Papà, ma tu quando eri giovane cosa facevi?
Ecco questa è stata la domanda di mio figlio Picchio che un pomeriggio dei tanti passati insieme in questa extra-quarantena, mi ha fatto. Tanto che tornando nei meandri della mia memoria, mi ha riaperto un mondo chiuso con la crescita da bambino, ad adolescente a ritrovarmi uomo. Beh, le cose sono tante, i ricordi sono tanti...
Ricordo il mio 18esimo compleanno, una festa fatta in casa con tutti i miei amici, che si contavano sulla dita di una mano, l'emozione di soffiare quelle candele, anche se poco pochi anni prima, mi rimase impressa quella parola di mio padre "Ricordati, che una volta che superi i 18 anni, la vita ti vola come niente", ed aveva ragione... Quel giorno, ricordo la cena fatta da mia mamma, una cuoca che ama tutti i piatti italiani, e che li fa alla perfezione, per questo è nel cuore di tutti, anche perchè posso confermare che come a casa mia, non si mangiava e non si mangia come in casa di altri, soprattutto di quelli che mangiano scatolami vari riscaldati.
Come dicevo ricordo quel momento come fosse ieri, anche se sono passati ben 20 anni da quella sera. Ogni anno, con mia madre che mi telefona puntualmente, ricordiamo qualche aneddoto del giorno della mia nascita, e quell'urletto appena dopo pranzo che mi portò alla luce. Il bambino-ragazzo taciturno che poi ha portato solo gioie in casa, senza nessuna preoccupazione, come molti hanno fatto passare alle proprie famiglie, che oggi vediamo molto scosse, ma anche i figli alla fine non hanno lasciato la zona rossa della preoccupazione per genitori, che famiglie adattate, che alla fine di famiglia hanno ben poco.
I miei 18 anni furono l'inizio della mia vita tra grupponi di amici/e che si riunivano per Pub e Discoteche, per Ristoranti e Cinema.
La Discoteca... l'emozione di andare per la prima volta in un locale notturno, anche perchè prima di andarci la prima volta pensavo che era un posto per persone molto più grandi di me, di ubriachi che infastidivano i giovani, e per quello ero restio i primi tempi ad andare, pur essendo abbastanza piazzato per non farmi infastidire, ma diciamo che immaginavo uno stanzone buio con musica a palla, alla fine invece si entrava in piena tranquillità alle 24 e poi all'1:00 spaccata si iniziava a ballare. Beh ricordare i primi movimenti orribili, perchè... ma chi aveva mai ballato prima di allora? Poi le prime pomiciate, ricordo che appena la settimana seguente, dopo un bel bicchiere di Gin lemon, primo alcolico bevuto in vita mia, dal timido ragazzo che ero, mi ritrovai appiccicato ad una ragazza, che poco prima non avevo nemmeno calcolato, poi dopo avergli preso le fianchette, la voltai e la baciai come nulla fosse, meno male che non icontrai resistenza, anzi ci dava, che ci dava... Da quel giorno andavo sempre più volentieri a ballare, aspettavo il sabato sera proprio per identificare qualche altra ragazza.
Le serate volavano e volavano anche gli anni. Mi ritrovai a 22 anni a dover dire addio ad una ragazza, del quale ero molto innamorato, lei dovette seguire la sua famiglia che si stava per trasferire ad Aosta, una pagina molto dolente, visto che la seguii fino alla macchina, e dopo un pianto generale, nella speranza di farla restare, dovetti vederla andare via. Ricordo che rimasi immobile a guardare la sua macchina che pian piano diveniva sempre più un puntolino, per poi dissolversi nel nulla. Ma gli anni non si fermavano mai, anzi divoravano le giornate sempre più velocemente. Come dimenticare le giornate seguenti a quell'addio, il gelo che entrava dentro le ossa, come una lama che stava pian piano spezzando tutti i sogni fatti con quella ragazza, addirittura progettare un futuro, tutto era andato in fumo, tutto quello che in un secondo chiudendo quella portiera se ne era andato via portato via tutto quel sogno che avevamo scritto giorno per giorno nel percorso della nostra vita.
Mio figlio queste cose non le può sapere, perchè lui immagina che l'amore vero è solo quello che stiamo vivendo io e la sua mamma, ma anche noi abbiamo avuto scottature prima di conoscerci, quindi amori volati via e che forse non ci avrebbero portato a stare insieme e concepire i nostri due bei bambini. No, non può saperlo.

