Questa volta mi sarebbe piaciuto essermi sbagliato. Invece Gattuso aveva preparato la solita partita, tutti dietro e palla lunga sperando che a Piatek prima o poi una giusta sarebbe arrivata.
E invece non solo non è andata così, ma è possibile pure peggio. Oltre a perdere la partita, Gattuso ha perso la testa. Non ne ha azzeccata una contro una squadra in crisi e priva dei suoi uomini chiave.
Peggio, ha anche perso la terza posizione conquistata proprio ai danni dell’Inter e, per quanto mi riguarda, quello che mi rimaneva di stima per l’allenatore.
Al Milan non ci si presenta in campo per non prenderle. Nel derby poi... Non comprendo chi continua a scusarlo e ancora meno chi accusa i giocatori che, non saranno tutti dei fenomeni, ma non sono peggio di chi li allena. E nemmeno di quelli dell’Inter che però sapevano cosa fare. La differenza stava allora proprio nelle panchine.

Spalletti voleva vincere perchè sa che di solito così non si perde, Gattuso al contrario pensava di pareggiarla, ma non ha ancora capito che così si perde.
Rinunciare al trequartista, Paquetà a scambiarsi con Chalonglou all’ala, Kessie a fare non si capisce cosa dietro la linea della palla, significa consegnarsi mani e piedi all’avversario.
D’altra parte la vecchia volpe di Spalletti ha azzeccato il colpo Vecino trequartista e praticamente per un tempo non abbiamo superato la metà campo.
Il Milan, quello vero, lo si è visto in condizioni “disperate” quando cioè si giocava il tutto per tutto, libero da precetti di marcatura. D’altra parte Rino ha troppa poca gavetta alle spalle per sedersi su una panchina come quella del Milan. In futuro chissà, ma oggi davvero ha mostrato tutti i suoi limiti tecnici e tattici, facendo apparire Spalletti e i suoi come fenomeni.
Sarebbe invece bastato un po’ di coraggio e di voglia in più per non dover assistere all’ennesimo capitolo cui ci ha abituato il Milan di Gattuso ogni volta che in palio c’è qualcosa di serio.

Dunque un appello a Rino, che sicuramente ha sorpreso tutti l’anno scorso, è quello di continuare a crescere come allenatore, ma su panchine più semplici. Si faccia qualche anno come tutti gli altri in B, poi in A per salvarsi e quindi, poi forse un giorno... Nel frattempo credo sia necessario da parte del Milan dotarsi di un allenatore all’altezza del Milan.