Nelle ultime due partite esterne della Juventus, prima in casa del Lecce e poi in casa del Torino, si sono verificati due episodi nell'area bianconera praticamente identici, con il braccio di De Ligt colpito dal pallone; in entrambi i casi il braccio non era particolarmente allargato, ma in posizione naturale lungo il corpo, pur non essendo "attaccato al corpo"; in entrambi i casi la palla lo colpiva da distanza ravvicinata non dandogli il tempo di reazione necessario per "togliere o mettere" il braccio.

Nonostante la evidente similitudine dei due episodi, i due arbitri hanno adottato due decisioni opposte: a Lecce l'arbitro Valeri, confermato dal Var, ha decretato il calcio di rigore, che ha permesso ala squadra salentina di cogliere il pareggio, che ha poi sancito il risultato finale; invece a Torino l'arbitro Doveri, anch'esso supportato dal Var, ha negato al Torino il calcio di rigore, che avrebbe potuto portare i granata in vantaggio sulla Juve.

Sicuramente una delle due scelte è stata giusta e una sbagliata, ma quale?
E' difficile dirlo; perchè non sia rigore è necessario che il braccio sia aderente al corpo o è sufficente che sia in posizione naturale e non venga allargato ad arte per aumentare l'ingombro?

La risposta spetta ai vertici arbitrali, che dovrebbero darla in forma pubblica.
Vista la decisione dell'arbitro Doveri, confermata dal Var, viene da supporre che dopo l'episodio di Lecce, agli arbitri si sia fatto notare che in quel caso era stata presa la decisione sbagliata.

Però Nicchi e/o Rizzoli avrebbero fatto meglio ad intervenre pubblicamente dopo Lecce-Juventus, spiegando chiaramente a tutti, magari in televisione, se e perchè l'arbitro Valeri avesse adottato la decisione giusta o sbagliata sul tocco col braccio di De Ligt. Se ciò fosse avvenuto e se l'arbitro di Juventus-Torino si fosse poi attenuto a quanto pubblicamente spiegato, la sua decisione sarebbe stata accettata più serenamente, senza scatenare le polemiche e le recriminazioni sollevate dal Torino (giustamente, visto quello che era successo a Lecce)

A volte parlare chiaramente in pubblico e riconoscere gli errori è meglio, anche per i diretti interessati, che non tenere segrete le situazioni scabrose.