Ci sono voluti due anni: è il tempo trascorso dall'ultima rete realizzata direttamente su punizione dall'Inter (Cancelo) contro il Cagliari. Il fatto che la rete decisiva sia stata realizzata da Christian  Eriksen è il classico scherzo del destino. Eriksen  si è mostrato calciatore professionalmente ineccepibile, anche se è stato trattato come un ragazzino della primavera, con un notevole bagaglio tecnico che non si può mettere in moto con saltuarie apparizioni.

L'Inter ha vinto meritatamente il derby. La squadra è stata convincente almeno fino all'area di rigore e a tratti piacevole. Anche con i rossoneri in undici, Handanovic è stato spettatore non pagante ad eccezione del colpo da biliardo di Ibrahimovic.

Eppure il goal di Eriksen sottolinea i limiti di Antonio Conte, potenzialmente tra i top mister euopei, non solo per l'ingaggio. Proprio durante il derby, il mister sposta Sancheze a fare il  trequartista piuttosto che utilizzare un giocatore naturalmente idoneo. Oltre al danese c'è comunque Sensi, al netto degli infortuni.

Diciotto tiri (10 nello specchio) per buttarla dentro due volte e non su azione. Le polveri sono bagnate e torna in mente la rincorsa di Conte a Kolarov e Vidal sul mercato, quando serviva la quarta punta. Perché insistere così pervicacemente su Perisic, non scodella cross accettabili o salta l'uomo dall'era glaciale-e Kolarov (fuori ruolo) rimangono misteri insondabili.

Se Conte a tratti non fosse il nemico di se stesso, l'Inter sarebbe una corazzata in corsa per tutti gli obiettivi.

P.S Il Milan è una buona squadra ma non ci sono ragioni logico-calcistiche che spiegano il primo posto.