C’è un testo particolare e curioso scritto nel 1976 da Francesco Guccini, non uno dei miei artisti preferiti e confesserò inoltre che io questa canzone l’ho scoperta per caso solo pochi anni fa. Rude, diretta e schietta, indirizzata al giornalista e critico Riccardo Bertoncelli il quale scriveva su “Gong” (rivista molto nota negli anni ’70) che nonostante ormai avesse poco da dire, il nostro cantautore sfornasse comunque un album ogni anno.

Che cosa posso dirvi, andate, fate
Tanto ci sarà sempre, lo sapete
Un musico fallito, un pio, un teorete
Un Bertoncelli, un prete a sparare cazzate

Mi sono ritrovato in questo blog per caso, seguendo le tracce di un altro cittadino dell’enorme popolo di Internet, il quale scrive qui sopra da tempo. Aveva catturato la mia attenzione con un pezzo che parlava della mia piccola squadra del cuore.
È un po’ come quando ti trovi in un posto sconosciuto, all’inizio ne studi i contorni e ti guardi in giro spaesato, ma se ti piace resti a contemplarne le bellezze e, se puoi, ci torni. Così ho fatto anche io, il posto mi piaceva. Quindi sono tornato il giorno dopo, e quello seguente, ho iniziato a seguire con lo sguardo il perimetro e capire chi abitasse questo luogo, ma confesserò di non aver capito subito tutto.
Poi ho cercato di metterci del mio.

Ma s’io avessi previsto tutto questo
Dati, cause e pretesto
Le attuali conclusioni
Credete che per questi quattro soldi
Questa gloria da stronzi
Avrei scritto canzoni?
Vabbè lo ammetto che mi son sbagliato
E accetto il crucifige, e così sia
Chiedo tempo, son della razza mia
Per quanto grande sia, il primo che ha studiato

Ho avuto un’accoglienza molto calorosa, spesso in posti come questo si trovano solo “nick” ed “avatar”, qui ci sono anche alcune firme ed altrettanti volti ma, per come la vedo io, non sono necessari per conoscere le persone, a volte basta leggere qualcosa che una persona scrive di sé, o un qualsiasi narrato che sia scaturito dal cuore e non sia un mero esercizio di stile per conoscere l’animo di una persona.
Qui è previsto che il narrato tratti di calcio.
Ieri ho letto un pezzo di un blogger che ancora non avevo “conosciuto”, si chiama Alessio l’ho letto nel suo “pezzo” si dice così, giusto? Odio questa parola, non so perché ma è colpa mia, in ogni caso fermo subito la divagazione dialettica. Dicevo, si chiama Alessio, ma anche lui ha un nickname, non ha foto e so solo che è tifoso del Milan. In questa sua lettura, che mi è piaciuta molto, scrive:

Amo il calcio, lo ho praticato per anni arrivando a un livello decente, ma non sono mai riuscito a realizzare il mio sogno di diventare un professionista. Ho scoperto di amare la scrittura sin da ragazzo ma non ho mai coltivato appieno questa passione. Da poco ho iniziato a pubblicare regolarmente i miei pensieri. Trovo che scrivere sia il mio modo per evadere dalla realtà, creare degli universi tutti miei, dove poter giocare con le parole scritte su un foglio di carta… Ok magari il foglio di carta non si usa più quindi una tastiera rende meglio l’idea.
Ehi Alessio, piacere io sono “saporati”!
Perdonami è solo il mio nick, in realtà mi chiamo Salvatore, ma se hai letto qualcosa di quello che ho scritto io nelle due settimane che ho passato in questo blog probabilmente sai già qualcosa di me come io so sicuramente qualcosa di te. Anzi, se me lo concedi… le tue poche righe che ho estrapolato qui sopra, se le mando a chiunque tra le persone che mi conoscono davvero potrebbero tranquillamente pensare che le abbia scritte io.
La maggior parte delle persone che sono qui sopra, credo si possano riconoscere in quelle righe, come me. Qualcuno invece sembrerebbe più interessato a confrontarsi con le proprie capacità letterarie, narrative e… giornalistiche. In tutto questo ci sono delle persone che passano le loro giornate a leggere tutto quello che produciamo, e a moderare ogni commento.
Ogni singolo commento.

