La Juventus mercoledì sera contro il Porto ha subito una sonora sconfitta in cui si sono manifestati i vecchi fantasmi di Madrid e di Lione. In una settimana Pirlo e i suoi uomini sono riusciti a gettare al vento tutto ciò che di buono avevano costruito durante il mese di Gennaio dopo le brutte sconfitte subite a Napoli in campionato e soprattutto a Oporto nell'appuntamento più importante della stagione. Una sconfitta netta, figlia delle ultime prestazioni con il fiato corto e con un possesso palla fine a se stesso. Sia chiaro, nulla ancora è compromesso e il risultato, inaspettato, di 2-1, in favore dei portoghesi lascia, comunque, i giochi aperti in vista della gara di ritorno all'Allianz Stadium in cui la Juventus dovrà fare molto di più se, per il secondo anno di fila, non vorrà abbandonare anticipatamente la Champions League.

DEJAVU LIONE CON L'ATLETICO SULLO SFONDO

Contro il Porto si è vista una delle Juventus più brutte della stagione, squadra messa male in campo, senza un'idea di gioco ben definita, spenta e con un inutile giro palla, tra le principali cause del gol, clamoroso, subito a nemmeno un minuto dal fischio di inizio, provocato da uno scellerato retropassaggio di Bentancur, nell’area piccola, verso il proprio portiere. L'uruguaiano rappresenta soltanto il capro espiatorio, per via dell'errore commesso a pochi secondi dall'inizio del match, ma tutta la squadra ha giocato una pessima gara, come se, di fatto, non fosse mai scesa in campo soprattutto nel primo tempo dove i tiri registrati nello specchio di Marchesin sono stati addirittura pari a zero. Nella ripresa ci si aspettava sicuramente uno "scossone" e invece la squadra è rimasta con la testa all'interno degli spogliatoi infatti nemmeno il tempo di ricominciare subisce, con la difesa piazzata, la seconda rete confermando una serata da incubo salvata, si fa per dire, da un unico lampo di luce di Federico Chiesa, nell'oscurità dello stadio Do Dragao. Quello a cui abbiamo assistito mercoledì è stato uno spettacolo indegno; i tifosi della Juve meritano, certamente, di più anche se non possono assistere di presenza alle partite. Nel calcio non è scritto da nessuna parte che si deve vincere obbligatoriamente poiché si è superiori all'avversario ma ci sono sconfitte e sconfitte e perdere così senza nemmeno lottare fa certamente più male, in primis da tifoso juventino e in secundis da spettatore italiano. Non è certo la prima volta, è già accaduto due anni fa contro l'Atletico Madrid, al Wanda Metropolitano, e l'anno scorso in Francia contro l'irreprensibile Lione, quindi non erano Allegri e Sarri i problemi della Juventus ma evidentemente sotto al tappeto è stata nascosta, nel corso del tempo, tanta polvere per evitare delle rivoluzioni in grande stile. La sconfitta con il Porto ha, soltanto, contribuito maggiormente ad evidenziare delle lacune di una rosa, non all'altezza, oramai, da tre anni a questa parte ma è stato più semplice scaricare le colpe sugli allenatori piuttosto che sui singoli calciatori e dirigenti. La partita con i dragoes ha un filo conduttore con le gare degli anni precedenti facendo riaffiorare i "fantasmi" di un’ eliminazione anticipata stavolta troppo difficile da poter digerire.

UN PROBLEMA DI APPROCCIO E DI CARATTERE

Certamente il risultato maturato contro il Porto dovrà far riflettere Pirlo e i suoi non soltanto sugli errori commessi sul campo ma soprattutto sull'approccio al match, poiché la Juventus è da tre anni di fila, con tre gestioni diverse, che sbaglia clamorosamente la partita d'andata degli ottavi di Champions League. Una problematica che ha, evidentemente, radici più profonde non riconducibili, quindi, soltanto alla partita con i portoghesi, una questione di "mentalità" con la quale la Juve convive da sempre da quando partecipa a questa "maledetta" competizione. Quindi di chi è la colpa? Di Allegri, di Sarri, ora di Pirlo? Alla luce dei risultati raggiunti negli ultimi tre anni, durante la fase ad eliminazione diretta, si potrebbe facilmente dire di nessuno dei tre ma è chiaro che ognuno di loro ha comunque compiuto degli errori risultati fatali ai fini del risultato finale e la loro "silurazione" a fine stagione né è stata una prova evidente. Ma al di là dei meriti e dei demeriti degli allenatori anche e soprattutto i giocatori in campo hanno le loro responsabilità in queste sconfitte, perché è davvero inspiegabile come si possano fare delle prestazioni del genere senza grinta, senza cattiveria come se la partita non contasse nulla. Questi atteggiamenti non sono da Juventus, il "carattere" deve stare al primo posto, si può perdere con chiunque dopo aver dato però il meglio di se stessi ma così non è stato e mercoledì sera si è già partiti da sconfitti ancora prima del fischio di inizio.

