Alea iacta est” diceva Cesare varcando il Rubicone. Il dado è tratto. Erano mesi che si scongiurava l’ipotesi di dovere scegliere tra economia e salute perché sono inscindibili e invece la decisione è stata presa. Sia chiaro, le misure attuali non sono certo quelle dello scorso marzo. Detto questo, pesano come un macigno su gran parte del commercio. Bar, ristoranti, cinema, teatri, cultura, sport di base, si sta parlando dell’Italia. Il piccolo o medio imprenditore è quello che, tramite la sua attività, crea posti di lavoro e consente di mangiare ad altre persone. Li si sta abbattendo e non mi si parli di misure di ristoro o di ammortizzatori. Già in primavera sostenevo che un simile sistema non può funzionare. Oggi lo affermo con maggior livore e rigore. Signori, è semplice! Penso che lo abbia compreso anche il Premier Conte, persona colta e intelligente. Se Tizio riceve un denaro, ma non può aumentarlo, coma fa a spenderlo? I soldi dovrebbero essere concessi per lanciare la ripresa che crea benessere sociale e non per alleviare le sofferenze di chi pende dalle braccia dello Stato come il micio affamato. La situazione è tragica e così si corre diritti verso il baratro. La comunicazione del Primo Ministro è abbastanza palese. Se nel mese di aprile trattava di “potenza di fuoco”, ora si dichiara solito non promettere, ma prendere impegni. Lo stile è parecchio più soft come il lockdown.

Ciò che veramente mi lascia più affranto e allibito è la miopia della scienza. Se la Politica comprende il doppio vincolo in cui si trova, l’altra disciplina pare essere un muro di gomma. Tutto le rimbalza. Bisogna debellare il virus. A ogni costo. Questi signori, però, dovrebbero sapere che la realtà è un sistema complesso. Se si sconfigge il maledetto, orribile e caparbio ospite, ma ci si trova in un mondo povero e psicologicamente distrutto, si è davanti alla classica vittoria di Pirro.
Come fanno a non capirlo? La gente è distrutta. E’ allo stremo delle forze e, nonostante tutto, invocano un lockdown totale. Pazzesco. Immagino perfettamente l’importanza di salvaguardare la sanità italiana. Sarebbe deleterio se si ritrovasse al collasso come 8 mesi fa, ma non è l’unica situazione da assecondare e se il Governo non ha assunto ancora le misure drastiche che tali Dottori richiedono è soltanto perché deve valutare l’esistenza a 360 gradi. Chiaro? Penso sia lampante.
Voglio essere freddo, diretto e spero lucido: se si tutela Sempronio dal covid-19, ma si manda Tizio e la sua famiglia a dover fare affidamento alla Caritas con Caio in depressione, che risultato si è raggiunto? La vita è sempre il valore principale. Su questo non ci piove, ma qui si sta ragionando riguardo a un disagio sociale disperato.

Se durante il primo lockdown, le Istituzioni avevano il pieno sostegno e l’appoggio incondizionato del Popolo, ora non è più così. La differenza è lampante e palese. Siamo passati dall’assistere a persona che cantavano l’Inno di Mameli sui balconi, a quanto visto a Napoli, Roma, Catania, Torino o in altre zone. La violenza non è mai giustificata e queste manifestazioni, quando trascendono, sono condannabili. Sono intollerabili. Le Autorità sostengono che vi fossero anche individui con altri scopi e fini. E’ assolutamente vero ed è da rimarcare. Sono episodi da evitare e scongiurare. Relativamente a ciò, siamo tutti d’accordo. Chi protesta pacificamente, però, può farlo. Dissente per motivi economici e psicologici e ne ha tutto il diritto. Non esiste sanità senza benessere fisico, ma non si può parlare di quest’ultimo in mancanza di denaro o salute mentale. Le recriminazioni sono un chiaro monito, ma basta osservare i social media per rendersi conto di quanto la mentalità comune si sia modificata rispetto a marzo. Sarà pure un ambiente particolare e a tratti spregevole, ma credo non si possa negare che rappresenti un nuovo modo per tastare la realtà. Affermare il contrario, mi pare alquanto difficile. Su tali mezzi di comunicazione, infatti, si trova ogni espressione. Non manifestano pareri solo i dotti o i beceri leoni da tastiera, ma pure le persone comuni. La gente è stanca e oppressa. Il dissapore verso l’operato non giunge solo “dal basso”, e inserisco queste parole tra virgolette perché lo affermo con il massimo rispetto, ma pure da parte dei salotti televisivi e chiaramente degli alti esponenti delle categorie colpite. “Maestà, non abbiamo più il pane” non solo in senso stretto, ma pure sotto aspetti psicologici che non hanno meno valore. Giuseppe Conte non è Maria Antonietta e non risponderà: “Dategli le brioche”. Non a caso, ripeto, il nuovo stile comunicativo del Presidente del Consiglio è molto meno altisonante e, concedetemi, fastidioso rispetto a quello della scorsa primavera. Il richiamo all’unità chiaramente non può mancare, ma il tono è molto diverso. E’ più diretto. Avete notato che sono spariti i riferimenti dotti, i latinismi e gli insegnamenti di vita? E’ un Premier nuovo e parecchio più asciutto. Come è logico che sia dopo mesi di sofferenza appare stanco e provato, ma quasi si percepisce una linea di dolore nei sacrifici che deve domandare.

