Ho sempre pensato, e tutt'ora ne sono convinto, che la maggior parte de calciatori giochi ancora per passione e non solo per un puro interesse economico. E' chiaro che nel momento in cui diventi un professionista vengono richiesti anche dei sacrifici, che però vengono lautamente compensati con indennizi a sei zeri. Sono tuttavia convinto che in fondo in fondo, tutti vogliano vincere, tutti vogliano alzare una coppa, segnare un goal, esultare e festeggiare con I propri compagni, da Cristiano Ronaldo alla riserva più scarsa della lega pro; un po' come tutti noi abbiamo fatto e qualcuno ancora sogna di poter fare durante le partitelle all'oratorio o al "calcetto" del giovedi sera. Perchè in fondo, non importa l'età, il contesto, la squadra che hai intorno, il luogo....siamo tutti bambini quando calciamo un pallone, lo stesso pallone di cui leggiamo il lunedi mattina sulla Gazza e di cui ci innamoriamo ogni volta, come se fosse la prima, ad un goal di Messi o davanti alla giocata da fenomeno di quell giocatore che solo tu conoscevi e che ora è sulla bocca di tutti. Almeno per una settimana. Tutto questo è il calcio che conosco, conosciamo tutti e che tutti invidiamo non tanto per i soldi ma per le emozioni che trasmette e che tutti vorremmo vivere calcando uno di quei campi, normale posto di lavoro per i professionisti, che noi vediamo solo in TV. Sono sicuro che uno dei motivi per cui ognuno di noi almeno una volta ha sognato di diventare un calciatore famoso non fossero i soldi, ma invece la possibilità di segnare un goal nel tuo stadio e sentire decine di migliaia di persone urlare, esultare, gridare il tuo nome, sentire l'adrenalina che scorre a mille mentre i tuo compagni ti saltano addosso, sentirsi per un attimo invicibile e amato dal mondo intero. Quello che veramente non comprendo invece è l'ostinazione di certi giocatori a continuare a vestire una maglia che non sentono più loro, condannati a stagioni in tribuna e la totale disaffezione se non "odio" da parte dei loro stessi tifosi, solo per non voler rinunciare, anche solo in parte, al dio DENARO. Io sono Milanista e la situazione di Zaccardo mi ha fatto riflettere. Un calciatore che si è tolto qualche bella soddisfazione in carriera che può ancora giocare qualche anno in serie A, preferisce venir deriso e insultato dai suoi stessi tifosi, essere escluso dalla rosa e pubblicamente indicato come "un giocatore che l'allenatore non vede", invece che accettare un'offerta in una squadra, una società che gli permetterebbero di chiudere la carriera GIOCANDO!! Non parlo certo delle offerte arrivate dall' India o da qualche paese del "terzo mondo calcistico", offerte che sono più scelte di vita che professionali, parlo di tutta quella miriade di squadre che tra sera A e B potrebbero offrire un'ultimo contratto degno di nome, un ultimo contratto da CALCIATORE e non parassita. Personalmente non potrei stare in un ambiente dove non vengo apprezzato ne tanto meno preso in considerazione solo per un tornaconto economicose sentendomi ancora di essere un professionista in grado di dare qualcosa. Svendere la proprio dignità attaccandomi alla poltrona penso sia una delle cose più tristi in assoluto, sopratutto da parte di chi ha avuto il PRIVILEGIO di poter guadagnare talmente tanti soldi da poter decider di smettere di "lavorare" praticamente quando vuole. Le cose sono 2 quindi: Abbassati il tuo lauto ingaggio e trova una squadra che ti faccia fare il CALCIATORE oppure ritirati se non hai più voglia di giocare. La scelta di fare la figurina, fuori rosa e non considerata da mister, società e tifosi è l'unica che dovrai barattare con la tua dignità.