In televisione c'è Poveri ma Ricchissimi.
Pellicola del 2017(remake di un successo francese) con l'intramontabile Cristian De Sica. I bei tempi di Vacanze di Natale e degli sketch dell'attore romano, sono purtroppo andati, ma il film risulta piacevole e ricco di spunti. L'eterna lotta tra il popolo e il sovrano rimane sempre la miglior sceneggiatura sul quale scrivere. 

Il Parma vince con il Lecce e chiude il girone d'andata al settimo posto. Davanti colossi come Milan, Napoli e ci mettiamo pure la Fiorentina per il glorioso passato.
A proposito di piccole realtà contro grandi potenze. Impressionante la prestazione di Kulusevsky, pagato 44 milioni dalla Juventus dopo non appena sei mesi da titolare in serie A. Pazzesco! Il mercato ormai non presenta più né limiti, né certezze. Tutto é così portato all'eccesso. Tutto é così fuori controllo.
Stamattina si parlava di un giovane spagnolo, con una (e intendiamo 1 ) presenza in Premier League, valutato 50 milioni di euro. Ragazzi ma dove stiamo andando? Poi ci lamentiamo se i nostri figli passano più tempo al cellulare, che nei campi di gioco di qualsiasi sport. Perché lo sport abbiamo sempre detto che dovrebbe insegnare valori, dettare i tempi di crescita in una persona, e rendere i popoli più vicini. Invece il calcio di oggi divide. Aumenta il divario tra le piccole e le grandi realtà, e tutto è solo apparenza e poca sostanza. Senza fare nessun buonismo, è ovvio che non vogliamo sviolinate e cuoricini. A tutti piace la competizione con quel pizzico di pepe. Ma davvero siamo sicuri che la direzione del "contano solo i soldi e lo spettacolo" sia la scelta giusta?

Lasciamo a tutti la propria idea perché é bello proprio questo nello sport, ma forse questa barzelletta del valore del denaro del mercato ormai sta un po stancando.

Molte volte si fanno tanti discorsi sui fatturati delle società. È evidente che sei hai più soldi hai più possibilità di vincere. O forse ti puoi permettere più errori. Ma da qualche anno a questa parte, sembra che si sia innescato un meccanismo virtuoso soltanto per pochi intimi. Di fatto i grandi capitali attraggono i Top Players europei, e nel frattempo i grandi Top Players attraggono a loro volta i grandi capitali, centrando gli obbiettivi sportivi nella maggior parte dei casi. 
Sembra molto molto difficile inserirsi in questo vortice. Bisogna essere più bravi degli altri o perlomeno avere capacità di gestione migliore.

Dobbiamo quindi rassegnarci a vedere questo monopolio per pochi??? Assolutamente no.

In Europa come in Italia c'è chi si sta attrezzando per porre fine all'egemonia delle grandi. Il problema ovviamente è che non servono solo uno o due grandi acquisti a suon di quattrini a determinare le sorti di una squadra. Serve ben altro. Parliamo di strutture, di staff tecnico in giro per i campi di tutto il mondo, di stadi di proprietà.

Spendere per vincere, e continuare a spendere per migliorare. Chiedere a Marotta (prima alla Juve e ora sta provando ad esportarlo all'Inter). Ma se non si ha la possibilità di spendere si deve sopperire con il lato umano, con la crescita dei valori, non sicuramente gonfiando i prezzi dei calciatori che si affacciano al palcoscenico più prestigioso, ma puntando sul lato tecnico, cavallo di battaglia italiano nel Made in Italy così tanto decantato. 

Fioccano gli affari (siamo in pieno mercato) tra le società. Molto movimento nelle parti basse della classifica, dove i trasferimenti sono piuttosto concentrati. É arrivata oggi anche l'ufficialità dell'esonero di Valverde dal Barcellona (forse si complica anche Vidal all'Inter). A volte anche all'estero sembra di essere in Italia!