Vorrei prendere in prestito un concetto espresso dal mio “Collega Blogger” nostalgico rossonero in un pezzo davvero molto toccante che è stato pubblicato ieri.
Ci sono occasioni in cui è impossibile scrivere qualsiasi pensiero in momenti difficili come quelli che stiamo vivendo. E difficile è anche il dover scrivere con la presunzione di dire cose sensate”.
Ci esponiamo su 2 situazioni diverse, ma non riuscirei a utilizzare vocaboli migliori al fine di spiegare la mia posizione.
Stiamo vivendo un periodo incredibilmente negativo e ci siamo piombati in mezzo come si cade nel più perfido dei tranelli. In pochi avrebbero potuto anche lontanamente immaginare una simile realtà. Proprio per questo diventa assolutamente complesso, se non impossibile, riuscire a trovare i concetti adeguati, gli strumenti utili per chiarire e fornire una motivazione sensata a tanta sofferenza. Una ragione, però, deve esserci. Non ho mai creduto al fato inteso come destino crudele che si scaglia invano sull’umanità al solo scopo di ferirla e logorarla nell’anima. Esiste sempre qualcosa di profondo, un insegnamento da trarre, una roccia alla quale appigliarsi per fornire un senso a tutta l’immane angoscia che stiamo provando.
Non è una Guerra che si combatte con le armi o la forza bruta, ma i numeri sono certamente molto simili. Ogni giorno ci vengono elencate cifre devastanti di persone che purtroppo abbandonano questa vita senza neanche poter ricevere un degno saluto dai loro cari. Ha ragione chi sostiene la tesi per cui tali anime non sono semplici casi da elencare. Sono esseri umani con un cuore e un sentimento. Indipendentemente dall’età o da qualsiasi caratteristica posseggano, la loro dipartita provoca un infinito dolore in chi li deve lasciare. Tutto questo meriterebbe soltanto silenzio, commiato e rispetto. Ci viene, però, fornita l’inestimabile opportunità di esprimere la nostra opinione e di poter comunicare. Dobbiamo sfruttarla al meglio. Ho sempre creduto che questa sia una terapia fondamentale contro ogni male psicologico. Esprimersi e “gettare all’esterno” la propria idea è utile per lavarsi l’anima e alleggerirsi di un peso troppo ingombrante da portare. Qualcuno potrà pensare a una visione un po’ egoistica della realtà. Non è così perché leggere e ascoltare, a volte, risulta salvifico. Le opinioni più differenti possono nascondere verità fondamentali alle quali aggrapparsi e che magari prima non si conoscevano. Scoprire che qualcuno ha un pensiero simile al proprio, invece, contribuisce a rafforzare l’idea e favorisce il coraggio di manifestarla.

Proprio su queste basi provo a esprimere quel poco di positivo che si potrebbe raccogliere da questa assurda vicenda. Ogni ambito e tutti i settori dell’esistenza sono toccati da quanto accade e hanno la facoltà di percepire qualche concetto utile per il loro futuro. Qualcuno potrà affermare: Da che pulpito pretendi di insegnare? Chi sei per appropriarti di un tale incarico?” Non posso che inchinarmi a questo quesito. Chi se lo pone, ha assolutamente ragione. Esprimo soltanto il mio parere che potrebbe essere anche la più grossa “boiata”, concedetemi il termine, mai partorita nella storia dell’umanità. Ognuno è libero di dissentire in parte o in toto, l’importante è avere la chance di poter manifestare la propria visione e di essere comunque rispettato. Non ho dubbi che, in questa Community, tale problema nemmeno si percepirà.

