Oggi dopo tanto tempo, tornando nella mia casa originale, per portare via qualcosa che ancora si trovava nella mia cameretta d'epoca dai miei, aprendo un cassetto ho ritrovato la maglia della Juventus, e così come un film ad occhi aperti ho ripercorso quel giorno e la storia di quella maglia.

Correva l'anno... ero un giovane ragazzino, che cresceva in una Roma metà giallorossa, metà biancoazzurra, ero uno dei pochi della mia zona ha tifare il bianconero, quello della Juventus. Ricordo che un giorno, uscendo con mio padre, entrammo in un negozio sportivo, per comprare un paio di scarpe, ma come un fulmine a ciel sereno, mi ritrovai davanti quella maglia, con la scritta Sony come sponsor, la seconda maglia di quella stagione, blu con le stelle gialle, però al richiamo di mio padre "Ehi, quali scarpe ti vuoi comprare?", lasciai quella maglia alla stampella, con mio padre che mi disse "Vado a vedere una maglietta, intanto scegli le scarpe che vuoi". Presi un paio di Nike, quelle più scontate, perchè a mio avviso il far spendere una cifra esagerata non rientrava nel mio ideale, già sapevo che sarebbero durate come un uovo a Pasqua dopo averlo scartato. Così chiamando mio padre, che tornò con una busta, gli dissi "Papà ho scelto queste". "Cosa hai comprato?", e mio padre "Una maglietta come quella", indicandomi delle polo poco distanti.

Tornammo a casa, e ripensavo a quella maglietta che avrei voluto comprare, ma aveva un prezzo troppo alto a mio avviso, già perchè non sono mai stato un bambino lagnoso o che chiedeva a tutti i costi di comprargli qualcosa. Così dopo aver pranzato, era un sabato d'agosto, mio padre dopo essere andato in camera sua, portò al tavolo quella busta e passandomi accanto la posizionò davanti a me e disse: "Questo regalo è per te". Non sapevo cosa potesse contenere, così tra lo sguardo di mia madre, che si vedeva che sapeva, mio padre mi disse: "Ma che ti sei imbambolato? Apri quella busta dai". Così mi alzai, curioso del regalo, ma non sbirciai, anzi inserii la mia mano destra senza guadare. Il tessuto sembrava tutto meno che di una maglietta a mezze maniche che s'indossava, quindi non era una polo, era più leggera al tatto... "Allora ti decidi a tirarla fuori?", continuava mio padre più impaziente di me: "Ecco, dammi tempo", risposi con un sorriso a 52 denti. Così contai a mente "Uno...due...tre!" ed estrassi la mano... Era la maglietta della Juventus, che aveva visto in quel negozio; senza pensare, saltai al collo di mio padre "Grazie papà è bellissima!".
Così non ci pensai più di tanto, andando in  cameretta, con la paura di rovinarla, ma misi con una tranquillità disarmante, poi tornai in camera da pranzo "Bellissima!" disse mia madre, e mi posizionai davanti allo specchio, continuando a dire "Un giorno giocherò nella Juventus!".
Ogni santa volta che la Juventus giocava, indossavo la maglia, avevo una piccola scaramanzia, causata da un giorno che eravamo a pranzo da una mia zia e che non avendo indosso la Juventus perse quella domenica. Da quel giorno, anche se eravamo a pranzo fuori porta, mettevo la maglia dentro una busta della spesa e la mettevo in borsa a mia mamma, così, quando le 14:30 scoccavano e si accendeva la radio, io ero pronto già con la maglia indosso. Così la stagione passava veloce e quella maglia o era sulle mie spalle o gelosamente chiusa nel cassetto del mio armadio, già nessuno doveva toccarla perchè avevo paura che la rompessero. Ecco quindi che arrivò, il 22 maggio 1996, quando la Juventus dopo una cavalcata strepitosa arrivo in finale di Coppa Dei Campioni. Quella sera la gara era trasmessa in tv su canale 5, con la voce di Sandro Piccinini, che snocciolava le formazioni, così mi alzai e corsi in camera e mio padre "Ehi, ma dove vai?", risposi "Devo mettermi la maglietta papà, perchè con questa indosso vinceremo la Coppa Campioni!", mio padre tra uno scongiuro e l'altro mi chiamò "Dai che sta iniziando!". Ecco che Ravanelli ci porta in vantaggio "Hai visto papà, questa maglia ci porta fortuna!". Mi ricordo che al momento del pareggio ero andato a rispondere al telefono "Porca miseria, lo sapevo...". Alla lotteria dei rigori, baciai lo stemma e con una preghiera...: "Signore, non sarà una cosa importante, perchè c'è gente che ha bisogno del tuo aiuto, ma fammi vincere questa Coppa, per favore". Così Piccinini scandiva ogni tiratore...Davids contro Peruzzi...parte la rincorsa....Peruzzi para il rigore....Partiva bene, ma in casa il silenzio era tombale, anche perchè gli altri rigori andavano dentro la rete, poi ecco che un ciondolante giocatore dell'Ajax sembrava prendere la rincorsa in modo strano...Va Silooy dal dischetto, tiro... in quel momento seguii tutta la corsa e... fuori, fuori, la Juventus se segna vincerà...attappai le orecchie, non volevo sentire quella frase, una specie di scaramanzia, diciamo di si, non avevo mai visto una finale di Coppa Campioni della mia squadra, quindi era meglio non sentire quella frase...Toccherà a Jugovic battere l'ultimo rigore....Prende la rincorsa tiro è goooooooolllllllll, goooooollllll, la Juventus è campione d'Europa 1996... Abbracciai mio padre in un urlo di gioia immensa "Lo sapevo, che ci avrebbe portato fortuna!". La indossai anche il 26 novembre 1996, quella mattina ero a scuola, e sotto il maglione al posto della canottiera avevo quella maglia, così uscendo di scuola e correndo a casa, scoprii che ci sarebbe stata la replica nel pomeriggio. Al gol di Del Piero fu una esplosione immensa "Lo sapevo che mi avresti portato fortuna di nuovo".
Poi dopo quella gara, ripiegai quella maglia e la misi nel cassetto, in una busta, e lì rimase per anni e anni, sotto magliette estive quando era estate e invernali quando era inverno.

E oggi, dopo ben 25 anni, è nuovamente uscita da quella busta, un po' malconcia e leggermente scolorita dal tempo, che in un momento mi ha riportato alla mia adolescenza e a quella stagione magica.