Anche Salvatore Bagni, protagonista dello scudetto '87 del Napoli, si chiede come mai Spalletti decida di lasciare senza tentare una impresa mai prima raggiunta dai partenopei, cioè tentare un bis scudettato.
Spalletti parla di stanchezza e di anno sabbatico. Anche di doversi dedicare di più alla famiglia. Penso che il mestiere dell'allenatore sia proprio uno in cui dedicarsi alla famiglia risulti piuttosto difficile, quasi come una spia della CIA dove gioca un livello di adrenalina altissimo. Quindi o Spalletti decide di lasciare il calcio, oppure ci sta qualcosa d'altro. Egli stesso in conferenza stampa lo lascia trapelare, quando gli viene rivolta una specifica domanda, argomento di questo intervento, se cioè  sia difficile ripetersi. Risponde in maniera piuttosto contradditoria a quanto poi fatto realmente. Risponde infatti che è molto più difficile affermarsi partendo da un settimo/ottavo posto di un anno precedente che ripetersi da una base di successo. E che successo visto che la corsa del Napoli aveva ribadito un gameover ben prima della sua conclusione.
E allora? Credo che in lui ci sia la convinzione o inconsciamente la paura di non essere capace a ripetersi.
Le due sensazioni da un punto di vista psicologico tendono molto a confondersi. Infatti un vecchio pirata di panchina come lui dove in Russia ha vinto due campionati e con esperienze importanti in Italia mi sembra proprio il meno indicato a lasciare perdere.
E quindi perché? Ne do una interpretazione del tutto personale e che metto in comune con Stefano Pioli.
La mia convinzione nasce dal fatto che entrambi cerchino un alibi al fatto che, proprio per non aver mai vinto un campionato in Italia, abbiano in se stessi la convinzione di non poterlo ripetere.
La soluzione della "crisi", chiamiamola così, nasce e si consolida in tempi molto diversi, per Pioli e Spalletti, ma credo che la sua origine abbia questo elemento fondamentale in comune, oltre al fatto, ma questa è una battuta, tanto per sdrammatizare lo scrivere di calcio, che sono ambedue pelati. Ma non è poi tanto una battuta. Ricerche psicologiche accredidate dicono che i pelati con viso allungato sembra trasmettano sensazioni di forza e autorevolezza maggiore nell'universo femminile.
E nel cinema USA che dire di Vin Diesel e Dwyne Johnson detto "The Rock"? Ma a parte le battute, per un combattente fumino come Spalletti la sua decisione appare ancora più stramba. Quindi per Spalletti la mia opinione è che non c'entrino tanto le sue personali divergenze con un presidente sicuramente non facile come De Laurentis, oppure la voglia di fare l'agricoltore o il nonno, quanto che, comunque vadano le cose, egli si sente sicuro di non ripetersi e quindi, a parte l'anno sabbatico, sicuramente prima o poi lo ritroviamo da qualche parte magari partendo da un un posto arretrato con adrenalina inclusa. Quindi per me Spalletti sta cercando più in se stesso che in fattori esterni delle motivazioni che coincidano con la netta sensazione che non si sente in qualche misura capace di ripetersi.

Ho letto il bell'intervento di Zardoronz sulla crisi Pioli-Milan. Più lentamente di Spalletti, Pioli si sta incamminando sulla strada di Spalletti, a mio modo di vedere e che lo porta, in ritardo, a ricercare alibi su una annata molto poco convincente rispetto a quella dello scorso anno.
Ritengo che per Pioli la vittoria e il Pioli on Fire, cosa mai successa nella sua carriera, di uno stadio lo abbiano molto gratificato rendendosi in comunione perfetta e perfetta sinergia con la Direzione.
Napoli è una piazza dove si cerca più l'eroe al punto da divinizzarlo che l'allenatore e anche se gli applausi sono stati e tanti, non sono stati certo del livello di un coro come a San Siro. Che anche questo sia passato nella testa di Spalletti? Infatti il primo scudetto del Napoli non sarà mai di Bianchi, ma bensì di Maradona. E questo sembra quasi sia stato più di Kvara, di Osimehn e di Giuntoli che di Spalletti sicuramente messo non così in primo piano come successo con Pioli nel Milan dello scudetto. 
