IV Puntata

"....Ma allora babbo ....quanti punti s'è fatto!?.....940 Giosuè...ce ne mancan 60 e poi s'è vinto il carrarmato!!..     ...il carrarmato!?!...sì Giosuè...ma ora stammi bene a sentire....tu da quì dentro non ti devi muovere mai ...hai compreso bene?....mai!...ma per nulla al mondo....mai!....inteso??...sì babbo! Solo quando non vedrai più nessuno in circolazione  solo allora potrai sortire di quì!!...sì babbo, va bene!!....tieni ti lascio codesta copertina pe'l freddo....ciao!...un bacino!...ohhh...capito!?!...per nulla al mondo!!....sì babbo...capito!...oh...Giosuè sennò si perde il carrarmato!!!"


Oggi nella capitale corre l'ottavo giorno di quarantena ed il notiziario di "guerra" impietosamente avanza con i suoi 84 nuovi casi di positività al Coronavirus per arrivare ai 605 complessivi mentre i decessi salgono a 4. La lieve flessione registrata ieri nell'avanzamento del contagio, specie in Lombardia, sembra passata da una lieve fase di decremento ad una di stallo per poi riprendere con 385 decessi nella sola giornata di ieri. Gli esperti sanitari sembrano contraddirsi a vicenda sulle ipotesi relative al periodo del picco culminante del morbo e noi impotenti, forse per distrazione, proviamo a cambiar canale ma inutilmente, il risultato è sempre uno solo, come negli anni 60 quando imperava solo un canale Rai, tutte le emittenti principali bombardano continuamente i nostri timpani con quegli odiati e sempre più crescenti numeri.

Aver trascorso già una settimana per un bambino di sette anni e mezzo come il mio nipotino in questo clima "similbellico", rievoca il piccolo Giosuè nel film, l'unica differenza sta nella scenografia, le pareti domestiche da una parte, il gelido campo di concentramento da quell'altra, ma la saggezza del padre riuscirà a trasformare quel lager in una sorta di parco divertimenti con relativi giochi a punteggio, e così mentre verrà condotto verso il muro che lo vedrà accasciarsi per mano di un soldato nazista, il nostro Giosuè riuscirà ad esultare quando vedrà entrare il carrarmato americano fermarsi ai suoi piedi, abbracciarne il carrista, esultare per la sua vittoria sbracciandosi dalla torretta del suo agognato premio, ritrovando subito dopo sua madre, obliterando forse, dalla sua mente di bambino, il sacrificio eroico compiuto da suo padre.

Metaforicamente parlando ci si ritrova in tutta la penisola a rivivere il clima del film "La vita è bella" del grande Benigni, la barbarie nazista lascia il posto ad un subdolo e micidiale virus che colpisce mortalmente, non con il gas, ma provocando in breve tempo l'assenza totale di ossigenazione ai polmoni, che potrebbe, ma solo nei casi più benigni, essere salvata con l'ausilio di specifici macchinari per la terapia intensiva.  In quei lager tutti i deportati prima di andare a morire nelle celle a gas con la scusa delle docce, lavoravano come bestie tutto il giorno tra coercizioni di ogni tipo. 
Oggi tutti noi civilmente, come mai prima nella nostra vita proviamo quelle sensazioni di "prigionia" e di "antilibertà" che ci opprimono, ci soffocano, ci rendono la vita pesantissima. Solo i bambini risultano immuni da questa perversa e greve aria che aleggia intorno a tutti noi.                                             Un bambino gioca, e nel gioco gli scorre via tutto... per scherzare ci ricorda di uscire con la mascherina ... e corre a porgerla... sempre per scherzo ci ricorda di lavare le mani... ed è lì con il cronografo meccanico di nonno a conteggiare... per poi ridere a crepapelle!!... ed è sempre lui che ci porta le pantofole sull'uscio della porta quando rientriamo con le buste della spesa in mano, invitandoci a lasciare fuori le scarpe che potrebbero aver pestato nelle fessure della suola il famigerato Coronavirus!

La psiche di un bimbo, e Giosuè nel film ne è di esempio, è tale in momenti di difficoltà, grazie alla lodevole maestria del padre, a riuscire con un semplice giochino a sdrammatizzare i momenti bui della vita e tramutarli in allegria, in comicità, a tratti in uno spensierato divertimento. 
Come dice lo psicologo Morelli, in una sua recente intervista, dovremmo imparare dai comportamenti dei bambini che riescono a farsi scivolare addosso tutte le preoccupazioni oppure prendere esempio dalle persone anziane che si rifugiano, nei momenti di difficoltà, nei ricordi di vita, agli accadimenti delle persone a loro più care come genitori, nonni, bisnonni... ricordando persino le loro parole, e  così superarle  come loro, affrontando guerre, bombardamenti, coprifuoco, borse nere, etc. 
La loro psicologia nonchè saggezza ci suggerisce delle norme di comportamento in questo grigio periodo. Mai demoralizzarsi, mai usare inutili dietrologie, il nostro cervello è in una fase di fragilità, come una piantina priva di acqua, se sottoposto a stress partorirebbe solo aride e insensate soluzioni. Guardare invece la giornata con ottimismo, pur se imprigionati in casa propria. Fate dei lavori manuali per occupare la vostra mente e liberarla così dai pensieri dell'attuale momento. Per le femmine consiglierei di dedicarsi a lavori di cucito, magari ritoccando qualche vecchio abito nel guardaroba, oppure cimentarsi in nuove ricette di cucina e se si tendesse a prender peso magari sotto casa c'è un giardino, un vialetto, dove da soli, mascherina al volto, si potrebbe fare una camminata a passo veloce e preferibilmente sotto al sole. La sua luce risulta al corpo umano, come anche alle piante, il miglior antidepressivo esistente in natura, preferibile a qualsiasi psico farmaco. 
Invece per i maschietti direi di pensare di più alla lettura di libri, all'ascolto della buona musica, al disegno, alla scrittura oppure per chi non amasse l'arte del cucinare ma avesse qualche nipote, di dedicar loro quel tempo che sicuramente non si era mai dedicato prima. 