L'UMILTA'
Il mondo coinvolto nella macabra faccenda mi pare sicuramente il nostro cioè quello della comunità civile intesa come generalità e integralità degli individui. Stiamo patendo un dolore immane e senza tregua. Ci stiamo soltanto inchinando a ciò che accade alla specie, spogliati da ogni egoismo e da tutte le superbie del caso. La Natura ci sta mettendo duramente alla prova mostrando la sua forza bruta e manifestando chiaramente il suo infinito potere nei nostri confronti. L’umiltà. Questo è l’insegnamento principale che l’uomo potrebbe trarre da tutto il dolore che sta vivendo. La scienza non ha le risposte che cerca. Per sconfiggere un virus è stata costretta a obbligare agli individui il distanziamento sociale.
Non mi stancherò mai di ribadire che i rapporti interpersonali sono l’essenza della vita cioè “la realtà propria e immutabile delle cose, intesa soprattutto come la forma generale, l’universale natura delle singole cose appartenenti allo stesso genere o specie” (Treccani). Immagino l’afflizione e il patimento con cui questi uomini, ben consci della portata della richiesta, si trovano a dover proporre determinate istanze, ma non hanno altro strumento per vincere la loro battaglia. Non sarà certo semplice dover ammettere che, nel 2020, non si ha altra soluzione. Purtroppo attualmente la situazione è questa e, pur potendo vantare qualsiasi genere di opinione, dobbiamo rispettare le regole. Solo gradirei che gli appartenenti alla categoria concepissero maggiormente la possibilità dell’esistenza di visioni diverse dalla Loro senza per questo sollevare i toni nei confronti di chi ha un’idea differente. Comprendo molto bene che il mondo scientifico forzatamente imponga un determinato rigore. D’altronde è così: in matematica, se a un’unità si aggiunge un’altra uguale, la somma è di 2. Questo è valido senza se e senza ma. Con una tale impostazione mentale diventa assolutamente più complesso riuscire ad accettare che vi sia chi ostinatamente continua a pensare alla sussistenza di un fenomeno e un noumeno. Ammesso questo, è uno sforzo assolutamente necessario e imprescindibile. Come chi ha fede deve comprendere che esistono pure gli atei o gli appartenenti a un’altra religione, il mondo della scienza ha il compito di concepire idee diverse dalle proprie. Questo discorso non vuole giungere alla conclusione che tali Dottori errino. No, assolutamente. Non è ciò che penso. Vorrei solo che comprendessero la possibilità di un pensiero diverso.

LA POLITICA E LE COMPETENZE
La Politica, poi, potrebbe comprendere il valore del dibattito e della molteplicità di vedute maggioranza, in senso generico e non quella direttamente coinvolta nell’attuale emergenza, dovrebbe percepire l’assoluta necessità di un’opposizione intesa in senso di contributo nella gestione del Paese e non di organo avversario con il quale instaurare una battaglia dialettica lunga 5 anni o la durata di una legislatura.
Occorre capire il valore della collaborazione. Nell’istante di principale difficoltà, la presenza di un aiuto esterno non può essere vista come un ostacolo alla propria opera o alla stregua di un segnale di fallimento, ma come un’opportunità di miglioramento. Potrei machiavellicamente sostenere che “il fine giustifica i mezzi”. Attenzione, però, il concetto non è inteso nel senso più classico e solitamente adoperato. Gradirei sostenere che quello che realmente conta è il risultato. Volendo analizzare la situazione da un punto di vista prettamente egoistico, si potrebbe approcciare un simile discorso: chi governa sarà ricordato come un eroe dalle future generazioni se lascerà loro un’eredità positiva e un messaggio pacifico indipendentemente dal modo in cui ha raggiunto questo obiettivo. Chi coopera per il bene comune avrà una strada molto più semplice verso il successo. Il brainstorming non è uno dei tanti percorsi, ma la via da intraprendere per centrare la soluzione vincete. Oddio, non era certo mia intenzione lanciare un messaggio simil motivazionale. Chiedo venia. Proprio per questo ritengo piuttosto fuorviante l’ipotesi di chi si ostina a ritenere che in un’emergenza sanitaria come quella attuale, i governanti debbano lasciarsi guidare esclusivamente da un “comitato scientifico”. Quest’ultimo potrà fornire la propria illustre opinione, ma sarà una delle tante poste sul piatto della bilancia. salute pubblica è un bene primario e costituzionalmente tutelato, ma la scienza non dispone delle competenze per dirigere un Paese. Attuare un simile approccio sarebbe come concedere valore a un solo problema e, una volta risolto, ci si troverebbe di fronte a un insieme indefinito di altri dilemmi che potrebbero persino condurre a conseguenze più nefaste. Per dirla in gergo sportivo: voi affidereste mai la guida di una Formula Uno a Cristiano Ronaldo per far giocare Hamilton come centravanti di una squadra di calcio? Non credo proprio. scienza può consigliare e la politica disporre. Il vero compito della prima disciplina è quello di trovare il prima possibile una “soluzione chimica” alla lotta contro il virus perché il distanziamento sociale è fondamentale e deve essere rispettato ma, fintanto che il malefico ospite non sarà debellato, ha la funzione del laccio utile a bloccare l’emorragia e credo nessuno possa utopisticamente pensare che questa soluzione duri troppo a lungo. Mi pare che recentemente il Primo Ministro abbia dichiarato abbastanza chiaramente il suo pensiero sul tema.

