Quando un tecnico viene esonerato, cerca sempre l'opportunità di trovare una nuova soluzione, anzi che qualche squadra punti su di lui, mentre il tecnico che fa bene in un club e decide di accettare soluzioni maggiori, dal club che allena, si trova davanti ad un pericolo vero e proprio. Questa è la storia di Roberto De Zerbi in pillole.

Roberto De Zerbi nasce a Brescia il 6 giugno 1979, un piccolo fenomeno su i campetti di periferia, mancino naturale che cresce nelle giovanili del Milan, tanto che tra il 1995 e il 1998 quando si trova in Primavera è soprannominato il 'piccolo genio' in onore al vero 'Genio' Dejan Savicevic, che era in prima squadra e dove faceva magie su i campi italiani e Europei. De Zerbi poi ha avuto una carriera più che normale, tra i campionati di Serie B e Serie C, per vincere qualcosa deve andare in Romania nel 2010 a Cluij dove vince campionato e coppa nazionale, per poi tornare in Italia e chiudere addirittura nel Trento in Eccellenza. In Italia raggiunge le presenze più alte nel Foggia, 56 presenze e 18 reti. Ma se la sua carriera da calciatore si ricorda soprattutto per un gol da quaranta metri su punizione nel campionato Cadetto con la maglia dell'Avellino contro il Modena. Il fenomeno del futuro non riesce ad esplodere. Così nel 2013 a fine stagione si ritira dal calcio giocato, e all'età di 34 anni siede per la prima volta su una panchina come allenatore, avendo il patentino già dal 2012, a novembre 2013 quella del Darfo Boario, squadra neroverde bresciana (segno del destino) che si trovava in Serie D, ma alla fine del campionato non riesce a salvare e la squadra torna in Eccellenza. La fortuna vuole che il Foggia, squadra dove aveva militato da calciatore, nell'estate 2014 lo chiama in Lega Pro e lì si comincia ad intravedere la bravura del tecnico, e a fine stagione gli viene offerto un triennale che il tecnico non si fa sfuggire. Dopo aver sfiorato la Serie B nella stagione 2015-2016 con la finale Play-off persi contro il Pisa, il quattordici Aprile 2016 si toglie la prima soddisfazione alzando la Coppa Italia Lega Pro battendo il Cittadella. Al termine della stagione viene esonerato, anche se con un contratto fino al 2019, per divergenze con la società. Il suo buon lavoro non passa inosservato, addirittura fa il doppio salto e si ritrova in Serie A sulla panchina del Palermo firmando un biennale con la società di Zamparini. Nulla da fare, dopo appena tre mesi è esonerato. Il 23 ottobre 2017 viene chiamato dal Benevento al posto di Baroni, ma nonostante il suo gioco ben improntato, la squadra non riesce a salvarsi, in accordo con la società decide di lasciare il club. La stagione 2018-2019 firma con il Sassuolo, firmando un contratto biennale, dove riesce in pieno ad esprimere il suo gioco, e il suo Sassuolo vola che è una meraviglia, sfiorando per ben due volte la qualificazione in Europa League, divenendo una medio-grande nell'ultima stagione, tanto da mettere in difficoltà in più delle volte le grandi del campionato, sfiorando nell'ultima stagione l'entrata nella Conference League, beffato soltanto dal Roma per differenza reti. A fine stagione decide di lasciare il Sassuolo e accettare l'offerta dello Shakhtar Donetsk, squadra ucraina che punta forte alla vittoria in campionato oltre che a giocarsi le sue chance in Champions League.

Ma De Zerbi avrà fatto bene ad andare in Ucraina? Iniziando con il dire che il calcio ucraino è ben diverso da quello italiano, sembra che il passaggio nella krajina Ucraina sia un azzardo, visto che la squadra viene da ben 4 scudetti consecutivi, e la conseguente partecipazione ogni anno alla Champions League, quindi De Zerbi dovrebbe confermare la squadra ad altissimi livelli, certo le squadre avversarie nel campionato ne ha una sola, la Dinamo Kiev, che è il club più titolato del campionato, poi dietro c'è il vuoto, visto che l'unica squadra che si è intromessa tra le due fu il Tavrija nel 1991-1992, primo anno del campionato ucraino, squadra che con la retrocessione nel 2010 ha chiesto il permesso ed è passato al campionato della Crimea (Russia). Quindi diciamo che potrebbe far bene, ma anche male. La perplessità sta nel fare un salto verso un campionato non proprio adatto a crescere, che sia stata una scelta monetaria ci può stare, lo fece Spalletti quando passò allo Zenit, ma se è per crescere è forse il posto più sbagliato, visto che rimanendo in A avrebbe potuto trovare un club migliore. De Zerbi ha detto nella sua presentazione: "Sono qui per portare idee di calcio e vittorie", parole importanti, visto che poi saranno ben pesate in casa Shakhtar Donetsk, che potrebbero trasformare in scudetto e coppa nazionale, oltre ad un possibile passaggio del turno in Champions League, cosa non proprio scontata. De Zerbi, in Italia avrebbe rifiutato il rinnovo di contratto con il Sassuolo "Non posso fare di più", oltre alle offerte di Fiorentina e Roma, quest'ultima gli aveva offerto un triennale prima che piombasse forte su Josè Mourinho, lontane invece le voci sulla Juventus e il Napoli, dove non ci sono che voci e nulla più. La decisione ucraina sarà in essere dal 1° Luglio 2021. Che De Zerbi abbia scelto per vincere o mettere un trofeo nella sua bacheca? Possibile, visto che a chi non piacerebbe vincere un trofeo importante che sia uno scudetto? Ok, sarà Ucraina e non Italia, ma alla fine è pur sempre un vincere un campionato, oltre ad un ricco ingaggio che in Italia non avrebbe mai trovato riscontro, 2 milioni di Euro a stagione più bonus, arrivando a 3 milioni a raggiungimento degli obiettivi. In Italia difficilmente avrebbe potuto chiedere tale ingaggio.
Ora la domanda sorge spontanea: ma De Zerbi potrebbe divenire un tecnico alla Antonio Conte? Oppure rientrerà in Italia e si 'accontenterà' di allenare di nuovo il Sassuolo o giù di lì? De Zerbi ha fatto la scelta giusta per la crescita della sua carriera di allenatore? Forse sì, forse no...