TUTTI GLI ERRORI DI PIRLO

Gli errori del tecnico bresciano purtroppo non sono stati pochi in questa partita anche se il buon andamento dell'ultimo periodo, ad esclusione di Napoli, aveva aiutato in qualche modo a mascherarli. Gli errori commessi da Pirlo almeno sono stati tre: Bentancur regista, l'impostazione del gioco dai tre di difesa e Kulusevski da seconda punta. Facendo a meno di Arthur per infortunio, l'unico regista vero della squadra, Pirlo ha utilizzato spesso Bentancur in quella posizione con alterne fortune infatti, l’uruguaiano, aveva già mostrato tutti i suoi limiti sbagliando diversi appoggi, quasi fatali, a limite dell'area contro l'Inter in Coppa Italia e l'errore con il Porto ha confermato purtroppo la sua inadattabilitá a quel ruolo. Secondo errore fatale è stato insistere con Kulusevski da seconda punta insieme a Ronaldo; è vero, gli alibi in favore del tecnico bresciano ci sono, però lo svedese in quel ruolo è come se fosse "mozzato", non riesce a far ripartire la squadra e la sua velocità viene fortemente limitata rispetto al suo originale ruolo di esterno di centrocampo. Ma l'errore più grave è stato "perseverare" con il gioco dal basso: per carità, è giusto che Pirlo creda alle sue idee tattiche adottandole fino in fondo, però sembra piuttosto evidente che la Juve non abbia gli interpreti adatti a questo tipo di impostazione tattica e infatti i continui errori in fase di appoggio e di impostazione ne sono una palese dimostrazione. Quindi perché continuare con questo sistema di gioco penalizzante? Errare è umano, perseverare è diabolico.

PARTITO IL PROCESSO MEDIATICO A PIRLO

Come accade molto spesso dopo una brutta sconfitta della Juventus è già partita la solita "caccia alle streghe" in cui inevitabilmente è rimasto, ancora una volta, coinvolto Andrea Pirlo. Già da inizio stagione al centro del mirino delle critiche per i risultati "altalenanti" ottenuti dalla sua squadra tuttavia dopo il recente buon andamento, con la conquista della Supercoppa Italiana e la qualificazione in finale di Coppa Italia, le critiche, nei suoi confronti, sembravano essersi attenuate. La gara di Oporto però lo ha riportato, nuovamente, sotto la lente di ingrandimento dei tifosi e dei mass-media con il solito lungo elenco di nomi che potrebbero sostituirlo a fine stagione oltre alle vedove di Allegri sempre pronte a rispuntare ad ogni buona occasione. Lungi da me difendere Andrea Pirlo perché il risultato del campo ha parlato abbastanza chiaro nell'appuntamento più importante della stagione, però non mi sento assolutamente di buttare tutta la "croce" addosso a quest'uomo che dalla squadra B si è ritrovato, inaspettatamente, catapultato in mezzo ad una realtà senza nemmeno il tempo di applicare le sue idee e di conoscere a fondo la sua squadra aggiungiamoci anche gli infortuni e una rosa corta e la strada diventa ancor più in salita. Sicuramente essendo quasi a marzo e quindi nel momento più importante della stagione ormai non c'è più tempo per gli esperimenti e le prove, attendersi dei miglioramenti nella qualità del gioco è soltanto un'illusione però vogliamo dare, comunque, respiro a questo pover uomo a cui hanno dato tra le mani, forse, la Juventus più scarsa degli ultimi nove anni?

NON SAREBBE MEGLIO RIPARTIRE DA ZERO?