Ma torniamo alla mia crescita, ero un uomo oramai, il ragazzo che ero, aveva lasciato spazio all'uomo, da quel momento, 27 anni appena, stop con discoteche e uscite notturne, il lavoro bloccava qualsiasi svago, iniziarono i primi viaggi oltre il confine, per me che non ero mai uscito fuori dall'Italia, anche perchè la stavo girando in lungo e largo; Padova, Venezia, Bologna, Riccione, Rimini, Calabria intera, Abruzzo, Molise, Umbria. Quindi conoscere prima tutta la mia nazione per poi dire "Vado all'estero perchè l'Italia l'ho girata tutta, ma anche perchè come si mangia da noi, non si mangia da nessuna parte, vi spiego il perchè più avanti... Quindi si comincia a girare l'Europa; Francia, Germania, Inghilterra, Finlandia, Norvegia, Spagna, Irlanda, poi si parte oltre oceano USA, Nuova Zelanda, fino ad arrivare in Cina e Giappone, per fare un piccolo elenco dei miei primi tre anni da intermediario di calcio. Tutto era bellissimo, ogni aeroporto era una emozione fortissima, anche se sotto il profilo cibi... mammamia quanto sognavo un bel piatto nostrano, ma come si dice 'Paese che vai culture che trovi' infatti, dopo i vari viaggi a mani vuote, ho cominciato a portarmi dietro il nostro cibo; Pasta, sughi vari, almeno o spaghetto me lo mangiavo come dovrebbe, anche perchè dei tanti millantatori che scrivono 'Ristorante Italiano' dentro c'è tutto meno che cibo italiano.
Poi gli USA, spettacolari, dal più ricco Las Vegas, al più povero Bronx è davvero spettacolare, come in ogni posto c'è la zona In e la zona Out, ma alla fine il mio lavoro mi ha portato anche in zone che nessuno ci metterebbe piede, ma è lavoro e se un giovane esce da una zona disagiata, è anche grazie a qualcuno che lo tira fuori dalla ferocia del posto. Voli su voli, mesi su mesi che passavano.

Poi arriva quel giorno che... una sera deciso a chiamare due vecchi amici, che avevano già formato le loro famiglie, decido di tornare in un Pub della Capitale, e tra un karaoke e un bel bicchiere di birra, incorocio gli occhi di quella ragazza che intenta a bere il suo cocktail, mi sorride, cavolo, quel sorriso indimenticabile anche a distanza di 10 anni, così decido di fargli un occhiolino, anche se devo essere sincero, non sapendo chi fosse, non sapevo nemmeno se avrei potuto trovarmi davanti il suo fidanzato, o addirittura suo marito. Quindi mi alzo ed esco fuori a fumarmi una sigaretta, così mentre un amico risponde al suo cellulare, mi sento avvicinare, mi volto e la ritrovo al mio fianco, lei mi parlava come se mi consceva addirittura mi dice "Beh, perchè non mi hai invitato a fumare una sigaretta?", tanto che le rispondo "Ma io non ti conosco neanche, come potevo invitarti, poi ci sarà il tuo ragazzo dentro, non potrei permettermi di provarci con una ragazza fidanzata", lei piccata mi risponde "Fidanzata? Ma quale fidanzata, io sono single".
Ed ecco che poi la mia storia con la mia amata parte da quella sera, anche se alla fine tutto partì più avanti, visto che non potevo cominciare una storia vera e propria, visto che avevo l'agenda piena zeppa di viaggi, che alla fine ci avrebbe portato a non vederci mai, così ci scambiammo il numero. Da quel giorno ero in costante contatto con lei, parlavamo di quello che facevamo, parlavamo di quello che avremmo potuto fare quando ci saremmo visti, di cosa sarebbe successo da lì in avanti. Non toccavamo mai la parola 'convivenza', già perchè tutto poteva essere, meno che convivenza un rapporto, fatto di un incontro al mese.
Passarono due anni, e alla fine, fresco anche l'arrivo di un pancino sospetto, decidemmo che era arrivato il momento di andare a convivere. Da quel giorno ci ritrovammo a dover sbrigare le nostre faccende; Bollette, pulizie varie, giardinaggio, e chi più ne ha più ne metta. Riuscimmo a collegare il mio lavoro, la gravidanza e il futuro, pian piano la nostra vita da normale, stava divenendo sempre più importante. Il primo risveglio, in una casa ancora da mettere apposto, e solo un letto in una stanza vuota, anche se per me era piena, pienissima, bastava vedere il suo volto rilassato dal sonno, poggiare le mie labbra alle sue e pensare "Toglietemi tutto, meno che il suo viso". Una mano sul pancia, una parolina al fagiolino lì dentro, e poi un bel bacio su quelle labbra che con un sorriso mi fregarono il cuore...

Allora papà mi racconti di quando eri giovane?
Ma cosa devo raccontarti, che ero un bambino vivace e che mi divertivo a giocare con tutti, sorridevo a chiunque ed ero ben voluto da tutti. Che mi sono divertito e che oggi sono un papà felice di poter giocare con i suoi bambini, e che quando diventeranno grandi e conosceranno l'amore come hanno fatto il papaà e la mamma, scopriranno che non potranno più farne a meno, e soprattutto che se avranno un piccolo dubbio, sapranno di poter contare sempre su i loro genitori. Va bene? Adesso vai a giocare con la sorellina, che papà adesso aiuta la mamma a fare da mangiare.
Se, se, proprio a fare da... mangiare... Non è che mi trovo un altro fratellino?
Uè, beh! Hahahahahaha