Io ritengo che un allenatore debba saper praticare vari moduli di gioco e cambiare tattica di partita in partita o anche durante la partita stessa, se necessario. Se uno o piu' giocatori, per varie ragioni durante il campionato si rivelano diversi dal come li si era valutati inizialmente o hanno diversi stati di forma, o si infortunano, il che avviene in continuazione, allora si deve poter modificare sia lo schema che la tattica di gioco. Adattare lo schema ai giocatori e non viceversa, anche se e' naturale che si abbia uno schema preferito a priori. Se non si e' preparati a fare questo, se non si lavora sui giocatori perche' siano pronti a questo, allora, secondo me, non si fa quel salto di qualità per essere considerati un grande allenatore e non uno medio.
Negli ultimi 10 anni l'Inter ha avuto un solo allenatore che abbia dimostrato di saper giocare con moduli e tattiche diverse, adattando entrambi alle circostanze o a squadre avversarie ritenute superiori o di pari forza ma con cui un certo tipo di tattica avrebbe fatto la differenza. Mi riferisco ovviamente a Mourinho, in particolare alle semifinali con il Barcellona e la finale contro il Bayern nella CL del 2010 che ne sono un esempio chiarissimo. Furono dei capolavori tattici. Nella finale giocammo buona parte della gara in contropiede o lasciando uno sterile possesso palla ai Bavaresi (66% - 34%), senza subire grandi pericoli e meritando alla fine di vincere.
Ecco, questa, a mio modesto parere, e' la vera differenza tra un medio ed un grande allenatore.