Se tornassimo indietro con la mente a quel 21 febbraio, giorno del primo contagiato di Coronavirus, nessuno si sarebbe mai immaginato la situazione che stiamo vivendo oggi.
La verità dei fatti però è che la sfida rivolta a gran parte d’Europa è cominciata già da diverse settimane e non accenna a placarsi, nonostante la splendida bravura dei nostri medici, unici in grado di poterci condurre verso quella strada illuminata che tutti sognano di percorrere a breve. Il popolo italiano non è abituato a vivere così, ama sorseggiare un drink nei bar del centro oppure semplicemente passare una serata in compagnia degli amici; il problema però è che questo trend cominciava ad essere troppo frenetico, a tratti estenuante per le risorse del pianeta. Forse il compito dei molti italiani in quarantena sarà quello di trovare un senso ad una situazione che sembra priva di fondamento, ma se davvero il virus potesse parlare, che cosa direbbe all’umanità? Una domanda alla quale ognuno può fornire risposte diverse, condizionate dall’appartenenza ad una classe politica o magari anche da una visione personale, ma se c’è un elemento che in questo periodo non può essere fermato quello è la radio. Un po’ come lo zoo di 105, celebre programma radiofonico che in situazioni del genere ha messo da parte il suo umorismo per scrivere sotto forma di un post Instagram una lettera che mette i brividi.
Riportiamo il messaggio, con un'unica avvertenza: a parlare è proprio il Coronavirus:    

"Ciao, sono Covid-19. Molti di voi mi conosceranno semplicemente come CoronaVirus. Scusate il poco preavviso, ma non mi ha dato far sapere quando arriverò e in che forza mi presenterò a voi.
Perché sono qui? Beh, diciamo che sono qui perché ero stanco di vedervi regredire anziché evolvervi; ero stanco di vedervi continuamente rovinarvi con le vostre mani, ero stanco di come trattate il pianeta, ero stanco di come vi rapportate l’un l’altro, ero stanco dei vostri soprusi, delle vostre violenze, delle guerre, dei vostri conflitti interpersonali, dei vostri pregiudizi.
Ero stanco della vostra invidia sociale, della vostra avidità, della vostra ipocrisia, del vostro egoismo; ero stanco del poco tempo che dedicate a voi stessi, alle vostre famiglie.
Ero stanco della poca attenzione che rivolgete spesso ai vostri figli, ero stanco dell’importanza che spesso date alla cose superflue a discapito di quelle essenziali.
Ero stanco della vostra ossessiva e affannata ricerca continua, del vestito più bello, dell’ultimo modello di smartphone, della macchina più bella solo per apparire realizzati. Ero stanco dei vostri tradimenti, della vostra disinformazione, del poco tempo che dedicate a comunicare tra di voi; ero stanchissimo delle vostre continue lamentele quando non fate nulla per migliorare le vostre vite.

Lo so, sarò duro con voi, forse troppo, ma non guardo in faccia a nessuno; sono un virus.
Il messaggio che voglio dare è semplice: ho voluto evidenziare tutti i limiti della società in cui vivete, perché possiate eliminarli. Ho voluto fermare tutto apposta, perché capiate che l’unica cosa importante a cui dovete indirizzare tutte le vostre energie d’ora in avanti è semplicemente una, la VITA. La vostra e quella dei vostri figli, e a ciò che è veramente necessario per proteggerla, coccolarla e condividerla.

Vi ho voluti il più possibile rinchiusi e isolati nelle vostre case, lontano dai vostri genitori, dai vostri nonni, dai vostri figli o nipoti perché capiate quanto sia importante un abbraccio, il contatto umano, il dialogo, una stretta di mano, una serata tra amici, una passeggiata in centro, una cena in qualche locale o una corsa al parco all’aria aperta.
Da questi gesti deve ripartire tutto, siete tutti uguali.
Non fate distinzioni tra voi, io sono di passaggio, ma i sentimenti di vicinanza e di collaborazione che ho creato tra di voi in pochissimo tempo dovranno durare in eterno. Vivete le vostre vite il più semplicemente possibile, camminate piano, respirate profondamente, fate del bene, godetevi la natura, fate ciò che vi piace e vi appaga e createvi le condizioni per non dover dipendere da nulla.
Quando voi festeggerete io me ne sarò appena andato, ma ricordatevi di non cercare di essere persone migliori solo in mia presenza. Addio…".

Parole forti, anzi, ricche di un significato divino oltre che attuale.
La speranza che tutti noi conserviamo è che quando finirà questo momento buio dell’esistenza, tutto possa riprendersi con un po’ più di buonsenso; in questi anni ne abbiamo viste di situazioni surreali, come gli attriti tra i vari Paesi europei, marcati anche in questi giorni, oppure i numerosi casi di cronaca nera che popolano le strade.
Cerchiamo solo di dire basta: ripartiamo stando a contatto con i nostri amici, portando rispetto alle persone più anziane, ma soprattutto godendoci la vita. Lo aveva capito persino Dante nella Commedia quando, sotto l’egida del salmo Delectasti, cercò di appoggiare la vita attiva grazie al valore della felicità ma soprattutto della bontà umana.
Lo zoo di 105 ha svolto il primo passo, perché forse, alla fin fine, il Coronavirus vuole cambiare il mondo mettendo gli uomini a confronto con la loro fragilità.
Adesso tocca a noi.






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