Un giorno di venerdì mattina mi apprestavo ad uscire di casa, tutto era normale, tutto era vita, negozi tutti aperti, gente che sorrideva per le strade, si abbracciava, si baciava e si dava appuntamenti per i giorni avvenire.
Tutti erano felici, ma c'era anche chi non era felice, chi era incavolato con il datore di lavoro, chi con moglie e figli e viceversa, ma in tutto questo frastuono c'era qualcuno che non ce l'aveva con nessuno, anzi era felice e parlava...

Seduto su un marciapiede, vestito male e maleodorante, sedeva un signore di mezza età o poco più, con capelli bianchi e lunghi, il suo volto era felice, si guardava a destra e sinistra e diceva qualcosa.
Così mi decisi di avvicinarmi "Buongiorno, come va?", questo signore mi guarda e mi dice "Tutto bene, sto facendo una chiacchierata con degli amici, vuole partecipare?", vicino a lui non c'era nessuno, a meno che io abbia avuto un problema temporaneo di vista e vedevo soltanto questo signore.
"Sì, arrivo subito vado un attimo al bar". Tornai con in mano un cappuccino e un cornetto "Allora mi sono perso qualcosa? Questi sono per lei e per i suoi amici". Così porgendogli il bicchiere e la busta con il cornetti, sto per sedermi al fianco di questo signore, che però prima di sedermi mi dice "No, che fai ti siedi su Maria? Mettiti qui "e m'indicò il punto dove sedermi. Il signore parlava di sua moglie e di suo figlio, mi guardava di rado ma sembrava così orgoglioso di loro.
"Mia moglie è una casalinga e mio figlio un ingeniere nucleare, proprio come te Ottavio. E lei di cosa si occupa?" "Io sono un agente di calcio, e lei di cosa si occupa?"
"Io sono un medico in pensione"
"Cavolo! E in che ospedale lavorava?"
"Al Gemelli di Roma"
Nel frattempo riprese a parlare con questi suoi due amici, anche se io gli chiesi "Per non essere troppo indiscreto, mi potrebbe presentare i suoi amici?"
"Certo, lei è Maria, lui Maurizio e quel signore al suo fianco è mio padre".
"Ah, mi scusi signore non l'avevo notata, con tutto che era al mio fianco. Molto piacere a tutti voi"
"Mi dica,nel suo lavoro ha conosciuto molti giocatori?"
"Parecchi direi, molti giovani promesse"
Poi mettendosi la mano di taglio davanti alla bocca mi dice "...Ah no, invece Maurizio è un grandissimo allenatore"
"Dai, allora siamo in due che ci occupiamo di calcio. E chi allena Maurizio?"
"Beh mi sembra scortese dire una cosa simile. Maurizio è in pensione ha 95 anni"
"Caspita! 95 anni, gliene davo di meno"
Quindi cominciai a chiedere dove fossero sua moglie e suo figlio, e tentare di capire come fosse finito su quel marciapiede e in quello stato.
"Allora, mi diceva di sua moglie e suo figlio. Ma da quanto tempo non li vede?"
"Mh...vediamo...se non sbaglio...una settimana. Sì...una settimana"
"Ma lei di che zona è? Qui siamo vicino alla Stazione Tiburtina"
"Io sono di....di....Cavolo non mi ricordo il nome. M....Montesacro"
"Motesacro? Ma è distante da qui. La sera torna a casa?"
"Ah no, preferisco stare sotto le stelle, poi non potrei tornare..."
"E perchè non potrebbe tornare?"
"Perchè... Loro non vogliono che io torni a casa, anzi mi hanno detto di lasciarli in pace... sh... non dirlo ai miei amici però"
"Ok, tranquillo non glielo dirò"

Il sole calava e il freddo di novembre si sentiva fin dentro le ossa.

"Senta ma ce l'ha da mangiare per questa sera?"
"Sì ho qualcosa in borsa"
Apre la borsa e dentro ha una mela ammaccata e in logorazione, un pezzo di pane che sarà stato di due settimane.
"Senta io ho una idea"
"Mi dica pure"
"Venga con me"
Così camminando arrivammo davanti ad un ristorante...
"Aspetti un attimo entro a salutare un amico e ritorno"
"La aspetto qui"
Così dopo essere entrato, torno dal signore e gli dico "Prego entri"
"Ma io non ho soldi"
"Non si preoccupi, qui non si paga"
Così feci sedere il signore e spostai anche le altre tre sedie al suo tavolo
"Perchè sposta le sedie?"
"Per far sedere anche Maria, Maurizio e suo padre. Oggi siete tutti ospiti"
"Ah, grazie!"
Così mentre mi sposto in cassa a pagare una pizza, un supplì, una bruschetta, una bottiglia di acqua, aspettando che il cameriere porti tutto quanto, torno al tavolo dal signore.
"Allora tutto ok? Ce la fa a mangiare tutto?"
"Non lo so. Se non riesco posso portarlo via?"
Il proprietario mi fa cenno di sì
"Certo, mangi tranquillo, questo è il suo tavolo, quando ha finito chiede al cameriere di poter fare un pacchetto del restante"
Così tutto felice cominciò a mangiare con voracità il supplì, poi quando arrivò la pizza, voltandosi verso le sedie vuote, ma dove lui vedeva i suoi amici e rivolgendosi al padre disse: "Papà, ti ricordi quando andavamo da Peppino a Napoli?" e sorrideva compiaciuto, forse il padre gli aveva detto di ricordare quei giorni.

Era arrivato il momento di andare, così passo davanti al signore e gli dico "Prima che vada. Come si chiama?"
"Oh... Mi scusi che sbadato, in tutto ciò non mi sono presentato, mi chiamo Giovannangelo. Ma dove va?"
"Torno a casa, eh non abito proprio qui vicino, devo prendere due mezzi"
"Ah capisco. Allora giovanotto è stato un piacere conoscerla e spero di rivederla presto, se vuole può trovarmi a Montesacro in via... in via... cavolo ce 'ho sulla punta della lingua, oppure all'ospedale Gemelli. Lo conosce vero?"
"Certo, allora è stato un piacere Giovannangelo, Maria... Maurizio... Papà di Givannangelo, è stato un piacere passare qualche ora con voi, spero di rivederci un giorno".
Cosi dopo aver poggiato la mia mano sulla spalla di Giovannangelo gli dico "Arrivederci allora e buona cena"
"Buona cena anche a lei e famiglia"

Così uscii da quel ristorante con il cuore sollevato, sentivo dentro che qualcosa mi stava gratificando l'anima, non m'interessava l'aver speso quei 20 Euro, ma il sorriso di quel signore, che fosse stato un dottore o meno non interessava. Il suo sguardo era sincero e felice come un bambino, e vedere il suo volto davanti a quella pizza mi fece aprire il cuore.
Non voglio dire che poco dopo essere uscito da quel ristorante un paio di lacrime sono uscite dai miei occhi, perchè penso che ce ne sono molte di persone come Giovannangelo, eppure tanti li evitano, li insultano e li umiliano facendo finta di non vederli, eppure sono persone come noi, che hanno avuto la sfortuna di avere un problema mentale, di avere una vita sfortunata, mentre dentro nascondono un mondo tutto loro, nel quale ogni tanto basterebbe entrarci per scoprire e conoscere le loro verità.