I club della Serie A e la FIGC sono sempre stati come due tifosi che s'incontrano al bar dello sport per vedere una partita dei mondiali: durante il match c'è una comunione d'intenti, un obiettivo comune che è quello di portare la loro squadra più in alto possibile. Passato questo momento, però, i loro interessi sono divergenti: uno magari tifa Juve, mentre l'altro Lazio; uno è imprenditore, l'altro disoccupato; uno vota sinistra e l'altro destra.

Fuor di metafora, ciò che è un evento estremamente positivo per una squadra di Serie A e che può ripercuotersi in positivo sul campionato tutto, può diventare una difficoltà in più per la Nazionale. E' questo il caso dell'acquisto di De Ligt alla Juve, e più in generale dell'acquisto di centrali stranieri da parte dei nostri top team: il colpo sarebbe magnifico, darebbe lustro alla Juve, ne ringiovanirebbe gli effettivi e renderebbe (almeno questa è la tesi dei tifosi juventini, ma si fa fatica a dargli torto) il nostro campionato più attraente agli occhi di giocatori ed investitori stranieri. Aggiungiamo che la soddisfazione di averlo "scippato" al PSG, una squadra che è considerata una cattedrale nel deserto e che per molti ha i soldi come unica arma di persuasione per ingaggiare top player, è molto grande. Se ci mettiamo anche un po' di (sana) rivalità coi nostri cugini d'Oltralpe, il gioco è fatto.

Però ci sono dei luoghi in cui questo trasferimento probabilmente non è visto di buon occhio: da una parte i quartier generali dei club rivali, che vedono il gap con la Juve che si allarga ulteriormente. L'altro posto è Coverciano. Per la nazionale italiana, anche nei momenti più difficili, le uniche certezze che ci sono sempre state sono legate alla produzione in massa di portieri, centravanti e centrali di qualità: perché, come ripetono quasi tutti i nostri allenatori/commentatori "I campionati si vincono in difesa"

Quindi, dopo il pensionamento di Barzagli, c'è una buona probabilità che Mancini sperasse che la Vecchia Signora investisse in giocatori italiani, dandogli la possibilità di fare esperienza in un top club fra i favoriti per la Champions. A maggior ragione perché, nella squadra di Mancini che sta incantando i nostri tifosi, l'unico reparto in cui sembra essere difficile fare un ricambio di alta qualità è il centro della difesa. Lì, vuoi per il fatto che gli interpreti della BBC non abbiano lasciato nemmeno le briciole ai loro colleghi, vuoi perché in effetti i top teams (quelli che potrebbero permettergli di fare il salto di qualità definitivo) ingaggiano stranieri, è difficile rimpiazzare Bonucci e Chiellini. 

Lo stato dell'arte - C'era una volta l'Italjuve di Conte, quella del primo anno di presidenza Agnelli, dove si investiva quasi esclusivamente in giocatori italiani: l'attacco si affidava alle magie di Quagliarella e del Mitra Matri, a centrocampo c'era il maestro Pirlo, in difesa la BC (Bonucci-Chiellini) che aveva accolto in seguito, per la cifra di 500.000 € Barzagli; piuttosto che investire in giocatori dal nome esotico, si sceglieva di andare a prendere Giaccherini e Padoin da squadre minori (Cesena e Atalanta) e valorizzarli. Il primo anno, malgrado un finale al cardiopalma, la formazione era stata sufficiente per vincere lo scudetto, e una grandissima parte dei suoi interpreti erano divenuti l'ossatura della Nazionale Italiana.

Le cose, forzatamente, iniziarono a cambiare negli anni seguenti: per la Champions, quella squadra non era abbastanza forte: non vedendo fenomeni italiani in rampa di lancio e con la vecchiaia che avanzava per alcuni dei loro giocatori, gli Agnelli iniziarono ad investire in stranieri. Nulla di male: la squadra avanzava e, sebbene il sogno autarchico di Conte (andato poi via sbattendo la porta) fosse tramontato, ancora l'anima della squadra era italiana ed era rinnovata con giocatori del Belpaese.

I risultati sotto la guida tecnica d'Allegri negli ultimi anni, uniti ad un rinnovato appeal della squadra bianconera, hanno cominciato a creare un disequilibrio: ad oggi gli italiani titolari nella Juve sono solo Bonucci e Chiellini, che a pensare da dove siamo partiti, fa un po' impressione. L'acquisto di De Ligt, in più, fa presagire una "barzaglizzazione" di Chiellini, relegato nei prossimi anni ad un ruolo di uomo-spogliatoio e rincalzo di valore. Chiaro che a Coverciano si cominci a pensare alla sua successione e a quella di Bonucci, che inizia ad avere 32 anni. I sostituti ci sono, ma al momento nessuno di loro ha mai giocato in Champions League, e la cosa non gli permette di coprire ancora al 100% il buco di qualità che lasceranno i due colleghi. Ma andiamo con ordine a vedere cosa offrono le squadre che sono arrivate in Europa

