E’ la sconfitta di tutti. E’ inutile negarlo. Ho letto su Calciomercato.com un interessante articolo che riporta quanto scritto da Antonio Scurati sul Corriere della Sera. Sgomitavamo per il successo, ora siamo in fila per il pane...”.
Sissignori. E’ proprio così. E’ la cruda e nuda verità.
Qualche giorno fa ho affermato che avrei sperato di vedere una realtà modificata da questa emergenza e sono sempre più convinto che si vada verso tale direzione. Il pezzo citato afferma che forse non sarà un mondo “migliore”. Credo che tale attributo sia soggettivo. Non posso avallarmi il diritto di conoscere cosa sia meglio per Tizio piuttosto che per Caio o Sempronio. Non è il sottoscritto che può sostenerlo e non mi permetterei mai di avanzare una tesi simile. Mi sento soltanto in grado di ritenere che, a mio modo di vedere, questa situazione potrebbe portare pure risvolti positivi come una presa di coscienza generale che conduca a maggiore umiltà o alla valorizzazione di alcune situazioni che sino a qualche settimana fa erano considerate scontate e che ora, invece, sarebbero apprezzate alla stregua di una pepita d’oro. Ci si trova di fronte a genitori che chiedono “un’ora d’aria” per i propri bambini. Sembrerà una banalizzazione della realtà, ma non è così. Di punto in bianco ci si è trovati giocoforza a dover rinunciare a molte delle nostre libertà. E’ innegabile che alla lunga questo potrà provocare enormi danni psicologici che devono essere trattati con la stessa accuratezza con la quale viene gestita la situazione sanitaria di tipo fisico. Medesimo discorso vale per l’ambito economico.
Non bisogna vergognarsi di ammetterlo. Noto un certo timore reverenziale nell’affermare il valore di talune condizioni negative che l’emergenza attuale provoca. E’ giusto che sia così perché di fronte alla morte solitaria di tante persone, non mi stancherò mai di ribadire, devono esistere solo rispetto, silenzio e cordoglio.
Detto questo, è inutile cercare di nascondersi dietro un dito. Il distanziamento sociale è fondamentale ed è obbligatorio rispettarlo ma, come detto, genera un contesto ostile provocando parecchie problematiche dal punto di vista finanziario e psicologico.
Sono assolutamente d’accordo con Antonio Scurati quando sostiene che concetti come “redditi di sopravvivenza per tutti” o affermazioni del tipo: “nessuno perderà il lavoro” difficilmente potranno essere realizzabili. Temo che la realtà sarà molto più crudele con i conti correnti delle persone e di conseguenza ci si adatterà tutti a uno stile di vita meno agiato.
La speranza è che questa situazione non porti a creare uno squilibrio sociale anche più importante di quello che già esiste. Mi spiego: non vorrei che il danno ricadesse soprattutto sulle difficili condizioni economiche delle persone che già faticano per portare il pane sulla tavola delle Loro Famiglie. Una simile vicenda rappresenterebbe veramente l’apoteosi della sconfitta.

Stiamo perdendo tutti, Scienza compresa.
In tanti non hanno apprezzato questo mio atteggiamento nei confronti del citato mondo. Vorrei chiarire che io credo fermamente nelle sue abilità e nelle capacità di cui dispone. Il contrario sarebbe assurdo. Cerco di spiegarmi con un esempio banale. Quando ho mal di stomaco, provo a curarmi tramite l’ingestione di un farmaco. Questo è frutto di una ricerca e di una successiva sperimentazione. Sulla base di tali attività si elabora il prodotto che poi viene commercializzato su ampia scala. Nel momento in cui assumo una medicina e ne traggo un beneficio, sono assolutamente conscio che il mio nuovo stato di “benessere” è dovuto alla scienza e per questo la ringrazio. Non ho nemmeno le competenze per sostenere che la soluzione del distanziamento sociale non fosse in alcun modo evitabile. Anzi, sono certo che chi l’ha proposta lo abbia fatto con la piena consapevolezza delle conseguenze, anche negative, di una simile decisione. Proprio per questo, ritengo che fosse l’unica via percorribile.

