Ci si avvicina a Juve-Inter in una atmosfera un po’ strana, se vogliamo anche un po’  surreale. Sembra quasi che non sia più il Derby d’Italia,  o la partita dell’anno come viene anche definito ormai da tempo questo big match fra bianconeri e nerazzurri. Certo sappiamo tutti di chi è la colpa e conosciamo anche le ragioni per le quali si è costretti a giocare a porte chiuse. Ma probabilmente si poteva fare di meglio. Anzi forse si doveva fare di meglio. A cominciare dal Presidente della FIGC e dai Responsabili delle Leghe dei vari campionati. Si sarebbe dovuto evitare queste porte chiuse solo “ a metà”. Vale a dire di far disputare alcune partite senza  spettatori e altre con la normale presenza del pubblico.

Sinceramente si fa fatica a capire come mai non si sia deciso di adottare un criterio univoco. Ad esempio, nelle ultime ore la Sizzera ha risolto il problema del Coronavirus con la sospensione fino al 15 Marzo dei suoi campionati più importanti (serie A e B). Si poteva fare benissimo anche in Italia. E poteva essere una seconda opzione a disposizione delle Autorità del calcio per cercare di risolvere il problema del virus. Invece si è scelta la strada più breve.
Non si sa nemmeno se è la meno dolorosa. Quello che è certo è che la decisione adottata rende sicuramente irregolare lo svolgimento del campionato. E provoca un danno sia economico che sportivo a tutte le squadre che giocano in casa. Mentre, di contro, assicura un vantaggio sportivo, piuttosto evidente, a tutte le squadre che giocano fuori casa.

Come ho già avuto modo di dire in precedenza, non si può parlare di campionato falsato. Ma il confine è sottile, e stiamo molto vicini. E anche il ritornello che tutto questo si fa per il bene superiore della salute pubblica, non regge. Perché la salute di tutti si sarebbe difesa ancora meglio se si fosse giocato tutti a porte chiuse o se si fosse sospeso il campionato.

Invece in questo modo il rischio del contagio appare ancora maggiore, perché ci sarà gente che dalle città dove  si gioca a porte chiuse si sposterà, ed andrà a vedere quelle partite nelle regioni vicine che si disputano a porte aperte. Insomma sembra quasi la solita decisione all’italiana, che scontenta tutti. Intanto  anche gli   addetti ai lavori più importanti non brillano per certe decisioni. Come ad esempio quella di Maurizio Sarri e della Juve che ha deciso di annullare la conferenza di presentazione della gara. Ricollegandomi al discorso iniziale di questo clima un po’ particolare che si respira alla vigilia del match, non mi pare che la scelta del tecnico e della Società bianconera sia di quelle da far stroppicciare le mani. Tutt’altro.

Infatti non se ne capisce la ragione. Non solo. Ma non fare la conferenza pre gara avvalora ancora di più il discorso del minore interesse, “molto minore”, di questo Derby d’Italia azzoppato dal Coronavirus. E ad Antonio Conte non gli è sembrato vero. E probabilmente: lui sì, che si è stropicciato le mani. Dato che potrà evitare l’infinito fuoco di fila delle domande dei  giornalisti tutte rivolte al suo ritorno allo Stadium con il cuore bianconero nel petto e lo stemma dell’Inter sul petto. Credo che questo sarebbe stato il motivo di maggiore interesse della sfida, sicuramente per il popolo bianconero. Ma anche per quello nerazzurro, che forse  avrebbe voluto vedere “veramente” il comportamento del loro tecnico,  che in diversi occasioni ha sempre dichiarato di essere il primo tifoso della squadra che allena.

Comunque credo che sia più giusto tornare all’aspetto tecnico della sfida. E a quello che c’è in palio, che probabilmente è più del solito. Dato che in palio, a parte il prestigio, i tre punti e lo scudetto, in più in questa occasione sembra esserci anche la panchina di Maurizio Sarri. Può sembrare un’assurdità, ma i rumors che arrivano sono talmente tanti che è quasi impossibile non ascoltarli. E sulla base di questi, sembra che il match con i nerazzurri sia diventato decisivo per il futuro del tecnico bianconero. Se perde anche con l’Inter – è molto probabile – che possa andare a casa anzitempo. Non solo, ma tornerebbe sulla panca bianconera nientemeno che Max Allegri.

Onestamente faccio fatica a credere a questa ipotesi. Ma la colpa è tutta di Andrea Agnelli e di quel caffè preso la settimana scorsa col suo vecchio amico allenatore. I rumors sono partiti da quel momento, e non si sono mai interrotti. Come dicevo poc’anzi non credo che si possa aprire uno scenario del genere in casa bianconera. In primo luogo perché la Juve, per tradizione, non è abituata a licenziare gli allenatori nel corso della stagione. E in seconda battuta perché i tempi e la successione delle partite sono talmente stretti che sarebbe praticamente impossibile per qualsiasi allenatore arrivare e cercare di cambiare la situazione ( a meno che non si tratti di Max Allegri, che della Juve conosce anche gli spigoli dei muri della Continassa.).

In conclusione credo che potranno essere i leader e i veterani del gruppo a poter risolvere la situazione in casa bianconera. Cristiano Ronaldo ha già lanciato un primo segnale in settimana, quando ha detto apertamente che è sicuro che la Juve batterà il Lione e supererà il turno della Champions. Ma penso che anche gente come Buffon, Barzagli e capitan Chiellini siano in grado di ricompattare il gruppo. E di ricreare quel clima di unità d’intenti che in questo momento sembra mancare. Certo dovranno fare i conti  con l’integralismo e con le scelte di Sarri. Ma alla fine sul campo, al di la del palleggio, del possesso palla e concetti vari,  sono i giocatori che decidono quello che sul momento conviene e bisogna fare. Insomma delle due l’una. Perché se i leader del gruppo non riuscissero a trovare un anello di congiunzione tra le decisioni di Sarri e quello che bisogna fare in campo, allora potrebbe essere costretta a farlo la Società bianconera.

Ed eccoci arrivati all’Inter di Antonio Conte. Sul match  si è espresso anche Massimo Moratti che alla Gazzetta dello Sport ha dichiarato in sintesi che l’Inter deve approfittare di questa situazione. Credo che abbia ragione. Infatti non penso che capiterà più -  nei secoli dei secoli -  una situazione del genere. E penso che per Antonio Conte l’imperativo sia uno solo. Vincere. Altrimenti ciao scudetto e ciao a tutto. Non tanto per la classifica che si potrebbe determinare. Ma per l’effetto pscicologico che ne può derivare per la squadra e per tutto l’ambiente nerazzurro. Come a dire: se non batti la Juve nemmeno in queste condizioni, allora è meglio che cambi mestiere.

Quindi credo che l’Inter sia la grande favorita del match. Quanto meno, quella che ha a disposizione le migliori condizioni possibili. Poi, naturalmente al campo l’ardua sentenza.


NB: a meno che tutto il castello del discorso non vada a farsi benedire, e nelle ultime ore non intervenga la manina fatata del Dio del calcio, che decida di rinviare la partita a data da destinarsi. A risentirci presto.