Non so se in UEFA ce l'abbiano col Milan oppure no. In effetti, al Pireo è stato mandato come arbitro in Re Travicello piuttosto imbelle che si è sciolto nella bolgia greca, quando ha fischiato un rigore inesistente a 10 minuti dal termine (anche se poi è stato il Milan a cercarsi l'eliminazione col lanternino, perchè ha fatto tutto quanto in suo potere per non chiudere la qualificazione negli 80 minuti precedenti). Viene da chiedersi se il massimo organismo europeo abbia mai gradito l'esito dell'arbitraggio presso il TAS di Losanna, quello che in estate aveva riammesso i rossoneri in Europa League. Ma se anche non avesse gradito l'esito del giudizio arbitrale, perché poi avrebbe concesso a quella stessa squadra 3 anni per rientrare nei parametri del Fair Play finanziario? E non è che, a sua volta, il Milan ha dato l'impressione di voler fare i bisogni fuori dal vasetto, ricorrendo ancora al TAS contro quest'ultima decisione? Potrebbe essere. Come potrebbe essere che, dati di bilancio alla mano per il 2017-18, il massimo organismo europeo non abbia potuto fare a meno di deferire la società rossonera. E' una situazione complicata che mi porta a sospendere il giudizio, anche perché un deferimento non comporta necessariamente una sanzione, ma un giudizio disciplinare presso l'Adjudicatory Chamber, che poi potrà essere impugnato di fronte al TAS. E il TAS non sembra avere rancori particolari verso il Milan.

Il problema è un altro ovvero che questa grana giudiziaria era già scritta da 2 anni ovvero da quando quei... signori Li hanno comprato il Milan. Spuntati dal nulla, sono stati inghiottiti nel nulla, lasciando ai tifosi un'eredità pesante, per la quale la UEFA, con tutti i suoi innumerevoli difetti, non mi sembra che abbia colpa.

Il famigerato closing ha innescato la seguente perversa reazione a catena: il Milan era una società pesantemente indebitata, che è finita a un proprietario sconosciuto, il quale si è dovuto indebitare per comprarla e ha affidato il giocattolo a Fassone e Mirabelli, i quali a loro volta hanno cominciato a comprare come se affetti da bulimia patologica indebitandosi ancora di più... insomma, questo meccanismo non poteva che portare al deferimento attuale. Era tutto già scritto nell'operazione di acquisto della società e in tutte quelle operazioni di calciomercato in cui sono stati acquistati giocatori buoni a prezzi da giocatori ottimi (e non cito Silva, autentica scamorza, per carità di patria), senza neanche avere i soldi per prenderli quei giocatori buoni. In più Fassone e Mirabelli, non dimostrando di essere aquile del management, credevano di poter ricavare tanti soldi dalle cessioni di gente come Sosa, Lapadula, Bacca e compagnia bella. In tal senso, possiamo dire che la supervalutazione dei giocatori da cedere non depone a favore di due dirigenti.

Il problema è che tutto l'ambiente è cascato nella trappola andando dietro a questo gruppo di persone. Quei signori... Li, Fassone e Mirabelli hanno gestito l'acquisto e il rilancio di una società quale il Milan alla maniera del film "I soliti ignoti". Lo hanno fatto con l'improvvisazione e l'approssimazione di Ferribotte (Tiberio Murgia) e Capannelle (Carlo Pisacane) oppure con la presunzione di Peppe er pantera (Gassman). Era un disastro scritto già nelle premesse!

Ora, però, consiglierei a tutti di non sapaventarsi. Come ho scritto sopra, un deferimento non è una sanzione, perché questa deve essere decisa dall'Adjuducatory Chamber. E' probabile che il suo giudizio non sia tenero, ma non sarà lì che si giocherà la partita, bensì presso il TAS di Losanna, dove gli avvocati di Elliott hanno dimostrato di sapersi far ascoltare. E tuttavia queste vicissitudini dovranno servire da monito per il futuro, affinché la prossima volta si faccia tutti muro contro quelle operazioni che, ictu oculi, non hanno alcun futuro.