Vado per un istante a ritroso e mi scuso per l’inutile dietrologia. Non sono uno scienziato e non so se il mondo di tali Luminari si sia fatto trovare impreparato a questa terribile battaglia. Non sono in grado di comprenderlo. Non sono io a dover giudicare, ma vi saranno organi competenti per tale attività. Posso soltanto sostenere che, se nel 2020 ci si trova tutti rinchiusi nelle proprie abitazioni con il grande pericolo di dover andare incontro a pesanti conseguenze economiche e psicologiche, è una sconfitta per chiunque. Il progresso si è dovuto arrendere all’evidenza e se così non fosse stato, lo sgradito ospite sarebbe stato cacciato chimicamente nel momento in cui ha mal pensato di presentarsi al genere umano. Questo non è accaduto e non vedo la difficoltà nell’ammettere candidamente che trattasi di una pesante mattonella caduta diritta sulla testa delle ricche ambizioni della nostra specie.
Mi rifaccio sempre a esempi sportivi.
E’ indubbio che Messi sia uno dei giocatori più forti della storia del calcio e trovo difficile il palesarsi di eventuali eccezioni alla mia tesi. Nella semifinale di ritorno di Champions disputata l’anno scorso contro il Liverpool, ha sbagliato. Punto. Questo non va a intaccare le capacità del giocatore che resta sempre tra i migliori sul globo terraqueo. Un eventuale errore di valutazione o di qualsiasi genere, se mai questo vi sia stato da parte di chiunque, non potrà mai modificare l’ampia considerazione che si nutre verso una disciplina. Mai. Occorre soltanto prendere coscienza della limitatezza delle possibilità del genere umano che non è divino e conseguentemente contiene la fallacia all’interno della sua essenza. Mi pare semplice, lineare e lungi dall’essere svilente nei confronti di qualcuno.

Proprio per questo mi sono permesso di muovere una critica a un certo modo di comunicare utilizzato da parte del mondo scientifico dal quale mi pare emergere continuamente il concetto relativo al fatto che le stesse misure adottate in Italia siano poi state prese a esempio negli altri Paesi. La continuità con il quale viene espresso rischia di presentarlo come una giustificazione a una manchevolezza e sono sicuro che ciò non corrisponda al vero. E’ chiaro e palese che ormai la maggior parte degli Stati si sia allineato sulla medesima risposta al virus, ma la ritengo una sorta di vittoria di Pirro. Anzi, scusate. Ho utilizzato un vocabolo che non potrà mai essere neanche lontanamente avvicinato a questa vicenda. Parlare di successo in un periodo nel quale ci si trova di fronte a certi numeri angoscianti penso sia assolutamente fuori luogo. Pure quando lo sgradito ospite finalmente ci lascerà, mi limiterei a sostenere che è stato debellato senza trattare di eventuali trionfi perché le anime e i cuori delle persone che hanno sofferto il terribile addio solitario dei Loro Cari non meritano certe espressioni gergali come, consentitemi di sostenere nuovamente, non era il caso di mostrar Loro le danze sui balconi. Fortunatamente questa “moda” è stata presto sospesa. In effetti, strideva troppo con la realtà dei fatti. Non esistono vincitori, ma soltanto vinti. Verga mi scuserà se usufruisco di un vocabolo che viene sovente sfruttato per descrivere il sistema delle sue opere composto da romanzi che hanno contribuito a scrivere pagine fondamentali della letteratura italica.

Le norme devono essere rispettate e su questo non ci piove. Ciò ammesso, occorre rendersi conto delle difficoltà sempre più pressanti che colpiscono chi deve restare barricato dentro le mura domestiche. E’ necessario e assolutamente primario che si inizi a valutare con estrema impellenza misure alternative perché altrimenti si rischia un pericoloso collasso.
La posizione di chi deve operare determinate decisioni non è mai stata così complessa. E’ come camminare su filo sottile tra 2 montagne con un precipizio sotto i piedi alto centinaia di metri e senza protezioni certe.

Dopo questa ventata di pessimismo, vorrei sollevare un attimo gli animi dicendo che sono certo che si attraverserà questo burrone senza cadervi e che, con tante rinunce ad opera di tutti, si arriverà sull’altra sponda. Non sono un epidemiologo e non mi intendo di certe casistiche, ma mi par di comprendere che si intraveda la fine del tunnel. Bisogna resistere rispettando le regole. Proprio in quest’ottica non leggo con favore le affermazioni di Silvio Brusaferro, Presidente dell’ISS, in un’intervista a Repubblica: “Il rallentamento c'è. Assistiamo a un appiattimento della curva, non ci sono ancora segnali di discesa ma va meglio. Le importanti misure che sono state adottate stanno mostrando i loro effetti” e questo è positivo, ma prosegue: “Anche quando i casi di coronavirus scenderanno a zero, la vita non tornerà come prima per un bel pò di tempo. Almeno finché non verrà trovato un vaccino o un farmaco efficace contro la malattia”. E ancora: “Purtroppo nel mondo non ci sono esempi da seguire. Saremo i primi a fare una operazione del genere e stiamo studiando vari modelli. Il problema è capire quali forme di apertura garantiscono che la curva non torni a crescere". Poi: "le aperture avverranno in modo graduale" e potrebbe esservi uno "stop and go": "Aprire per un certo periodo e poi chiudere di nuovo (Il Giornale). Mi sovvengono soltanto 2 aggettivi: allucinante e preoccupante. Come si può pensare di non tornare a una “vita normale” a tempo praticamente indefinito? Lo “stop and go” potrebbe essere una soluzione per alcune attività, ma non per tutte. Penso, per esempio, all’amato calcio.