In un processo di identificazione personale e collettiva con un demiurgo che possa farti sentire al pari del potente Nord calcistico. A Milano non ci sono le gigantografie di Van Basten o Maldini e si parla più degli scudetti di Rocco, di Capello, di Ancelotti e di Liedholm che di qualche campione in particolare. A inizio anno c'è la tanto criticata campagna acqusiti del Milan. Perfettamente accettata però da Pioli, perche non mi sembra abbia mai effettuato, una volta conclusa, un livello di critica come quello attuale, tanto che, giustamente Zardoronz, attento e bravissimo commentatore delle vicende Milan, lo definisce addirittura un outing e intitola il suo intervento come un "Regolamento di Conti" con la Dirigenza. Esclude Gerry e quindi è chiaro che il regolamento si riferisce a Maldini.

Mi permetto di aggiungere delle considerazioni a integrazione e spiegazione del mio intervento per Pioli. Per me il nostro allenatore sta cercando un alibi, come per Spalletti, per giustificare a se stesso, nonostante l'appoggio appassionato di tanti estimatori e in particolare della Rosea, un campionato da lui condotto decisamente in tono minore. E l'alibi sommo non può che essere Maldini, con il quale i rapporti si sono progressivamente deteriorati nonostante il faticoso raggiungimento del quarto posto, più ottenuto per circostanze esterne che per meriti di gioco. Questo lo riconosce anche Zardoronz. Il suo outing mi sembra verta su due aspetti fondamentali. Il primo è Diaz e il secondo CDK e forse anche  Adli, il meschino, mai visto o integrato seriamente. Se il Milan prende Kamada, per me ottimo giocatore e, oltretutto, perfettamente in linea con le richieste di Pioli, per me è proprio per sostituire Diaz, che se ne torna a Madrid quasi sicuramente e non certo CDK su cui insiste Maldini. 
Ma Pioli stravede per Diaz. Io un poco meno, ma è una mia opinione personale. Non è un 10 e quella maglia sulla sua schiena con il 10 mi è sempre sembrata un poco irritante. Quindi, poiché su Kamada almeno all'interno se ne parla da tempo, e non certo da oggi,  è chiaro che Pioli, impallinato su Diaz non gradisca, pur in presenza di un giocatore di esperienza e di tutto rispetto, al punto da fargli dire una sciocchezza su come il centrocampo non sia poi così importante. Ma come mai questo outing in un clima di successo? E' stato evidente nel corso del campionato, il suo progressivo rifiuto delle scelte di Maldini. CDK potrà anche essere un bidone ma sicuramente secondo me non è che Pioli, come altri li abbia valutati e inseriti con una gradualità e, soprattutto con convinzione, e comunque li ha visti sempre come un ripiego rispetto ai suoi fedelissimi, gli unici che in fondo gli permettevano di contrastare la sua convinzione interna di non sapersi ripetere. Quindi cerca un alibi ed è facile trovarlo in Maldini.
La mia è una interpretazione personale, ovviamente, che parte da una valutazione negativa del lavoro di Pioli di quest'anno, che però per me andava comunque confermato. Se pensa di mettersi contro Maldini credo che ne uscirà con le ossa rotte, indipendentemente dal fatto che Gerry, sia più o meno dentro la contesa, come dice Zardoronz. Robert Heinlein, uno scrittore di fantascienza che personalmente adoro,  ha detto che una generazione che ignora la storia non ha passato ma soprattutto non ha futuro. Maldini è la storia del Milan. Pioli rispetto a lui è, per ora, solo un momento anche se è forse ancora On Fire. Ma non c'è niente di più mutevole di un pubblico di calcio. Il suo alibi concretizzato in outing ora è molto controproducente e le sue esternazioni sono oltretutto  in contrasto con la strategia della Società. Un allenatore allena ciò che la Società propone e al meglio e la mia personale valutazione è che egli quest'anno non lo ha fatto. Ho detto che andava confermato, perché nell'ottica di Gerry la catena visibilità, continuità, business e soldoni è stata raggiunta ma se pensa di vedersela alla pari con un goodwill del Milan ha perso in partenza.
Fare un anno male può capitare, farne due di seguito in contrasto porta solo all'esonero e non penso proprio di Maldini. Gli alibi hanno vita breve. Così penso che Spalletti spunterà fuori tra poco tempo e se Pioli continua così va verso un esonero sicuro, situazione che ha affrontato spesso nella sua carriera nonostante che personalmente lo ritengo ancora un allenatore giusto per noi ma non così.
Ho parlato di tarallucci e vino. Spero che si ricucia la vecchia intesa.