Juventus - Doverosa premessa: di tutte le big in serie A, la Juve è l'unica ad avere al centro una coppia di difensori italiani. Oltre ai già citati Bonucci e Chiellini, nella formazione bianconera gioca, già da diversi anni, Rugani. Purtroppo per noi, però, il giocatore non è più il giovane fenomeno dei tempi di Empoli, e la permanenza alla Juve, invece di fargli fare il salto di qualità, lo ha trasformato in un panchinaro che, nella stagione che verrà, sarà il quarto centrale. Forse è il momento di partire, ma c'è uno spiraglio: l'allenatore della squadra toscana, quando il calciatore è emerso era Maurizio Sarri. L'arrivo del suo mentore potrebbe rigenerare l'ex Empoli; sarebbe una buona notizia per Mancini

Napoli - Qui, purtroppo, c'è poco: l'unico convocabile al momento sarebbe Luperto. Però forse è un po' presto per convocare in nazionale a fare il titolare un ragazzo che ha messo insieme 12 presenze e che davanti il prossimo anno si troverà probabilmente, oltre all'intoccabile Koulibaly, anche Manolas. Che sia il momento di andare altrove, per non sprecare una fase fondamentale nella crescita di un calciatore?

Inter - Qui c'è da mettersi le mani nei capelli: l'ultima stagione non ha visto nemmeno un difensore (terzini inclusi) che possa essere convocabile da Mancini. Malgrado questo, si può sperare per due ragioni: in primo luogo per la cantera nerazzurra, che negli ultimi anni ha sfornato giocatori di grande qualità (l'ultimo è Zaniolo) a iosa, anche se molti poi non si sono imposti nella Beneamata. Il secondo è la presenza di Antonio Conte, che ha già puntato Florenzi e che potrebbe tirare fuori qualche coniglio dal cilindro

Atalanta - A Bergamo gioca l'unico dei possibili sostituti che è pronto ad esordire nell'Europa maggiore, vale a dire Gianluca Mancini: Gasperini, già più volte incensato per la sua capacità di formare talenti, ha trasformato l'ex Perugia in un difensore di alto livello. Il ruolo non glielo toccherà nessuno probabilmente, dunque Mancini potrebbe schierare il suo omonimo titolare. Una bella soddisfazione per il presidente Percassi, anche se un exploit in nazionale potrebbe spingere il suo giocatore verso altri lidi. Siamo sicuri che, in caso, Gasperini non si farà trovare impreparato

Milan - Laddove la Juventus sceglie una dimensione internazionale (scusate il gioco di parole), il Milan ha deciso di reitalianizzarsi, e i risultati in difesa si vedono, con due giocatori di livello: il primo è Alessio Romagnoli, papabile per prendersi un posto da titolare in nazionale già da un paio d'anni. L'altro è Caldara: nulla da dire sulle qualità del ragazzo, ma sulla sua tenuta fisica si. Si spera che riesca ad uscire dalla sua spirale d'infortuni in un anno, massimo due. Sennò il rischio è che il suo treno passi.

Roma - La Roma è una nota dolente: nella sua primavera sono transitati parecchi centrali di spessore, ma sono stati utilizzati spessissimo come merce di scambio per affari rivelatisi dei mezzi flop, o venduti e controriscattati a 10 volte la valutazione originaria. Il caso più eclatante di cessione di un difensore è stato quello di Romagnoli: è vero, il bilancio è importante, però quello è un investimento tecnico. Gli americani sembra che  adesso, coi soldi che diminuiscono, abbiano capito che fare cessioni per poi investire in stranieri (vedi Rudiger e probabilmente Manolas) che in seguito chiedono la cessione non è un'idea geniale. Vediamo se sarà un fuoco di paglia.

Lazio - Alla Lazio un italiano c'è, ed ha anche giocato un'annata di alto livello: si tratta di Francesco Acerbi. Però, anche per l'ex Milan l'età avanza: a 31 anni compiuti non sembra proprio un investimento a lungo termine per Mancini. La cantera laziale anche è molto buona, vediamo se riescono a ritirare fuori qualcuno come Nesta (e a non rivenderlo, possibilmente)

Per il resto, l'unico nome giovane e veramente di spessore fuori dall'Europa è Armando Izzo. Le prime convocazioni le ha già avute, e il ragazzo ha dimostrato di essere un giocatore di spessore, però bisogna vedere se riuscirà a ritagliarsi il proprio spazio

Dunque Romagnoli, Mancini, Izzo e forse Caldara. In realtà, per rigenerare un reparto i nomi ci sarebbero. L'unica perplessità è la mancanza d'esperienza in Champions (a meno di un nuovo miracolo Atalanta anche l'anno prossimo) e soprattutto il fatto che, negli ultimi anni, il segreto di Bonucci, Barzagli e Chiellini è stato quello di aver giocato sempre insieme, e di avere dunque una buona intesa. Con Barzagli ritirato e Chiellini in probabile via di prepensionamento, si apre la questione dei nuovi titolari della difesa italiana. Se Mancini volesse essere davvero lungimirante, dovrebbe aprirlo fin da subito, per non farsi trovare impreparato a ridosso degli europei. Intanto, però, la Juve e Sarri si godano il colpo De Ligt, cercando di vincere questa benedetta Champions (magari lasciando uno scudetto alle rivali, quelli non mancano nella bacheca della Signora). Noi pensiamo a noi stessi e alla più bella nazionale degli ultimi anni, che alla difesa ci pensa Mancini.