La tanto attesa sentenza del Collegio di Garanzia - insediato presso il Coni - è finalmente arrivata.
In tipico stile Italiano, il Collegio di Garanzia ha deciso di non decidere. I giudici in fin dei conti hanno ascoltato il procuratore generale Toser e metaforicamente hanno tirato la palla in tribuna, rinviando alla Corte d'appello la palla che scotta.
Sì, perché nei fatti di patata bollente si tratta. Andare a riesaminare una sentenza come quella che è costata 15 punti di penalizzazione alla Juve era una bella gatta da pelare per la pressione mediatica della vicenda figlia, e dobbiamo dirlo senza che nessuno si offenda, di un sistema di giustizia sportiva arcaico e autoreferenziale, che si fonda sullo strampalato principio della rapidità più che su quello della giustizia, roba da quarto mondo e non da Paese civilizzato.

Anche Gravina ha la sua buona dose di colpe. Il calcio è cambiato, ma le istituzioni sembrano non essersene accorte, almeno in Italia in cui tutti rilasciano montagne di parole ma poi i fatti, sono quello che sono. Restano ancora delusi tutti quei tifosi che speravano in una ventata di modernità, ad esempio per quanto riguarda la revisione del format dei campionati o l'aggiornamento del codice di giustizia sportiva - tutti temi delicati e quindi scomodi - che richiedono unità d'intenti e spiccate capacità manageriali che evidentemente non ci sono o quantomeno non sono dedicate alle "cose" di casa nostra, se si punta lo sguardo dalle parti dell'Uefa.
Abodi, nel suo ruolo istituzionale, deve fare qualcosa, conoscendo dall'interno il mondo del calcio, non può non dare un contributo a risolvere alcuni annosi problemi di questo mondo.

Questa vicenda ci sta dando alcune grandi lezioni. 
La prima è che in Italia chi è deputato a prendere decisioni non sempre è in grado di farlo in modo netto, mentre l'approccio Pilatesco è sempre di moda. 
La seconda è che le istituzioni del calcio Italiano evidentemente non hanno alcun interesse a far evolvere il sistema, essendo in altre faccende affaccendati.
In ultimo, ed è la constatazione più triste, l'incapacità generalizzata del sistema visto nella sua interezza - Figc, Lega, Politica e quant'altro - a far funzionare l industria calcio, sta portando tanti tifosi a perdere la passione e l interesse per questo sport, avvelenato da situazioni extra campo che stanno cannibalizzando l'attenzione mediatica a sfavore di quello che succede in campo.

Ora si tifa e si commentano solo le sentenze, i tifosi parlano di bilanci, di sostenibilità economico-finanziaria - temi peraltro che richiederebbero competenze specialistiche di un certo livello - piuttosto che di gesti tecnici, di gol, di schemi di gioco, insomma... di tutto il bello del calcio.