LA SOCIETA' CIVILE
Appare banale ma la società civile, e in questo sistema inserisco nuovamente ogni essere umano dal più giovane al più agée, può riassaporare davvero il gusto delle piccole cose che riempiono l’animo di gioia e che prima erano così scontate. Qualcuno mi dirà: “Basta, è la millesima volta che sento questo concetto ormai pleonastico”. Come dargli torto?! Ma è la verità. Non si dimentichi che esistono persone che non possono percepire la passione del contatto fisico con la fidanzata o il fidanzato da tempo e sono piombati in una simile realtà senza volerlo. Ci sarà chi sostiene che l’esempio non regge in quanto sono solo 40 giorni al più che esistono determinate limitazioni. In alcune zone, poi, le norme sono in vigore da circa 2 settimane. Se un individuo avesse dovuto viaggiare per salute, professione o diletto, si sarebbe trovato nella medesima situazione. Giusto, ma avrebbe avuto il tempo di elaborarla, di metabolizzarla e gestirla in maniera migliore. Vi assicuro che questa “condanna” avrà una fine e quando ciò avverrà il primo bacio o un nuovo abbraccio avranno una sensibilità assolutamente diversa rispetto a quella del recente passato e ora trasformata in una triste realtà virtuale schermata dalla freddezza di un marchingegno tecnologico. Non è solo questo… La società civile può apprendere pure la portata di piccole-grandi invenzioni che rivoluzioneranno il nostro modo di vivere e concepire l’esistenza. Sono anni, per esempio, che sostengo l’importanza dello smart working. Penso che la triste emergenza attuale possa potenziare e sviluppare la data opportunità. Se bilanciata e non applicata nella sua totalità, questa forma di lavoro potrebbe provocare utili riscontri sia sulle nostre tasche che su quelli dei datori di lavoro per non pensare al beneficio che ne trarrebbe l’ambiente. Basti osservare l’abbassamento dei livelli di smog negli ultimi giorni per comprendere l’impatto che le misure attuali stanno avendo sulla natura. Come detto, ne potrebbero giovare anche i costi. Si assisterebbe, per esempio, a un minore utilizzo dell’energia all’interno di grandi uffici stipati di personale e a un decrescimento della spesa in carburante. Si ridurrebbero persino i rischi che i tanti pendolari corrono ogni giorno guidando per lunghi chilometri all’alba o dopo lunghe e stancanti ore in cui hanno svolto la loro mansione. Ne gioverebbero anche le tempistiche e i ritmi della vita quotidiana garantendo più spazio da dedicare alla famiglia, ai figli, ai propri cari e, perché no, pure alla cura del corpo che occorre sempre percepire come contenitore dell’anima. La società civile, però, potrebbe soprattutto apprendere il valore del rispetto verso il prossimo. Continuo ad assistere a scene di controllo dell’azione altrui quasi che appaia la volontà di volersi punire l’un l’altro. Non mi stancherò mai di affermare, e lo farò fintanto che avrò inchiostro nella tastiera, che occorre rispettare le regole, ma eviterei davvero questo clima di spionaggio. Fidatevi: l’Italia è dotata di Forze dell’Ordine abili a capaci che non necessitano certo delle nostre intromissioni. Lasciamole operare.

L'AMATO PALLONE
Un ultimo pensiero, poi, lo dedicherei al nostro amato calcio ormai così lontano da una triste quotidianità. Sembra assurdo. Era protagonista indiscusso di una buona parte delle mie giornate e assume sempre più la forma di un lontano ricordo. Con la certezza che tornerà a essere la mia più grande passione e la speranza che ciò possa accadere nel minore tempo possibile, dedico ad esso una semplice riflessione. Il “pallone” pare essere sempre vissuto in un’aurea quasi mistica ed esterna alla realtà. Questo è dimostrato dal fatto che, per molti, abbia impiegato troppo tempo ad arrendersi all’evidenza della situazione attuale e cedere completamente alla ferocia del Sars-Cov-2. Utilizzo appositamente un termine che mi pare molto tecnico al fine di far percepire la più grande lontananza possibile che manifesto verso questo sgradito ospite. Lo sport più popolare d’Italia ha capito che è, come noi, parte di questo mondo. E’ sicuramente un fatto positivo. Il calcio non è dotato di particolari anticorpi e non ha superpoteri che gli consentono di vivere un’esistenza parallela. Deve adeguarsi ai ritmi e alle necessità della vita comune. Il messaggio è giunto chiaro e cristallino.
Ora, però, spero possa tornare al più presto perché manca a una discreta fetta di questo Paese come il calore del sole durante questo triste inverno in ritardo.



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