In questo momento sono a disagio, mi sono fatto un’idea, ho capito perfettamente gli stati d’animo di alcune persone, ho letto con interesse gli sfoghi di alcuni dei blogger che mi hanno accolto qui, ho scoperto le storie di altri con i quali non ho praticamente mai interagito, narratori sentimentali che, a giudicare dal nick, hanno gli stessi anni che avrebbe mio papà se fosse ancora tra noi e che mi portano indietro negli anni quando raccontano di “mamma Ofelia”. O anche storie come quella del blogger siciliano che pare in passato abbia pubblicato bellissime cose con lo stile di Pirandello (che mi prenderò la briga di andare a leggere) e che dai suoi 36mq di esilio all’Isola ora combatte la sua silenziosa battaglia ai giorni sbiaditi che tutti attualmente viviamo, nella speranza di ritrovare l’ispirazione per scrivere qualcosa di bello. Cose belle come, chiunque lo abbia “conosciuto” qui prima di me, ricorda.
E poi, ci sono le grida di dolore che culminano addirittura in un addio, parole di qualcuno di quelli che si è presentato per farmi sentire accolto, per darmi la voglia di partecipare a questa enorme produzione di parole, di idee, progetti e sentimenti.

Ma s’io avessi previsto tutto questo
Dati, cause e pretesto
Forse farei lo stesso
Mi piace far canzoni e bere vino
Mi piace far casino
Poi sono nato fesso
E quindi tiro avanti e non mi svesto
Dei panni che son solito portare
Ho tante cose ancora da raccontare
Per chi vuole ascoltare
E a culo tutto il resto.

Chiedo scusa, davvero. Sono appena arrivato e forse tutto questo non me lo sarei potuto permettere.
Tuttavia vorrei anche dire che mi piace stare qui, mi piace pensare che non appena qualcosa stimoli la mia fantasia e la voglia di scrivere io possa tornare qui e sottoporlo a tutti voi, possa sottoporlo alla redazione che valuterà quello che ho scritto per poi restare in attesa di vedere se sono riuscito a trasmettere qualcosa. Sarebbe bello poter continuare ad interagire con quanti hanno voglia di leggere anche quello che scrivono gli altri, perché si cresce anche leggendo le ispirazioni che hanno colpito gli altri, soprattutto le ispirazioni degli altri.
Solo che, da qualche giorno a questa parte non riesco più a scrivere nulla, ho iniziato e cancellato due storie, ho iniziato a pensare a tante cose, racconti di calcio “puro”, o solo diario, ma sarà interessante? O questa storia piace solo a me?
Ci sarà sempre un Bertoncelli sulla strada di ognuno di noi, ci saranno sempre persone che avranno un’idea diversa dalla nostra e alle quali non piaceremo, per una cosa o per un’altra.
Nella vita solitamente cerco di essere molto diretto, il mio “avatar” non è casuale e non è riferito, quantomeno non solo, alla mia altezza. Brontolo è sempre stato il mio modo di essere, la sua accezione inglese “grumpy” mi fotografa fedelmente, fate conto che ci sia la mia foto nel profilo.

Ho avuto l’enorme privilegio di essere premiato nella mia prima settimana di partecipazione come miglior debuttante, è stata allo stesso tempo una piacevolissima sorpresa ed un onore, ma vorrei mi credeste se vi dico che non avevo idea di classifiche e meccanismi associati quando mi sono iscritto e non mi interessava nemmeno, così come non mi interessa ora. Torno su questo episodio perché in quell’occasione la redazione ha citato quelle due cose che avevo messo nel mio profilo e che, rileggendo, mi sono sembrate mal esposte, motivo per cui mi sono sentito in dovere di andarle a rivedere aggiungendo qualcosa che oggi sento sia fondamentale:

Ho studiato una vita, ma la cosa che conosco meglio l’ho imparata giocando.

Qui sopra c’è ancora la mia anima di bambino e ci sarà finché riuscirò a metterla nelle cose che scrivo, spero che tanti qui avranno voglia di giocare come me e con me, rispetto tutti gli altri che sperano e puntano a qualcosa di differente e mi scuso ancora se questo piccolo racconto non parla di calcio, anche se in realtà la passione che ci ho messo è la stessa che c’era nei precedenti.
Buon VXL a tutti.
Saporati