"Allora nonno Massimo lo costruiamo quest'aquilone?" " Certo Matteo... ho trovato dentro un armadio dei fogli di carta velina... pensa sono quelli ancora ai tempi dell'asilo di papà... dai... un foglio è rosso e uno è blu... poi dovrei avere un barattolino di colla e...per lo scheletro dell'aquilone userò una piccola canna alta e fina che sostiene in balcone una piantina ma....shhh...non ci facciamo sentire da nonna Angela!!!...dai vai a prendere  forbici e matita...!!"  "Ok...nonno, vado!" Verso sera di quella ultima domenica di Maggio il nostro aquilone era pronto, ma essendo un giorno piovoso ne rimandammo il debutto al volo alla prima giornata di sole.


E' lunedì 25 maggio, sono le ore 13 mi trovo sull'androne della scuola elementare di mio nipote. Oggi è il primo giorno di scuola dopo il terribile periodo del Corona virus. Mi trovo a conversare con un altro nonno in attesa dell'uscita dei nostri nipotini. La nostra conversazione viene interrotta dal persistente trillo della campanella di uscita. Ed eccoli finalmente... i nostri bambini correre allegri, festanti dopo oltre due mesi di segregazione in casa... finalmente tornati alla loro vita... e ognuno va ad abbracciare il proprio caro, ma vedo arrivare il nipotino con altri compagni di classe ma stranamente nessuno ride...hanno il volto velato di tristezza ..." Ciao nonno!! - ...ciao Matteo !!...ma cosa è successo?!...vi vedo pensierosi!! -  ....ehh ..nonno...sai la nostra maestra Emma......-  e qui ha un impuntamento, come un singulto....-.... è deceduta ..... 15 giorni fa a causa del Corona virus...aveva 63 anni...lascia due figli ed una nipotina appena nata!!"
Rimango impietrito da quelle sue parole, lo stringo forte a me... prendo il suo zainetto... non mi viene fuori nessuna parola... tra me e me pensavo a una sessantina di anni fa quando, alla scuola elementare Niccolò Tommaseo in Via Ostiense la Preside ci comunicò la scomparsa della nostra prima, indimenticabile maestra. Per ironia della sorte anche lei si chiamava Emma. 

Dai andiamo, nonna Angela vorrà sapere di questo ritorno a scuola...."...sai nonno ho pensato di non dire alla nonna della scomparsa della maestra Emma..."  "Ma come ...Matteo!...ma lo verrà a sapere comunque...!" "...e vabbè...sarà più in là...tanto mi viene a prendere sempre tu!....lei è troppo sensibile...le provocherebbe sicuramente un gran dolore..."  "...Matteo sei un ometto!!...nonno è orgoglioso di te!!...dai!..sbrighiamoci che nonna ha preparato gli spaghetti alla carbonara!!....." evviva!!!!- ...dai! oggi c'è un bel sole, poi andiamo al parco!"

Verso le 4 del pomeriggio entriamo nel parco di Villa Ada, sembra più pulito di qualche mese fa e al piccolo passo raggiungiamo la zona del laghetto, oggi tira una leggera brezza, forse il tipico ponentino romano, mentre Matteo stende i cordoli laterali dell'aquilone ed io srotolo la matassa di filo che lo piloterà, vede arrivare il suo amichetto di battaglia navale Alessio assieme  a suo nonno con un modellino di nave in mano con tanto di radiocomando. Si salutano e si possono finalmente abbracciare mentre, raggiungendo una riva del laghetto, Alessio deposita il suo modellino sull'acqua e spingendo un tasto del telecomando in pochi secondi raggiunge il centro del laghetto lasciando nella sua scia l'inseguimento di due papere dal cangiante piumaggio.
Nonno Massimo e Matteo riescono in pochi minuti a librare in aria il loro aquilone e sul cielo di Villa Ada svolazzano i colori rosso e blu delle sue ali con una scritta che Matteo ha voluto scrivere con un pennarello nero: "VIVA LA VITA "                                                                                                                                                                Mentre nel silenzio del laghetto, interrotto solo da qualche "quà ,quà", girava vorticosamente quel piccolo battello sul cui scafo bianco Alessio aveva scritto con un pennarello rosso: "LIBERTA'"                                                                                                                                                                        "Vita e Libertà, queste le due uniche parole e cose che il Corona Virus non riuscirà MAI a contagiare!

                                                                                          FINE                            


Un abbraccio
Massimo 48


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