Non voglio trattare di eventuali errori. Non sono solito utilizzare il mio tempo per pensare al passato arrovellandomi il cervello su situazioni che, tanto, non si possono modificare. E’ inutile piangere sul latte versato. Bisogna guardare avanti. Ciò che è accaduto quest’estate con persone che non hanno rispettato il distanziamento, usufruito dei DPI o dato importanza alle varie disposizioni non conta più. Lo stesso vale per le scelte politiche riguardo il rafforzamento di un sistema sanitario che, forse, non è questa grande eccellenza. Non è salutare guardare ai protocolli fallaci o sostenere: “se avessi fatto questa scelta…” Tanto, ormai... Con onestà intellettuale, alla Rai, il Ministro Spadafora ha ammesso qualche lacuna nelle decisioni di una Politica che sembra sempre di più con le spalle al muro. Urge fornire il nostro contributo per uscire da questa terribile esperienza con il minor danno in termini di salute fisica, psichica ed economica. Soltanto alla fine si potranno utilizzare le energie per valutare le magagne e, nel caso, “mandare a casa” chi le ha commesse.

Ripristiniamo il D.D.I.?!
Fortunatamente non siamo ancora in
tale situazione e possiamo scrivere in questa magnifica Community della nostra grande passione: il calcio. Non prendetemi per squilibrato poco attento alla realtà. Mi rendo conto anche io che esistono tematiche più importanti, ma gli antichi romani dicevano: “Panem et circenses” Gli amanti del pallone sono parecchi e tale sport manifesta ora la sua primaria funzione sociale. Attenzione! Non sto sostenendo che serva a distrarre il Popolo per approfittarne a fregarlo. Tutt’altro. Sto affermando che è utile a tanti, inseritemi serenamente in questa categoria perché non me ne vergogno, per distrarsi da una realtà innegabilmente oppressiva. Medesimo ragionamento si apporta sul basket o su qualsiasi altra disciplina professionistica ammessa e fruibile dal pubblico a casa. La stessa funzione avrebbe potuto essere associata alle palestre, alle piscine, ai cinema, ai teatri, ai bar e ai ristoranti. Perchè la serie A è aperta e questi ambienti chiusi? E’ una questione di protocolli? Assolutamente no. Le linee guida, infatti, funzionano. Il problema è che tali attività provocano gli spostamenti delle persone e, mi costa scriverlo come ricevere una pugnalata al cuore, ora l’obiettivo è quello di segregarle in casa il più possibile. E’ assurdo, ma è così. Distruggere la socialità è quanto di più disumano possa essere eseguito. Credo si potesse fare lo sforzo di trovare ulteriori vie, ma la scienza non è stata in grado di indicarle e le Istituzioni sono davvero in un palese bag. Se durante la scorsa primavera, si disponeva soltanto di qualche reality show, delle tribune politiche, dei film o delle serie tv, oggi l’italiano si può consolare anche con lo sport che è un chiaro incentivo a rimanere tra le mura domestiche. Il Ministro Spadafora ha affermato, a Che Tempo che Fa, che il protocollo della Figic non ha funzionato in quanto non è stato rispettato alla perfezione. Non posso sostenere che tale dichiarazione sia vera o falsa. Devo soltanto rimarcare che è giunta l’ora di chiudersi in bolla . Quanto accaduto oggi al Milan è l’ennesima conferma. E’ inutile tergiversare oltre. Allo stato dell’arte, il ruolo del pallone è ancora più importante del solito e deve adeguarsi a questo sacrificio. Serratevi per un po’ in clausura! Con la possibilità di vedere i famigliari, avreste le stesse chance delle altre persone che, per di più, aumentano il rischio lavorando in ambienti certamente meno sicuri.

Federazione e Lega Serie A hanno recentemente inviato una missiva al Governo con importanti richieste economiche per salvare un sistema vicino al collasso. Immaginatevi se dovesse abbassare le serrande un’ulteriore volta. Sarebbe un autentico disastro per milioni di lavoratori. Non solo ricchi. Mi stupisco, quindi, delle dichiarazioni del Ministro degli Esteri ad Avvenire. In una discreta fetta del mondo politico, fortunatamente occorre non fare di tutta l’erba un fascio, il pallone è ancora considerato il “giochino” a cui si può tranquillamente rinunciare. Esiste, infatti, quell’orribile scusa delle attività non essenziali. In una realtà complessa, però, non può esservi nulla con simili caratteristiche perché tutto è collegato. Spieghino, inoltre, a chi lavora, beve e mangia grazie a tali professioni che non sono fondamentali. Non volevo trattare del tema onde evitare di fornire troppo scalpore a dichiarazioni simili, ma resto allibito dal fatto che provengano da una delle principali istituzioni italiane. Questa mattina, poi, leggo che per lanciare un segnale, Di Maio taglierebbe gli stipendi ai parlamentari e comprendo che si tratti della medesima linea. Sembrano quasi messaggi inviati per avvicinarsi al Popolo che soffre. Alla gente, però, serve lavorare in sicurezza. Le manifestazioni d’affetto sono semplice esteriorità con poco costrutto.

Chiudo con un appello al mondo dei media. Qualche giorno fa, Bernardini scrisse su Calciomercato.com che la comunicazione deve essere realista anche se dura. E’ verissimo. E’ inappellabile, ma le chiederei di mostrare la vita a 360 gradi. Insieme alle immagini delle terapie intensive e delle proteste, si possa essere consci anche di chi non riesce più ad alzarsi dal letto per la depressione, di chi si rivolge alle mense per poveri, delle famiglie distrutte dai litigi o delle coppie spezzate.
Si faccia informazione a tutto tondo.