Una riflessione sulla questione Donnarumma. I miei amici Milanisti hanno preso davvero molto male la decisione del giovane portiere di non rinnovare il contratto con il blasonato Milan. In realtà dietro la decisione c'è una strategia di Raiola, abile procutore, capacissimo di curare gli interessi dei propri assistiti. Ed evenditemente anche i propri. Personaggio non simpatico a molti, perchè tende a far trasferire con una certa frequenza i propri assistiti. Impedendo così la creazione delle cosiddette "bandiere" che sono il sale di questo gioco.  Il rendere il Calcio un business, smitizzandone la componente epica e quella romantica, è una gravissima colpa a mio avviso. E questa tendenza credo finirà con il provocare una certa disaffezione. Per capirci: mai vorrei giocatori di questo signore nella mia squadra, e tutte le squadre che si privano dei suoi servigi hanno il mio plauso.
Per quanto mi riguarda il caso Pogba è un qualcosa che mai avrei voluto vedere. E a maggior ragione con la complicità di una squadra del blasone della Juventus. Ma tant'è. Tuttavia. Nel caso specifico di Donnarumma ci sono alcuni aspetti da approfondire. Raiola da mesi sta chiedendo lumi sulla proprietà del nuovo Milan. Ed è piuttosto evidente che la figura di Li (con un patrimonio stimato dal sole 24 ore in 500 milioni di Euro) per un'acquisizione come quella del Milan, compiuta grazie ad un'esposizione a debito piuttosto rilevante, sia stata ritenuta "debole" da parte del procuratore. Tra prezzo di acquisizione, accollo di debiti e denaro stanziato per il mercato l'affare si è concluso su un cifra superiore al miliardo. A margine: Maldini (evidentemente non un "traditore") ha deciso di non volerci mettere la faccia, rifiutando la proposta di entrare in società. Forse anche lui ha fiutato una certa debolezza nel progetto. Di sicuro abbiamo da una parte Berlusconi che intasca circa 600 milioni di euro più l'accollo dei bebiti (altri 220 milioni di Euro) dall'operazione. E ne esce vincitore. Nonostante una gestione negli ultimi periodi da parte sua e del fido Galliani non certo eccellente, che ha lasciato ai nuovi dirigenti una situazione complicata: una rosa di non grande valore, il miglior giocatore a disposizione in scadenza e non rinnovato e uno scarso appeal per attirare top player. Dall'altra parte Mirabelli e Fassone hanno deciso di andare al muro contro muro con Raiola rifiutando la clausola che Mino voleva inserire sul rinnovo (vero motivo del contendere) e contattando il ragazzo e il padre per cercare di convincerli, scavalcando il procuratore. Non un bel gesto. Mediaticamente ne sono usciuti vincitori, la linea di intransigenza è stata molto applaudita e il ragazzo si è preso una caterva di insulti (e questo è sempre spiacevole, specie trattandosi di un ragazzo di soli 18 anni). Però tutto questo ha un costo, e salato. Il ragazzo se ne andrà a parametro zero il prossimo anno oppure a basse cifre quest'anno. Una gravissima perdita tecnica ed economica per il Milan. Per contro Donnarumma è un predestinato. Diventerà un grandissimo campione ed inoltre funziona molto bene mediaticamente. Ottimo per far vendere magliette, per il marketing, per la pubblicità. A tutti gli effetti una miniera d'oro. E sarà l'idolo dei bambini, soprattutto. (è infatti già stato "Disneyzzato"). Raiola farà i suoi soldi comunue (figuriamoci). In definitiva, molto rumore per nulla. Utilitaristicamente sarebbe stato più opportuno mediare con Raiola. Ma tant'è. Infine un appunto: il Milan e il caso Conti. Percassi (presidente dell'Atalanta): "il giocatore è incedibile ha ancora quattro anni di contratto." Il procuratore di Conti: "o va al Milan, o non si presenta in ritiro" Stavolta è il Milan che sta facendo una forzatura. Ma nessuno si indigna e nessuno insulta il buon Conti. Alla fine Conti andrà al Milan e Donnarumma in una ricca società estera. Questione di pesci grandi e pesci piccoli. Il Milan credeva di essere un pesce più grande di quello che è in realtà. Con l'Atalanta può fare il pesce grande (senza moralismi da parte di nessuno). Con Raiola e le ricche società estere invece no. Quindi sarebbe forse meglio non odiare nessuno, non il buon Conti e neanche il giovanissimo Donnarumma. Sarebbe meglio non farsi manipolare da nessuno, soprattutto da amministartori delegati e affini che non sono certo più virtuosi dei vari procuratori. Ma guardare sempre le cose nella giusta prospettiva. Pogba e Donnarumma sono due grandi campioni che baciano le magliette e poi se ne vanno. Rimangono grandi campioni, non parleranno mai male delle squadre che li hanno fatti diventare grandi e non odiamoli. Mai. L'odio è una cosa per piccoli uomini, Siamo superiori a queste bassezze e magari, nonostante tutto, tifiamoli lo stesso. Perchè la vita è così. Tutta una questione di pesci e dimensioni :).