E’ un campione, un professionista serio e, soprattutto, ha vinto tutto. Forse molti tifosi juventini dovrebbero cercare di contestualizzare meglio le parole di Dani Alves, strumentalizzate ad arte dai media. Io ho una mia idea, credo che lo spogliatoio juventino non accetti di buon grado il tecnico e la sua filosofia di gioco. Il suo rinnovo ha spiazzato coloro i quali speravano che Allegri partisse per poter finalmente sposare una filosofia (e una mentalità) più da big europea che da provinciale di lusso. Perché i soldi contano sempre fino ad un certo punto e se, per esempio, sei un attaccante, segnare è quello che ti dà più soddisfazione piuttosto che vederti sostituito al 60mo con un gol di vantaggio e quando avresti gli spazi per ripartire e far male. E’ una mia idea, appunto, ma cerco di basarla su alcuni indizi.

Intanto il mister non è mai stato tanto amato dai suoi giocatori, anzi, al Milan molti l’accusano di aver contribuito allo sfascio. E questi non sono giocatori qualunque ma gente del calibro di Nesta, Seedorf, Gattuso, Ibra, un certo Pirlo ecc.. Poi il suo ex presidente (che qualcosa ha vinto) lo ha definito senza mezze misure uno che ne capisce poco di calcio. Una volta alla Juve poi che dire, sicuramente non è solo un caso che da un centrocampo meraviglioso composto da Pirlo, Vidal, Pogba e Marchisio passi ad una mediana con Khedira, Pjanic, Marchisio, Rincon, Sturaro e Lemina. Direte voi la colpa è della società, ma sono convinto che un allenatore di una squadra come la Juve che punta forte su quella zona del campo non accetta a cuor leggero un ridimensionamento così consistente.

Quanto alla mentalità del mister poi c’è chi è più esplicito (come Tevez), chi invece è più diplomatico “ci manca ancora qualcosa” (come Chiellini, Barzagli e Buffon) e chi come Dybala e Higuain vorrebbero giocare insieme in attacco (infondo anche chi lotta per la retrocessione schiera contemporaneamente almeno due punte) anziché uno a centrocampo e l’altro sulla trequarti. Senza dimenticare le schermaglie dell'allenatore con Cuadrado e con Bonucci. E non parliamo di “modulo a 5 stelle” per favore, perché risulta un modulo iper-offensivo solo su una carta. Ma il buon Marotta ha fatto la sua scelta, vuole continuare con Allegri perché onestamente ha dalla sua aver raggiunto ampiamente i risultati auspicati dalla proprietà (trofei nazionali e tanti soldini). Il buon Marotta, colui che pensava la Juve potesse meritare un profilo come Del Neri; quello che l’anno dopo si era già accordato con il sig. Mazzarri (ma per sua fortuna Agnelli gli preferì Conte). Oggi si affida ancora ad Allegri per ripartire ma gli obiettivi, seppur ambiziosi, rimangono gli stessi di sempre e forse “quel qualcosa che manca” potrebbe ancora una volta rimanere come un rimpianto per non essere riusciti a diventare leggenda.