Proprio perché si vede la luce in fondo a questo budello buio, non mi spiego l’atteggiamento di parte del mondo del pallone o politico, ma comunque associato a esso. Il riferimento è chiaramente a Damiano Tommasi e al Ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili, Spadafora.
Riassumendo i fatti: ieri l’Autorità Pentastellata ha utilizzato termini duri nei confronti della serie A in un’intervista a La Repubblica: “Dal calcio di Serie A mi aspetto che le richieste siano accompagnate da una seria volontà di cambiamento: le grandi società vivono in una bolla, al di sopra delle loro possibilità, a partire dagli stipendi milionari dei calciatori. Devono capire che dopo questa crisi niente potrà essere più come prima. Intanto destinerò un piano straordinario di 400 milioni di euro allo sport di base, alle associazioni dilettantistiche sui territori, a un tessuto che, sono certo, sarà uno dei motori della rinascita” (Sky Sport). In serata è giunta la risposta della Lega Serie A che, consentitimi di sostenere, ha giustamente tutelato il proprio operato snocciolando numeri oggettivi e impressionanti sul valore che la massima categoria del pallone tricolore vanta sulla società. Solo per citare alcuni dati mi riferisco all’1% del PIL nazionale o al miliardo di euro garantito dalla contribuzione fiscale e previdenziale prodotta da chi vi lavora. Puntuale come un orologio svizzero, dopo qualche ora dal comunicato della Lega Serie A, arriva quello dell’Aic a firma del Suo Presidente: “Sul tavolo abbiano un elemento in più rispetto alle scorse settimane, dopo le parole del ministro Spadafora la preoccupazione che si chiudano qui i campionati c’è. Quindi bisogna porsi il problema della chiusura della stagione da un punto di vista sportivo, dei contratti, insomma formale”. E ancora: “Sul taglio degli stipendi cerchiamo se possibile una soluzione comune. La Juve è andata avanti ma non ci ha colto di sorpresa, sapevamo tutto e non ci sentiamo delegittimati, tra l’altro Chiellini è nostro consigliere. Se non ci sono contenziosi tra club e giocatori non siamo tenuti a intervenire, se loro hanno trovato un accordo va bene così” (La Gazzetta dello Sport).
Trovo che la prima parte di questo comunicato fosse evitabile perché pleonastica. E’ lapalissiano che se non vi saranno altre soluzioni, si dovrà guardare in faccia alla realtà e chiudere la serie A.
Arrivederci all’anno prossimo.
Questo provocherebbe sicuramente ulteriori sacrifici economici e probabilmente diatribe legali proposte da club che vedranno sviliti i loro interessi. Onde evitare una tale triste situazione, si farà di tutto per portare a termine la stagione e il Presidente dell’Aic potrebbe avere una visione più ottimistica rimanendo più vicino alle esigenze di un mondo grazie al quale i suoi assistiti campano. Per quanto riguarda la questione relativa alle retribuzioni dei giocatori, ha pienamente ragione nell’affermare che l’Associazione da lui diretta non si senta “delegittimata” dall’operato della Vecchia Signora che ha anticipato questa situazione. Non si può nemmeno nascondere, però, il fatto che i bianconeri potrebbero essere giunti con più prontezza a una decisione che il signor Tommasi avrebbe potuto richiedere prima alla categoria che rappresenta.

Vorrei chiosare con le dichiarazioni di Gravina, Presidente della Figc, rilasciate stamani a Radio Cusano Tv Italia: “La priorità è terminare i campionati entro l'estate, senza compromettere la stagione 2020-21. Non possiamo permetterci un'estate piena di contenziosi sul profilo procedurale e legale”. Ancora: “Il ministro Spadafora ha dichiarato che proporrà il blocco delle attività sportive fino alla fine di aprile compresi gli allenamenti, aspetterei la decisione del Consiglio dei ministri. Certo, è un messaggio che richiede alcune riflessioni. I nostri campionati sicuramente non riprenderanno prima di maggio, questo era uno scenario che avevamo già ipotizzato. Sia la Uefa sia la Fifa si stanno impegnando per far sì che si possa sforare la dead line del 30 giugno fino ad arrivare ad agosto. Questo ci fa piacere, ma dobbiamo anche fare in modo di non andare a compromettere il campionato della stagione 2020-21”.
Chiaro, no? Stando a Calciomercato.com, oggi è previsto un incontro tra la Lega Serie A e l’Aic. La saga continua con la speranza che si arrivi a una soluzione di buon senso da tutte le parti.

La battaglia, ora, non giova ad alcuno. Sono convinto che prevarrà la via media. Si guardi, per esempio, a un interessante idea che giunge dall'Inghilterra.






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