Alla luce di questa brutta debacle della Juventus gli interrogativi restano davvero tanti: il mercato ha consegnato una squadra incompleta a Pirlo e con il solito problema centrocampo da almeno tre anni a questa parte. Insomma se ti presenti con Bentancur e Rabiot titolari in Champions hai completamente sbagliato la costruzione della rosa, non sono giocatori all’altezza di vestire questa maglia e potrebbero tutt'al più essere delle buone riserve in caso di turn over. La verità è una soltanto, la colpa è di chi ha costruito questa rosa e quindi della dirigenza. Dopo aver fallito, per tre anni di fila, l’appuntamento più importante dell’anno la cosa migliore, comunque vada, questa assurda stagione sarebbe quella di partire da zero con un nuovo progetto. Bisogna azzerare tutto, fare pulizia totale sia nella dirigenza che soprattutto nella rosa e se il caso ripartire anche con nuovo allenatore con tutti i rischi che ne potrebbero conseguire. E’ vero negli ultimi due anni sono arrivati comunque due scudetti e non è poco, però il ciclo sembra essersi concluso almeno da tre anni e la squadra non ha fatto nessun miglioramento anzi è peggiorata ulteriormente con spese per ingaggi folli come i ventotto milioni di euro lordi all’anno pagati a Rabiot e Ramsey, già solo questo dovrebbe far riflettere se oggi la Juventus si trova a subire sconfitte umilianti di questo genere, in Europa, contro avversari inferiori sulla carta. Quindi a questo punto viene da chiedersi: i matti siamo stati noi tifosi, compresi i dirigenti bianconeri, oppure Massimiliano Allegri quando appena prima dell’inizio della stagione 2018/2019 chiese un profondo rinnovamento della rosa? La risposta sembra piuttosto ovvia e chissà come se la starà ridendo il buon Max, e anche Sarri, vedendo una Juve così in basso quando lui, solo per aver chiesto una rivoluzione giusta è stato accusato di essere "un incompetente alla guida di una Ferrari che andava come una Cinquecento". Fa bene a ridere il buon Max, ne ha tutte le ragioni!

COSA NE SARA' DI QUESTA STAGIONE?

Nessuno può dirlo con certezza ma la Juventus rischia seriamente di fallire tutti gli obiettivi stagionali prefissati. E' vero è in corsa in tutte le competizioni e la sonora sconfitta dell’altra sera lascia ancora buone speranze per il passaggio del turno, ma seriamente pensate che la Juventus sia in grado di proseguire oltre gli ottavi di Champions? Questa squadra, in ogni caso, non andrà oltre e potrebbe fare la stessa fine del Barcellona contro il Psg. Il campionato ormai è compromesso da tempo, anche se la matematica non ci condanna, e la sconfitta contro il Napoli ha messo la parola fine alle ultime chance scudetto rimaste a chi ancora credeva nella grande rimonta. Beh dai, c'è rimasta la finale di Coppa Italia: giusto, sono d'accordo, ma l’Atalanta è una squadra temibile con un grande gioco e potrebbe metterci in seria difficoltà anche se ancora la finale è lontana e in quel periodo bisognerà capire in quali condizioni, sia mentali che fisiche, si presenteranno le due squadre all’appuntamento. Quindi che ne sarà di questa stagione? Dopo la partita di Champions ho perso davvero tutto il mio entusiasmo ritrovato nelle ultime buone uscite, è davvero inaccettabile perdere così con il Porto soprattutto dopo essere usciti l’anno scorso contro il Lione, preferivo il Bayern o il City agli ottavi perché avrei accettato di buon grado la sconfitta ammettendo la superiorità di quelle squadre nei nostri confronti, ma perdere contro i portoghesi, per carità una squadra ben organizzata questo è innegabile, il vero tifoso juventino non può concepirlo. Come ho già detto altre volte ne sono davvero convinto, questa competizione non fa per noi anche se quest’anno la squadra non è all’altezza delle altre annate, non è possibile assistere ogni anno a debacle europee di questo genere. Confermo e ribadisco, l’anno prossimo si dovrà puntare soltanto su 6-7 elementi della rosa attuale e costruire una nuova Juventus ripartendo dalle fondamenta, con nuovi dirigenti nell'area sportiva, nella speranza di aprire un nuovo ciclo di vittorie necessario se si vuole competere nuovamente verso grandi traguardi futuri.