Tanto tuono´ che piovve.

Da tanto i supporter azzurri, e non solo, aspettavano un intervento del presidente della societa´sportiva partenopea sulla grande nebbia che fino a poche fa aleggiava sui rapporti tra lui e l´ormai ex ( ma ancora a libro paga) allenatore del Napoli .

E le risposte sono arrivate tramite una lunga intervista rilasciata al "Corriere dello Sport", risposte secche , perentorie , talvolta caustiche, ma  che la sciano intravedere oltre la cortina  un rimpianto per cio´che poteva essere e non e´stato.

Perche´,bisogna dirlo, il presidente la porta l´ha lasciata aperta fino alla domenica sera dell'última giornata di campionato per poi chiuderla dopo i tentennamenti che si protraevano dalla finestra del mercato di gennaio, quando il presidente offri´ 3,5mln di Euro a stagione, 2,5 in caso di mancata qualificazione Champions, all´anno ; ma Sarri non era convinto; non era convinto di poter dare di piu umanamente e tecnicamente, non ha creduto in se stesso e nella squadra, in ultimo paventando un Esodo di dimensione bibliche da parte dei giocatori chiave.

Nonostante cio´il presidente credeva in lui superando le criticita´mostrate in stagione:

poco turnover con conseguente affaticamento dei titolari e scarsa valorizzazione dei meno utilizzati

uscita dalle coppe: da buon imprenditore DeLa interessavano, anche in vista di una crescita societaria gli introiti delle coppe e visibilità´internazionale tanto che afferma "meglio secondi ad 81 punti con un cammino internazionale discreto".

L´allenatore e´voluto andare via non ci ha creduto , in se stesso , nella squadra , nel presidente e nei tifosi che lo avevano eletto capopopolo per andare "contro il Palazzo".

Allora le parole di Dela sono da considerare anche uno sfogo , lui si che ci credeva nell´allenatore in tuta, ma si e´sentito tradito dall´uomo Maurizio piu che da Sarri.

Una canzone napoletana "Reginella" potrebbe racchiudere il pensier del tradito Aurelio"... mo ´nun c´amamm `chiu ma avvot tu distrattamente pienz a mme".