Sono passati tantissimi anni, eppure basta pensare che mi ritrovo a quelle domeniche, quando alle 7 in punto mi alzavo...Mamma, che mi hai preparato la maglietta e il pantaloncino, calzerotti? Così dopo aver fatto la colazione, mi trasferivo sul balcone per ingrassare gli scarpini, i miei Pantofola D'oro, lucidati dalla punta al tacco, come sempre il grasso sulle mani...Cavolo! Come sempre mi sono sporcato, vado a sciaqquarmi le mani, altrimenti mia madre si arrabbia...Così passavo in cameretta e tiravo fuori la tuta acetata che era la divisa da mettere per presentarsi davanti al campo dove si andava a giocare, se non si indossava, si rischiava di non giocare su i terreni di gioco, la società era rigidissima, soprattutto sul vestiario. L'inverno era ancora più completo, visto che sopra la tuta avevo la giacca d'ordinanza, sciarpa e cappello di lana tutto firmato dal nome della squadra. Così, mio padre nel frattempo andava a scaldare la macchina, un freddo assurdo, mamma mi diceva...Copriti bene, e mi raccomando non litigare con nessuno...Eravamo bambini, ma si sa, tra bambini molte volte si arriva alle mani, soprattutto se un compagno di squadra viene atterrato da un fallaccio. Così dopo essere sceso di casa, e salito in macchina, mio padre come sempre dopo essersi sfrofinato le mani, posizionate poi su volante gelido, mi dava le sue lozioni di ex calciatore...Sei pronto? Ti senti carico? Mi raccomando, non farmi arrabbiare, io ti guardo da fuori campo, se qualcuno ti stuzzica, fai finta di niente, perchè lo fanno per innervosirti, tu invece continua a giocare, e non rispondergli...Oggi devi dare il 110 per cento, poi non conta se si vince o meno, quello che conta è che dai sempre il massimo in campo. E dopo avermi passato la mano in testa e avermi fatto un sorriso, si partiva verso la destinazione, che poteva essere in Roma o fuori nel resto del Lazio. L'arrivo era una festa, già quando ci vedevamo con gli altri compagni di squadra, ci divertivamo a raccontarci le cose della settimana, poi una volta entrati e la porta dello spogliatoio cigolante, si chiudeva...gniiiiiiiii....sbam!  il silenzio era la prima cosa da seguire. Infatti una volta chiusa dalla mano del mister, non doveva volare una moscha, e se volava, chi la faveva volare veniva spedito fuori con il borsone, tra le lacrime, perchè non avrebbe giocato quella partita. Così che dopo varie imprecazioni del padre, che lo riportava a casa, ecco che il mister cominciava a parlare  di come dovevamo posizionarci in campo...In porta Peroni numero 1, in difesa con il 2 Cuccinotti, 4 Manfreda, 5 D'orazio,3. 5 Maggio 2002, a centrocampo, 6 Altini, 7 Scuzzi, 8 Pirenio,  9 Gaglione, in attacco, 10 Tindari e  11 Ruddi. La panchina....Non è importante il risultato, ma oggi vi voglio carichi, loro sono più forti, ma noi abbiamo più fame di loro, quindi entreremo in campo, con la loro convinzione che noi perderemo, ma poi non sanno che ci trasformeremo da una squadretta a dei felini che se li mangeranno...Adesso andatevia scaldare e non voglio sentire una mosca volare....Così, partiva il riscaldamento con l'allenatore stesso...che ogni volta gli passavamo davanti ci incitava a dare il meglio...Ecco che l'arbitro richiama le squadre negli spogliatoi...Buongiorno a tuuti voi...Partiva a dire il cognome di ognuno di noi, e noi rispondevamo con il nome e il numero di maglia girandogli le spalle...Dopo averci spiegato il regolamento si scendeva in campo e la partita aveva inizio, tra i richiami del mister e mio padre da fuori campo che mi dava le sue direzioni, facendo il terzino lo ritorvavo da una parte e l'altra del campo dove mi ritrovassi...Così passava la mattina della domenica, alle 10:30 eravamo già in direzione casa, con il mio stato d'umore felice se avevamo vinto, normale sul pareggio, scurissimo se avevamo perso, con mio padre che tentava di tirarmi su con qualche battuta...Ma che ti frega, la prossima la vincerete...Non fare quella faccia scura, non è successo niente...E dai, adesso ci andiamo a fare una bella colazione, cornetto con la Nutella, vedi come ti torna il sorriso...Poi un volta rincasato, mia madre mi diceva...Mh, se ha la faccia scura...Non mi dire che avete perso? Dai che mamma sta preparando le fettuccine al ragù...alla fine tutto passava, l'arrabbiatura veniva sopraffatta dal giornale, prettamente TuttoSport, le formazioni del Fantacalcio, che noi tra amici le davamo la domenica mattina, per aver più certezze se un giocatore giocava o meno, e poi m'immergevo nella lettura, lo leggevo tutto, dalla prima all'ultima pagina,compreso anche quel ch facevano in tv la sera. Così che tra una partita al Nindendo Nes a Mario Bros, e la musica dello stereo, arrivavo all'ora di pranzo.
Il pranzo di domenica a casa nostra, almeno fin quando ci ho abitato insieme ai miei, era sempre abbondante, fettuccine fatte in casa, abbacchio o cotolette per secondo accompagnate da insalate o verdure, pastarelle, e poi una bella chiacchierata fino alle 14:30, quando la radiolina si accendeva fissa su Radio Rai, e dopo la sigla iniziale Herb Alpert & The Tijuana Brass - Taste of Honey, ecco la voce di Alfredo Provenzali...Gentili ascoltatori, buon pomeriggio dallo studio centrale di Saxa Rubra...Da quel momento, tutto era spento, solo la radio poteva essere accesa a quell'ora fino alle 15:30 e solo su una stazione. Io ero schedina in mano pronto a segnare i risultati, mio padre con la schedina del giornale, anche lui a segnare i risultati, mentre  nel mezzo la schedina giocata al Bar, nella speranza che qualcuno da lassù ce la mandasse buona almeno un volta....Mio padre, non riuscì mai nell'intento di fare o 12 o 13, ma si fermava sempre a 10, sbagliando pressapoco sempre quelle più certe della vittoria.
Così ogni domenica, anche con le prime Pay Tv, che incombevano, noi eravamo fissi su quella radiolina, era la nostra ancora della domenica pomeriggio. Che domeniche da ragazzino, non si usciva nel pomeriggio presto, im genitori del periodo volevano che i figli restassero in casa fino ale 16, c'era l'ora del silenzio, e lo si rispettava davvero, alle 16 in punto si scendeva a giocare, ma prima Minuto per Minuto, con la voce di Provenzali non poteva mancare.