che ha interessi economici. Le parole sono le stesse, ma è fin troppo chiara la differenza. Infatti, dietro a questa facciata dei "buoni" contro quella "Sporca Dozzina", come il presidente Ceferin, probabilmente appassionato di film, ha voluto apostrofare le dodici formazioni, che solo per blasone e seguito, meriterebbero ben altro trattamento, si nascondono molti difetti e sbagli, commessi  dall'UEFA, non a caso subita pronta ad alzare notevolmente i soldi a disposizione dei club che giocheranno la Champions League della prossima stagione. Soldi che, stranamente fino a ieri, prendevano altre destinazioni.

Il Campionato d'Europa è un sogno che tutti hanno sempre fatto e non si offende nessuno se dovendo scegliere venti formazioni e lasciandone obbligatoriamente fuori moltissime, sia logico pensare a chi ha vinto più Champions scrivendo la storia di questa manifestazione. Sono squadre come il Real Madrid, Barcellona, Liverpool, Bayern Monaco, Ajax, Milan e poche altre, che garantiscono l'interesse di milioni di tifosi e appassionati, in ogni angolo del mondo attirando sponsor e televisioni. Una cosa fin troppo evidente. Poi potremmo aprire tutta una serie di dibattiti, analizzare se sia "sportivo", se sia "corretto", se piaccia o meno alle tifoserie. Ho evitato di commentarlo quando poteva succedere e quindi mi è facile scegliere di non farlo adesso, ma su un punto desidero soffermarmi, Noi tifosi. Mettiamo nel cassetto quel ritornello che viviamo di passione e che ci basta partecipare. Siamo i primi a voler vincere, fischiamo i nostri giocatori che definiamo, con molta poca sportività, "SCARSI" e contestiamo la Società se non compra "Campioni". Quindi mi sembra opportuno accettare i lati positivi di uno sport bellissimo e affascinante, ma che contempla anche che ci siano i più forti, quelli che spendono di più e tentano di garantire lo spettacolo, non certo per far piacere a NOI, ma per creare ulteriore seguito e guadagni. Forse non sarà bello da dire, ma è così e giocare contro una "squadretta" con poco seguito, interessa a troppo pochi, anche contando tutti i tifosi.

Perez e Agnelli guardano al mondo, non propongono di abbandonare i propri campionati, al contrario puntano a vincerne più possibili, ma aspirano a giocare in mondovisione, tenendo tutti i continenti davanti ai televisori, garantendo il miglior spettacolo proponibile, schierando i calciatori più bravi, conosciuti e acclamati, sbagliano? Anche volendo mentire, dicendo sì, in difesa del Benevento o di qualunque altra squadra che sogni di qualificarsi alla Champions, mettete voi il nome, difficilmente sceglieranno di interrompere questo percorso e con tutta sincerità è difficile dargli torto.
18 Aprile 2021, segnate questa data, il dato è tratto, ci hanno messo la faccia, ma questa è gente con le spalle grosse e, se volete, togliete pure la s.