Negli ultimi tempi, specie negli scorsi 10 giorni, si è parlato e si sta parlando poco dell'Inter e molto, troppo, del Milan. Ci si nasconderebbe dietro un dito se si negasse che è in atto una campagna pubblcitaria in grande stile (ma anche molto moderna, visto che si svolge soprattutto sui social) con cori di voci angeliche che cantano la gloria in excelsis deo verso il Milan nel suo nuovo assetto societario (Cardinale è qui da un anno abbondante, ma la presenza di Maldini aveva oscurato tutti fino a fine maggio).
Vediamo ci capirci e chiariamo che la pubblicità in sé non ha nulla di diabolico. Si usa anche dire che la pubblicità è l'anima del commercio.
Però alla base della pubblicità c'è sempre una forma di dolus bonus, cioè di inganno seppure lecito. Un film dei primi anni '70, del resto, era intitolato "Il furto è l'anima del commercio". La sostituzione di parole ci dice, quindi, che il dolo bonario e lecito del messaggio pubblicitario è pur sempre dolo, imparentato con il dolus malus o l'inganno illecito. C'è sempre una twilight zone, una zona crepuscolare attraverso la quale si rischia di sconfinare da un campo in un altro, magari senza accorgersi di farlo per la troppa foga di valorizzare sé stessi e il proprio prodotto.
Questa operazione, purtroppo, sta mostrando di lasciare il tempo che prova a livello internazionale, vista l'indifferenza totale con cui sono stati guardati i milanisti nel momento di stilare le liste di candidati per i più importanti riconoscimenti europei e mondiali (Pallone d'oro e Fifa world player). Alla fin fine, almeno dal punto di vista del calcio internazionale, il Milan aveva fatto meglio del Napoli, visto che aveva concluso il quarto di finale di Champions contro i partenopei con una vittoria e un pareggio. Kvararskhelia è un gran bel giocatore, ma anche Leao aveva fatto bene, per cui avrebbe potuto superare il giocatore azzurro, se la réclame rossonera avesse avuto successo.
Questo fiume di parole parole parole soltanto parole, come quelle della canzone di Mina e Alberto Lupo, potrebbe aver causato anche qualche moto di stizza. Non ci ha pensato nessuno?
Cardinale è un raccoglitore di investimenti e li sta convogliando in rossonero, bene! Progetta di costruire uno stadio senza l'Inter, benissimo! Ha delle idee interessanti in materia contabile e di bilancio, molto bene! Ma non può paragonarsi a Berlusconi perché, tenendo conto delle cifre che giravano nel calcio di una volta, Berlusconi arrivò e spese davvero. E vinse pure. Cardinale ha prima venduto Tonali e poi ha reinvestito il ricavato, idea magari geniale che, con il Berlusconi del primo e medio periodo non ha nulla a che vedere. L'attuale presidente rossonero è libero di paragonarsi a Berlusconi, ma ognuno è libero, dal canto suo, di fargli notare che il paragone non ha senso. E Cardinale non ha ancora iniziato a vincere, anche se ci auguriamo tutti noi rossoneri che lo faccia.
E parlando di Tonali, mi è apparso evidente che l'ex-rossonero è un fantasma da esorcizzare, visto che basta scriverne il nome sui gruppi social per veder comparire risposte piccate: Reijnders è meglio, molto meglio, non so quante spanne meglio e così via discorrendo. Fa un po' pensare poi che qualche profilo su questi social abbia un nome strano come Sando Khan o Bruce Wayne Gotham. E si tratta dei profili da cui provengono le risposte più aggressive, ma ciò può essere casuale, perché l'anonimato aiuta nel mondo social.
Sono passati un po' troppo in sordina, invece, i malumori di Musah trapelati dalla stampa estera e poi smentiti dai canali ufficiali. Saranno state anche voci infondate, ma è un fatto che il povero Musah è stato impiegato per 20 minuti contro il Torino e poi ignorato a Roma nel momento in cui c'era da battagliare e un mediano avrebbe fatto comodo. E' giovane, ma è nazionale USA e non si capisce quale apprendistato debba fare. E come non si capisce, può non averlo capito neanche lui. Sarebbe così strano? Si andrebbe all'inferno a pensarlo? E poi si va dicendo che Musah sarebbe stato voluto proprio da Pioli, il quale ora lo utilizzerebbe col contagocce.
C'è da temere anche un effetto boomerang sulla squadra, perché è bene avere il morale a 1000 e forse alle stelle, ma non se si finisce troppo in là nei mondi alternativi del multiverso. Il derby si giocherà nel nostro mondo, non in un universo parallelo.
Dell'avversario si è parlato troppo poco, perché l'avversario stesso ha fatto parlare poco di sé. Ha gli stessi punti in classifica dei rossoneri, ma se ne è stato sghiscio in attesa di far parlare il campo. E' una situazione pericolosa accompagnata da una colonna sonora sinistra come quelle dei Goblin. Ricordo un derby degli anni '90 in cui gli interisti sostenevano che avrebbero vinto e che da quel momento in poi non si sarebbe parlato più del Milan che, invece, passò nella stracittadina e vinse anche il campionato. I fatti potrebbero ripetersi al contrario e potrebbe essere la (non da me) beneamata a dare al Milan una lezione di umiltà.
La cosa più grave è che l'Inter non è una squadra fortissima, ma si presenterà in compenso in una delle versioni più solide e quadrate della sua storia. Attaccano in 10 e si difendono in 10, colonizzando bene gli spazi e scegliendo bene il tempo (come diceva Scoglio, lo spazio è anche tempo). Se perdono, è perché trovano l'avversario più forte, ma quanto a organizzazione sono molto... organizzati.
Il Milan è una squadra sfarfalleggiante che si regge su meccanismi delicati.
Se l'Inter riuscirà ad incepparli, non sarà un sabato pomeriggio facile per i rossoneri...
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