"Ah... Massimo non ti scordare del sale sia grosso che fino... ho dimenticato di scriverlo sul foglietto!!"
Stavo scendendo gli ultimi scalini con il carrello della spesa in mano quando mia moglie, dalla finestra, mi ricordava di aggiungere alla lista due pacchi di sale. 
E' la mattina della Domenica delle Palme, è questo il primo anno in vita mia che non mi posso recare in Chiesa per il rituale ramoscello di ulivo. Mi trovo in coda davanti ad un supermercato con una dozzina di persone davanti a me. Nel medesimo giorno ed orario gli anni precedenti mi trovavo sempre in fila ma in una processione con in mano un rametto di ulivo a significare la Passione di Nostro Signore, mentre ora in mano c'è una lunga lista di cibarie per poter proseguire questa nostra quarantena che, ormai superata la Pasqua, andrà sicuramente verso una replica divenendo così un'ottantena.

Dopo circa un'oretta tra file all'ingresso e poi alla cassa eccomi a percorrere trainando il carrellino della spesa il km scarso che mi separa da casa. Per arrivarci si attraversa un parco costeggiato da pini e al cui ingresso campeggia una bella area divertimenti per bambini ora squallidamente deserta, anche un gran viale parallelo in genere molto trafficato è glacialmente vuoto, regna un'atmosfera post Chernobyl, ma a metà strada mi sento un po' affaticato e mi concedo un momentaneo stop.
Mi scruto tutt'intorno, non vedo un'anima viva, sento in un fermo, muto silenzio il cinguettio di un passerotto forse attratto dal buon odore del pane fresco, avverto una improvvisa vampata di caldo, è mezzogiorno passato, il sole comincia a scottare, istintivamente mi tolgo la mascherina accertandomi che nelle mie vicinanze non ci fossero persone... nulla, calma piatta... quel passerotto saltellava sempre più vicino al carrello della spesa... cerco ed apro la busta del pane, dalla pagnotta ne tolgo un pezzetto che vado a sbriciolare nel terreno... l'uccellino comincia a saltellare beccando ed alzando ad ogni boccone il capo, quasi a voler ringraziare, dopo pochi istanti tanti altri passerotti, sicuramente spettatori della scena precedente, si sono aggregati formando una sorta di processione, che vado a fotografare con il mio smart, quasi stesse simboleggiando l'impossibilità alla partecipazione di quella liturgica. Assisto per qualche minuto a questo spettacolo della natura... tanti uccellini a beccare le briciole di pane fresco... sicuramente per loro una vera  leccornia, quando al transito di una signora con un barboncino al guinzaglio gli uccellini, all'abbaiare del cane, a turno volano via passando, forse con un ripetuto gesto di gratitudine, un paio di metri sopra la mia testa.

Datemi pure del romantico ma ho avvertito la necessità di raccontarlo in questo Diario dall'Isolamento perchè non mi era mai capitato prima di vedere tanti uccellini muoversi come se fossero ambientati in quel famoso set pubblicitario di un acqua minerale, ma lì siamo in uno studio con tanto di foto montaggio, mentre qui... era tutto dal vivo.  Un ultimo, tenace passerotto che aveva resistito agli insistenti abbaiamenti del barboncino conquistava la sua ultima briciolina librandosi felicemente in aria, come a voler simboleggiare il volo di una candida colomba, a suggello di una Pasqua, ormai per quest'anno, definitivamente perduta.

Prima di reindossare la mascherina, mentre gli uccellini fanno colazione, mi viene spontaneo cogliere una margherita, stessa cosa avrebbe fatto il nipotino, se fosse potuto uscire, facendone un bel mazzetto per poi regalarlo alla nonna, ma poverino è chiuso in casa da quasi un mese, le sue uscite sono solo delimitate dallo scorrazzamento sui cinque metri del balcone di casa. Allora ho voluto scattare un'altra istantanea a simboleggiare questa "strana" Domenica delle Palme, ed ho fermato l'immagine sulla mia mano che teneva con due dita la margherita, mentre penzolava dal mio polso la mascherina tolta poco prima dal mio volto. Dunque in quella foto si vede una margherita che sovrasta una mascherina come dire che la nostra tecnologia, per quanto sia alimentata dalla buona volontà dell'uomo, debba giocoforza soccombere alle forze e ai destini di madre natura.

Mi rimetto la mascherina e proseguo con il carrello carico di spesa la rimanente strada per arrivare a casa. Tra le mie dita è rimasta quella margherita raccolta poco prima... e mi balena in mente un vecchio giochino che si faceva da bambini... strappare un petalo alla volta e proferire ...o un sì...o un no!  Che più avanti con gli anni diverrà ...mi ama....non mi ama....ed io quasi volessi proseguire ....ma il virus...ci becca...o non ci becca...ci becca...non ci becca...ci becca...non ci becca...e vaiii!!!...e nel frattempo ero arrivato al portone dell'androne di casa e....."....a sor Massimo ...ma che è 'mmattito!?!"  "...no...Gigi - era il portiere dello stabile - niente...ho saputo 'na bella cosa!!"  "...ma che pe' caso se sposa su fija!?!"  "...mejo..Gigi...mejo...ce risposamo tutti!!" "...e co' chi!?!"  "...con la vita Gigi...con la libertà ...torniamo tutti a respirare!!"  "...se lo dice lei!!"  "...a dire il vero me l'ha detto lei...la margherita!!"  "...ma pe' davero?!? - fa Gigi guardando la margherita senza petali -...se l'ha detto essa...è verità...al cento pe' cento è verità!!"

"Allora nonno ...hai preso l'uovo di Pasqua?"  "...certo Matteo ...eccolo quà, come hai chiesto tu ...quello con la macchinina come sorpresa...ah, ma bada... si apre solo il giorno di Pasqua!"  "....uffa..però..nonno!!" "Ah...Massimo hai poi trovato la frutta candita e l'uva sultanina?"  "...sì Angela..ho trovato tutto!"  "...e vai!...allora io oggi pomeriggio preparo la ciaramiglia...ti ricordi tanti anni fa era il giorno di Pasquetta in quella bella fattoria in Val di chiana ai piedi di Cortona ...una bella giornata di sole....in quel bel pergolato...con quella grigliata mista dentro al camino...mentre i nostri bambini rincorrevano le papere ed il fattore che ci portava il secondo fiasco di Chianti...e per finire il dolce di queste parti...la ciaramiglia...che buono, i bambini se lo finirono e per ultimo quel vin santo....il fattore con quel buffa paglietta in testa ci disse che lo facevano i frati..." "...dici Angela?!...io ricordo le monache!!" Scoppiammo a ridere tutti e due e poi Angela aggiunse: "...dai Massi ....ci riandiamo a Cortona...in quella fattoria....e questa volta senza figli ...a rigustarci un bel pranzo... e poi la ciaramiglia con quel vin santo....!!"  "...ma dai Angela.. sono passati più di vent'anni!!"  "...e ma il vino più invecchia e più è buono!!!"  Ci abbracciammo l'un l'altro, forte, stretti, come vent'anni prima!
Sembrava che il tempo si fosse arrestato in quei tersi colori del cielo di una indimenticabile primavera e mentre ci gustiamo il caffè nel balcone di casa nostra, una colomba poggiata sulla ringhiera, avvertendo i nostri movimenti, prima ci osserva a lungo, e poi come se volesse raccontare ad altri la nostra gioia... vola via alzandosi delicatamente in un cielo limpido, celeste come quello di allora a Cortona!

                                                                                                   

Un abbraccio
Massimo 48